La Nazionale di Mancini è al lavoro in vista dell'esordio in Nations League contro la Polonia. Dopo Barella e Benassi, è il turno di Jorginho, in conferenza stampa a Coverciano: "Non ho visto grandi differenze tra noi e le altre squadre che hanno giocato il Mondiale. Penso che ci siano i presupposti per tornare grandi"
Il fatto che sia arrivato Cristiano Ronaldo porta molto prestigio al campionato e rimarrà sempre uno dei più belli del mondo. Spero un giorno di tornare in Italia perché mi piace molto e penso che sia così per tutti gli appassionati di calcio.
Mancini ci ha chiesto di proporre un bel gioco e noi cercheremo di farlo, sapendo che è difficile contro una squadra forte e fisica come la Polonia. Hanno gamba e qualità, con Lewandowski, Milik e Zielinski. Ma proveremo ad imporre il nostro calcio e vedremo ciò che succederà.
Deve motivarci questo, ogni cosa che ci capita dobbiamo trasformarla in uno stimolo per migliorare, aiutandoci. Abbiamo da imparare sempre e da tutti, dai più giovani ai più esperti. Così possiamo far crescere l'Italia.
Penso sia una cosa bella, è il riconoscimento del lavoro che è stato fatto e dà motivazione per continuare a crescere e fare meglio.
La gestione è diversa, ad esempio Ancelotti ha cambiato qualcosa in formazione prima della sosta mentre Sarri non aveva mai fatto nulla di simile.
Ho guardato poco il Mondiale perché mi dispiaceva non esserci, ma per ciò che ho visto non credo ci sia una grande distanza tra noi e le altre selezioni. Dobbiamo rimanere umili e lavorare tanto, i margini di miglioramento non ci mancano.
La Juventus è sempre la favorita, poi è arrivato un giocatore come Cristiano Ronaldo. Ora il Napoli lo guardo da fuori e con affetto, ma non mi sembra stia attraversando un momento di crisi.
Giorgio lo conoscevo già, sicuramente è un punto di riferimento per tutti noi per esperienza e carisma: quando parla lo ascoltano tutti. È una cosa positiva avere un giocatore così importante per noi giovani. Vedo solo aspetti positivi in questa vicenda. Poi ripeto, l'atmosfera è molto distesa nel nostro gruppo.
È stato un insieme di cose, non c'è solo la volontà del giocatore ma anche quella della società. Ci siamo accordati per il bene comune, ma non basta mai la volontà di una sola parte.
Questa è l'Italia, non l'Italia di Jorginho. Quindi continuiamo a lavorare per vincere le partite e convincere la gente. Rispetto a Napoli, Sarri ha mantenuto lo stesso ritmo di allenamenti.
Non ce ne sono state molte col precedente raduno, noto che c'è più entusiasmo e siamo più uniti: penso che sia fondamentale per il gruppo. Giochiamo e scherziamo molto, per me è un'ottima cosa perché questo si trasmette anche in campo.
Spiegarlo è difficile, bisognerebbe viverlo per capire bene la differenza. Quando arrivi in un centro sportivo dove ci sono 38 campi di calcio, penso che sia tutto più chiaro.
Credo che stia vivendo bene, c'è poco da raccontare perché è un uomo che cambia poco le sue abitudini. Ci sta venendo incontro e stiamo avendo buoni risultati grazie al suo valore e alla disponibilità dei giocatori.
Sì e sinceramente credo che l'Italia non meriti di stare dov'è adesso. Siamo molto motivati, dal mister a noi giocatori, per poter tornare a vincere e credo che i presupposti ci siano.
Sì c'è differenza in ritmo e fisicità, di cui già eravamo consapevoli. Mi sto trovando bene, mi piace molto giocare così e il campionato è bello. Su Napoli che dire, è un posto meraviglioso dove ho trascorso tanto tempo: mi mancano il sole, gli amici, il cibo. Lì mi sono trovato veramente bene e mi mancherà sempre.