L'allenatore francese si gioca il posto nell'ultimo obiettivo rimasto alla portata del Real, dopo l'eliminazione clamorosa in Coppa del Re. I numeri del crollo dei Blancos parla chiaro, con una percentuale di vittorie scesa dal 75% al 60%
Periodo nero in casa Real. Abbandonato l’obiettivo campionato, visto il ritardo ormai incolmabile dal Barcellona, i Blancos si sono ritrovati improvvisamente fuori anche dalla Coppa del Re. Un 1-2 casalingo contro il Leganes che ha aperto una voragine sul percorso stagionale del Real, un passo falso che ha reso vano e solo illusorio il successo per 7-1 di domenica scorsa contro il Deportivo La Coruna. La crisi c’è e non si può negare. E quando c’è una crisi il primo a pagare solitamente è sempre l’allenatore. Ecco perché, ora più che mai, il posto di Zidane è fortemente a rischio. Del resto Florentino Perez si era liberato di Ancelotti in men che non si dica, nonostante la vittoria della Champions conquistata pochi mesi prima, e di Benitez, esonerato con una media punti migliore rispetto a quella del francese in questa stagione. La sfida con il Psg è alle porte e quella sarà la prova decisiva per ‘Zizou’: in caso di eliminazione, che vorrebbe dire non avere più obiettivi a marzo, le strade potrebbero separarsi. A quel punto non basterebbero più gli otto titoli conquistati nell’ultimo biennio, tra cui le due Champions consecutive a cui nessuno era mai riuscito a mettere mano.
Zidane ha probabilmente fatto un errore nella pianificazione della stagione. Credeva di potersi affidare per il terzo anno di fila agli stessi uomini che lo avevano condotto sul tetto del mondo, puntellando la rosa con qualche rinforzo giovane e di qualità. Mossa non sbagliata a priori, ma pagata a caro prezzo visto che Ceballos si è visto per appena 688 minuti, di cui 411 in Coppa del Re, e Theo Hernandez per 983, la metà dei quali nella Coppa nazionale. Per la prima parte di campionato non ha poi trovato la brillantezza del reparto offensivo, con Ronaldo alle prese con i problemi di rinnovo, un Benzema a mezzo servizio e Bale più presente in infermeria che in campo. Nonostante questo non ha puntato quanto avrebbe dovuto su Asensio, talento in rampa di lancio, frenato al momento di spiccare il volo. Il classe '96 e alcuni suoi compagni non hanno gradito qualche panchina di troppo; a Zidane è stato infatti spesso imputato di non aver scelto la formazione in modo meritocratico. In sintesi una serie di problemi che ora potrebbero fargli saltare il posto. D'altronde i numeri parlano chiaro: il "primo" Zidane aveva vinto 65 partite su 88, con una media del 75% di vittorie. Quest'anno invece ha raccolto 22 successi in 36 incontri, per una media leggermente superiore al 60%. Contro il Psg la prova della verità.