Padova, razzismo nel campionato giovanissimi: insulti e un pugno ad un ragazzo di origini nigeriane

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La sua unica "colpa" è stata segnare il gol del vantaggio per la sua squadra, la Sacra Famiglia: a quel punto gli avversari hanno cercato di innervosirlo e provocarlo. L'arbitro però non si è accorto di nulla e lo ha espulso per l'accenno di reazione. L'allenatore: "Dobbiamo essere noi a educarli"

Dopo la vicenda degli adesivi con il volto di Anna Frank attaccati dagli ultras della Lazio nella curva della Roma, il calcio italiano si macchia ancora di un episodio di razzismo, stavolta in categorie inferiori, ma non per questo meno grave. L'episodio si è verificato nel campionato regionale, categoria giovanissimi, a Padova. Un ragazzino di colore di origini nigeriane, adottato anni fa da una famiglia padovana, è stato vittima di insulti ("Stai zitto, negro") ed è anche stato colpito da un pugno da un avversario. I fatti si sono verificati durante il match tra Sacra Famiglia e Virtus Agredo di Loreggia: l'età media dei giovani giocatori è di appena quattordici anni, un dettaglio che se possibile rende ancora più deprecabile e amara la vicenda. Dopo aver segnato il gol della vittoria per la sua squadra, la Sacra Famiglia, il ragazzino è stato più volte insultato e, come se non bastasse, colpito da un pugno. L'arbitro però non si è accorto di nulla e ha notato soltanto l'accenno di reazione del giovane e per questo lo ha espulso. La vicenda ha scatenato la reazione dei genitori dei ragazzi della squadra di Padova, che adesso pensano di chiedere un incontro alle altre società per discutere dell'annoso problema del razzismo sui campi di calcio, anche quando si affrontano dei giovanissimi.

Le parole dell'allenatore

A fornire ulteriori dettagli è l'allenatore della Sacra Famiglia, Domenico Esposito: "Stiamo parlando di un ragazzino mite e tranquillo. Sorride spesso e difficilmente alza la voce. L'arbitro era girato e ha visto soltanto il mio giocatore accennare una reazione, inseguendo chi lo aveva aggredito. Io però l'ho fermato prima che lo raggiungesse. Ho fatto presente l'accaduto all'arbitro e all'allenatore della squadra avversaria, ma per tutta risposta quest'ultimo mi ha detto 'Napoli stai zitto' e non ha voluto neanche stringermi la mano a fine partita. Gli educatori di questi adolescenti siamo noi, insieme ai familiari: dunque dobbiamo essere noi a spiegare come devono comportarsi, con fairlplay e senza essere razzisti, così nel terreno di gioco come nella vita".