Psg, è tutti contro tutti: ecco la geografia dei clan all'interno dello spogliatoio

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Non sono giorni facili questi all'interno del club parigino. La squadra è ormai sfaldata in tre grandi gruppi che non comunicano tra loro. Poi ci sono anche i separati in casa e un elemento che rappresenta l'unico legame in comune tra tutti, Marco Verratti

In casa Psg sono cominciate da qualche giorno le grandi riflessioni della proprietà e della dirigenza sul futuro della squadra parigina. L'eliminazione dalla Champions per mano del Real Madrid ha segnato infatti un punto di rottura importante all'interno del club. A far preoccupare il patron Al Khelaifi non è soltanto la doppia sconfitta contro i Blancos, quanto il fatto che la squadra sia crollata alle prime difficoltà. Dopo oltre un miliardo speso in questi anni, bastato al massimo per approdare ai quarti, è inevitabile non iniziare a riflettere su quali siano effettivamente le reali potenzialità dei giocatori e su quante probabilità ci siano, anche nei prossimi anni, di mettere le mani sulla Champions. Per questo motivo, con la vittoria del campionato ormai quasi in cassaforte, si inizia a pensare al futuro e l'ipotesi di una piccola rivoluzione in estate si fa sempre più concreta. Basta comprare giocatori dall'enorme talento tecnico e in grado di indirizzare la partita da soli, come Neymar e Mbappé. Adesso servono giocatori di spessore umano internazionale, capaci di fornire l'esperienza giusta in ambito europeo e di saper fare gruppo con tutti i compagni, creando un unico blocco con in mente un preciso obiettivo da raggiungere tutti insieme. La situazione attuale infatti nel club francese è più paragonabile a una polveriera. Non esiste un gruppo coeso, ma tante grandi famiglie, distanti metaforicamente l'una dall'altra e più vicine a pestarsi i piedi che a darsi una mano reciproca. Il quotidiano brasiliano Globoesporte individua tre grandi fazioni all'interno del Psg.

C'è il gruppo dei brasiliani + 1, guidato da Neymar e composto poi da Dani Alves, Thiago Silva e Marquinhos. A unirli ovviamente la terra d'origine e la lingua e inizialmente avevano anche preso potere nello spogliatoio, ma poi hanno preferito staccarsi dal resto dei compagni e consolidare il rapporto tra di loro. Il compleanno di O'Ney ha rappresentato un eccezione per questo primo piccolo gruppetto a cui si unisce anche il portiere Trapp che, nonostante sia tedesco e non brasiliano, è molto affiatato con i ragazzi verdeoro, anche grazie alla presenza della sua compagna, Izabel Goulart, che ha origini brasiliane.

Le fazioni francesi e latine

L'altra grande fazione in casa Psg è rappresentata dal resto dei sudamericani. Il leader, come immaginabile, è Edinson Cavani il cui rapporto con i compagni di squadra si riduce quasi esclusivamente al campo. All'esterno infatti il centravanti ex Napoli non passa quasi mai del tempo con loro, fatta eccezione per qualche cena con Di Maria e Pastore. I due argentini sono stati un appoggio fondamentale per il Matador, in particolare quando si è creato quella piccola discussione con Neymar su chi dovesse essere il rigorista della squadra. Oltre a loro, Cavani gode anche del sostegno di Lo Celso e dello spagnolo Yuri Berchiche, ma il peso complessivo del gruppo non è così rilevante se messo a confronto con gli altri, visto che quasi tutti i suoi componenti non fanno parte dei titolari scelti di solito da Emery. L'ultimo grande schieramento è infine rappresentato dai francesi. È senza dubbio il più numeroso, potendo contare al suo interno 13 dei 25 elementi totali, accomunati da lingua e tradizioni, condivise in larga parte anche dal resto dei giocatori della Ligue 1. I nomi di spicco che assumono più leadership nello spogliatoio sono quello di Mbappé, Areola e Rabiot, tutti molto giovani ma ormai punti di riferimento per gli altri. A loro fanno seguito Kurzawa, Kimpembé e l'esperienza di Lassana Diarra, arrivato a gennaio.

Gli indipendentisti e il punto centrale

I giocatori del Psg non sono ancora finiti. È rimasto infatti chi preferisce isolarsi del tutto e vivere la propria vita lontano dai compagni di squadra, mettendo una netta linea di separazione tra lavoro e vita privata. Sono due in particolare i calciatori definiti indipendentisti, ma con caratteristiche diverse tra loro. Da una parte c'è Thiago Motta che, nonostante sia brasiliano, non ha un grande feeling con i suoi connazionali. Non è un giocatore molto estroverso, ma la sua esperienza e anzianità all'interno del gruppo gli conferiscono una posizione di rispetto. Dall'altra parte c'è il tedesco Julian Draxler che non ha amici nello spogliatoio e preferisce trascorrere gran parte del tempo libero insieme alla sua famiglia. Nutre grande stima però da parte dei brasiliani che lo ritengono adatto per partire titolare in attacco davanti a Cavani.

Infine c'è il nostro Marco Verratti che rappresenta il trait d'union di tutte queste mini fazioni. È infatti l'unico calciatore che ha un rapporto importante e sincero con tutti i gruppi, agevolato dal saper parlare un po' tutte le lingue e, naturalmente, dal carattere estroverso che lo rende una persona speciale all'interno della squadra. Se le strade in estate non dovessero separarsi, potrebbe quindi essere lui il leader da cui il Psg ripartirà, sempre con in testa lo stesso obiettivo: vincere la Champions League.