PSG, Emery: "Mbappé voleva Real o Barça, Neymar non si è inserito bene. Thiago Silva mi ha deluso"

Calcio

Dopo il suo addio al Psg, l'allenatore ha rivelato diversi aspetti problematici durante la sua gestione a Parigi: "Se avessi avuto Neymar col Real Madrid, le cose sarebbero andate in un altro modo. Da Silva mi aspettavo un comportamento diverso"

Il Paris Saint-Germain l’aveva scelto per l’abilità di condurre il Siviglia ai successi in Europa League, confidando sulle capacità di Unai Emery di replicare il tutto anche in Champions League alla guida dei parigini. Così non è stato, il progetto tecnico non è decollato anche e soprattutto a causa delle tante fratture presenti nel turbolento spogliatoio del PSG. Si è espresso in questo senso, l’allenatore, in un’intervista a SFR Sports. A partire dal capitano, Thiago Silva: “Abbiamo discusso spesso in questi due anni. Onestamente, da capitano mi aspettavo un comportamento diverso. Dopo un confronto con la società gli ho fatto capire che sarebbe dovuto cambiare, altrimenti sarebbe andato via”. La spaccatura più grossa, all’interno della squadra, è stata provocata dal trattamento che il club ha riservato a Neymar, la stella che ha mosso centinaia di milioni di euro nello scorso calciomercato estivo. “Dover fare campagne pubblicitarie dopo gli allenamenti non è il massimo per la squadra, ma bisogna comprendere la necessità del Paris Saint-Germain di ottenere successo anche dal punto di vista mediatico. Il brasiliano ad oggi non si è calato al meglio in questa realtà, ma contro il Real Madrid le cose sarebbero potute diversamente se ci fosse stato anche lui” ha proseguito l’allenatore.

Mbappé voleva il Real o il Barça

L’altro colpo di mercato epocale è stato Kylian Mbappé, uno dei talenti più promettenti del panorama europeo, acquistato dal Monaco. "È una bella persone, umile e moderato: non è facile, quando si è un campione. Quando l'abbiamo incontrato lui e il padre ci avevano detto di voler andare al Real Madrid o al Barcellona. Io e il PSG l’abbiamo convinto a rimanere nel paese e deve essere orgoglioso di questa scelta. Henry, ad esempio, non fece una cosa del genere all’epoca", ha concluso Emery.