Il braccio di Akinfenwa sta facendo il giro del web. Un metro e ottanta di altezza per oltre cento chili. Ecco la storia del gigante buono del Wycombe: da quell'amichevole contro Mou alle sue frasi cult. Dall'esplosione nella serie di Fifa al pollo dopo gli allenamenti
Centottanta centimetri di altezza. Cento e uno chili di massa fisica. E se lo chiamano The Beast, la bestia, un motivo ci sarà. Il suo nome è Adebayo Akinfenwa, e nel mondo del web - e tra gli appassionati di calcio - è molto noto. Segni particolari? È enorme, e forse il suo braccio potrebbe finire catalogato come unica forma umana visibile dallo spazio. I muscoli dell’attaccante inglese, di origine nigeriane, sono tesi. In segno di esultanza e in segno di festa. Perché con il suo Wycombe, pur senza giocare nell’ultimo successo esterno sul Chesterfield, ha raggiunto la promozione in League One, la terza divisione del calcio inglese. I gol sono stati 18 in stagione, con 14 assist. Tutti sfruttando la sua incredibile potenza fisica per abbattere le difese avversarie. E il parallelo che ha lui stesso ha tracciato sul proprio profilo Instagram con Thanos, il Titano Pazzo della Marvel, pare certamente azzeccato.
L’amichevole contro Mou e Fifa 15
Ma chi è di preciso Adebayo Akinfenwa? Perché - diciamocelo - non tutti i giocatori che fanno avanti e indietro tra terza e quarta divisione nazionale hanno così tante attenzioni mediatiche. La fama dell’attaccane XXL ora nel Wycombe arriva nel 2014, quando (ai tempi nel Wimbledon) un’amichevole contro il Chelsea di Mou lo porta alla ribalta. “Guardate quel calciatore col fisico da culturista” - dice la gente, e il suo mito inizia a germogliare, ma non solo grazie al calcio giocato. Lo zampino, manco a dirlo, ce lo mettono sempre i videogiochi, e nella celebre serie di Fifa lui è da tempo tra i calciatori più ricercati e più gettonati dagli utenti. Motivo semplice: nel parametro della “forza” - dove registra attualmente un 98 su 99 - l’inglese difficilmente ha eguali. Così Akinfenwa diventa una star, anche quando nel febbraio del 2014, per l’inaugurazione del nuovo Fifa 15, viene invitato sul palco tra le star insieme a gente come Rio Ferdinand.
Come The Rock, e l’annuncio su Whatsapp
Forza? 98. Niente male per lui, e a vederlo in campo le scelte degli osservatori del celebre videogioco calcistico sembrano effettivamente indovinate. Perché lui, Akinfenwa, sulla panca piana è capace di sollevare fino a 200 kg, praticamente il doppio del proprio peso, e quando segna - qualche volta - ha imitato una mossa di wrestling del celebre The Rock. Inevitabile il parallelo tra i due, e se Dwayne Johnson è ormai diventato una star anche fuori dal mondo dello sport, è forse proprio là che punta anche Akinfenwa. Un gigante buono del pallone che non si è mai nascosto dietro l’enorme massa dei suoi muscoli, e ha continuato a inseguire il sogno - diventato realtà negli anni - di fare il calciatore. In carriera La Bestia ha ha giocato più di 620 incontri tra i professionisti, segnando più di 200 gol tra tutte le competizioni, e conta anche quattro presenze tra Coppa UEFA e Champions League. "Mi dicevano che non ero adatto a questo sport e ora guardatemi: sono qui a Wembley davanti a 60mila persone e ho segnato uno dei gol decisivi. Credete sempre nei vostri sogni e vedrete che prima o poi si realizzeranno” - disse nel 2016, dopo aver contribuito alla vittoria nella finale playoff di League Two del Wimbeldon, la sua vecchia squadra. La stagione successiva però, in League One, Akinfenwa non ci andò, per rimanere nella quarta serie col Wycombe fino alla nuova e recentissima promozione. Motivo del cambio di squadra ai tempi? Fine contratto, e lo stesso Akinfenwa decise così di lanciare il suo appello per una nuova sistemazione proprio dopo quella finale vinta: “So che non sarà facile giocare ancora per vecchietto come me, ma agli allenatori interessati dico: non abbiate paura, e contattatemi su Whatsapp”. Una battuta perfettamente nel suo stile sopra le righe.
L'esultanza in stile The Rock di Akinfenwa, in una partita tra Wycombe e Port Vale
No pollo, no Chelsea
La ricetta per un fisico come il suo, a metà tra un sollevatore di pesi e un calciatore, sta inevitabilmente anche nell’alimentazione, probabilmente non quella modello per i ben più classici giocatori di oggi. Eppure la stazza fisica, in area di rigore, conta eccome. Ed ecco perché nello scorso gennaio, quando il Chelsea di Conte continuava ad essere alla disperata ricerca di un centravanti (alla fine partirà Batshuayi e arriverà Giroud) tra i tanti nomi spuntò anche il suo. Risposta di Akinfenwa? Da manuale: “Sono davvero lusingato ma ho saputo che Conte non fa mangiare pollo - il piatto tipico dei “palestrati” - durante gli allenamenti, quindi devo rifiutare l’offerta”. Insomma, tra battute e social, videogiochi e gol: tutto questo fa di Akinfenwa un personaggio fuori dagli schemi. Eccentrico e auto ironico. Sicuro dei propri mezzi - come quando per il suo centesimo gol tra i professionisti festeggiò con la maglietta “Troppo grosso per giocare a calcio, ahahah!” - ma anche profondamente innamorato di questo gioco. E le sue lacrime dopo l’ultimo successo e promozione del Wycombe sono forse l’istantanea più bella di questo gigante buono del pallone.
La maglietta celebrativa per i suoi cento gol tra i professionisti (Getty). Sotto, invece, le sue lacrime dopo la promozione raggiunta col Wycombe (The Sun)