Drenthe, dal dramma alle notti brave a Madrid: "Il ritiro a 30 anni? Ecco perché. Via dal Real per colpa di Mourinho"

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Drenthe_Getty

L'ex calciatore olandese, ora rapper col nome di Roya2Faces, ha ripercorso la sua carriera in una biografia e in un'intervista rilasciata al quotidiano spagnolo 'Marca'. Dagli anni al Real Madrid al ritiro, senza nascondere quel dramma familiare che gli ha segnato la vita ... 

Royston Rickie Drenthe ha lasciato il calcio a 30 anni. Un'età in cui i calciatori hanno ancora molto da dare, specialmente se non hanno subito infortuni e se la forma fisica glielo permette. Invece, il nipote di Edgar Davids, nonostante un passato al Real Madrid, ha scelto un'altra strada. E ha cambiato totalmente carriera, improvvisandosi un rapper e facendosi chiamare Roya2Faces. Una storia particolare che Drenthe ha raccontato a 'Marca', senza nascondere i momenti più difficili della sua vita. 

Gli anni al Real 

"Porterò sempre Madrid nel mio cuore, resto un suo grande tifoso: mi sento a casa". L'olandese ha indossato la maglia del Real Madrid dal 2007 al 2010. Gli anni più gloriosi della sua carriera (ha vinto un campionato e una Supercoppa spagnola), dopo tre stagioni al Feyenoord e prima di passare all'Everton. "Era una squadra in cui c'era tutto, ho giocato nel miglior club della storia con giocatori talentuosi. Posso dire di aver vissuto un sogno". Ma da quel sogno, improvvisamente si è svegliato: "Le cose non sono andate per il meglio perché c'erano molte aspettative su di me dopo aver disputato da protagonista l'Europeo Under 21. I problemi per me sono iniziati con l'arrivo di Mourinho, colui che mi fece lasciare il Real Madrid. Nell'estate del 2010 ho lavorato duramente, Marcelo era infortunato e quindi potevo avere spazio per giocare. Eppure, improvvisamente, durante l'ultimo giorno di mercato mi ha detto che dovevo andare via, che non poteva fare nulla e che era una cosa che riguardava Valdano. Ho avuto meno di 24 ore per scegliere una squadra e, alla fine, andai all'Hercules in prestito".

Quelle notti a Madrid

Drenthe non ha nascosto i vizi degli anni vissuti a Madrid: "Spesso uscivo di notte, anche in gran segreto. Non è facile dire di 'no'ogni sera, perché la città offre ristoranti, feste, ragazze carine. Quante pazzie abbiamo fatto: quando sei giovane e giochi al Real Madrid le tentazioni sono molte. Una volta, insieme a un amico, sono andato in un casinò e abbiamo visto due belle ragazze. Abbiamo passato una grandiosa nottata insieme a loro, ma alla fine ci chiesero 1000 euro a testa. Non pensavo assolutamente di doverle pagare, credevo fosse solo divertimento. Non avevo contanti e mi vergognavo. Poi, il mio amico non aveva intenzione di pagare. Così, le abbiamo pagate con le fiches che avevamo vinto al casinò".

L'aneddoto su Saviola

"In allenamento gli ho chiesto almeno quattro volte il pallone e lui non me l'ha mai passato" - racconta Drenthe parlando di Saviola (suo compagno ai tempi del Real) - "A un certo punto si ferma e mi tira una pallonata! A fine partitella gli ho chiesto spiegazioni e mi ha detto che ero stato irrispettoso nell'essere così insistente. Ma poi abbiamo chiarito". 

Il ritiro 

L'ex calciatore ha spiegato i reali motivi che lo hanno portato ad abbandonare il mondo del calcio: "Ho deciso di ritirarmi dal calcio a 30 anni perché non ero felice. Ero stanco e deluso. Non mi piace il mondo del calcio professionistico. Ho avuto problemi con gli agenti che mi hanno avvicinato, ma preferisco non fare nomi. Nel calcio ci sono persone che non sono oneste. Chi mi conosce sa che sono una brava persona e che mi fido della gente: c'erano persone che mi cercavano solo per ingannarmi. Adesso gioco con gli amici per divertirmi”.

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La storia familiare

"Mio padre è stato ucciso per le strade di Rotterdam quando avevo tre anni: mia madre me lo ha nascosto per un bel po' di tempo per proteggermi: ai tempi ero piccolo, non aveva scelta. Mi diceva che era stato un incidente, però la realtà era un'altra". Un dramma familiare che inevitabilmente ha inciso sulla vita di Drenthe che ora è papà: "Mi preoccupo solo che mia madre e miei figli siano felici. Questa è la cosa più importante per me. Non so se sono un grande padre, ma devo avere qualcosa di buono, perché non puoi immaginare l'amore che mi danno".