Italia, Chiellini fa 100: "Traguardo straordinario. La delusione Mondiale ci ha distrutto, ma era un dovere continuare"

Calcio

Il difensore parla delle sue 100 presenze in azzurro: "È un traguardo straordinario, più di quanto uno possa sognare. Dietro questo risultato c'è tanto lavoro. Il Mondiale è un rimpianto, la mancata qualificazione ci ha distrutto. Ma poi ho pensato che fosse un dovere morale continuare, alla Nazionale non si dice mai di no e finché il Ct ti chiama bisogna sempre rispondere. L'entusiasmo è sempre lo stesso, voglio continuare e vivere quest'esperienza convocazione dopo convocazione"

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Dopo la delusione per la mancata qualificazione ai Mondiali ha riflettuto tanto sul suo futuro in Nazionale, ma Giorgio Chiellini ha poi deciso di continuare. Il difensore ha ereditato la fascia da capitano da Gigi Buffon ed è arrivato allo straordinario traguardo delle 100 presenze con la maglia azzurra. Lo stesso Chiellini ne ha parlato in una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport.

Cosa significa questo traguardo per te?

"È un onore, più di qualsiasi sogno si possa fare da bambino. Si sogna di fare il calciatore, di giocare in Serie A e in Nazionale, ma arrivare a 100 presenze è tanto oltre. Sicuramente delle doti naturali le ho, ma c'è tanto lavoro dietro questo traguardo. La maglia azzurra è speciale, non ti identifichi in un club ma rappresenti la tua nazione. Vivi delle emozioni e le fai vivere a tutta la nazione, una sensazione che non si raggiunge neanche nelle partite più importanti. E casualmente, il 17 novembre ho fatto il mio esordio e, se tutto va bene, sempre il 17 novembre farò la mia 100^ partita".

Hai qualche rimpianto?

"Il Mondiale è un rammarico che mi porterò sempre dietro, perché chiaramente non potrò più giocarlo. Sono stato eliminato due volte al primo turno, quando avremmo potuto fare di più. Poi c'è stata la mancata qualificazione. Qualche rammarico ce l'ho, ma porterò con me tante emozioni di questa fantastica avventura".

Cosa puoi dare ancora alla Nazionale?

"Con il lavoro si può migliorare anche a 34 anni o finché uno scende in campo, questo l'ho imparato da tanti calciatori e anche da Gigi Buffon. L'entusiasmo di noi vecchietti a volte può superare quello di molti ragazzi, penso che per loro sia bello vedere questo".

Cosa si prova a essere capitano della Nazionale?

"Penso che la fascia sia solo un simbolo, che una squadra abbia tanti capitani. Ognuno deve dare il suo ingrediente, per formare un'alchimia giusta. Non sarò mai uguale a Gigi o ad altri capitani che ho avuto la fortuna di avere, come Del Piero o Cannavaro, ma cerco di fare quello che posso fare con la mia caratteristiche".

Quali sono i tuoi obiettivi con la maglia azzurra?

"A quest'età non puoi fare programmi a lungo termine. Voglio godermi quest'esperienza come un debuttante e viverla convocazione dopo convocazione".

Dopo la Svezia, come sei arrivato alla decisione di continuare?

"Ho fatto una riflessione molto lunga con me stesso, la Nazionale non si può rifiutare e non puoi decidere se andare o non andare. Ho massimo rispetto per chi decide diversamente, ma credo che finché l'allenatore della Nazionale ti chiama hai un obbligo morale di rispondere".

Quanto pesa la mancata qualificazione ai Mondiali?

"Dentro di noi tanto, è un vuoto che ci portiamo dentro noi più vecchi ma anche i più giovani che non hanno partecipato a quella mancata spedizione. La speranza è che possa servire per un progetto a medio-lungo termine, che si pongano le basi per rilanciare il calcio italiano. La luce in fondo al tunnel c'è, non è tutto buio come prima. Chiaramente le ultime due partite non cambiano tutto, sarà un processo non brevissimo ma da fare con serenità e fiducia, che poi sono i due concetti su cui batte sempre Roberto Mancini".

Quanto sei felice di non trovarti contro CR7 nella tua 100^ partita?

"Mi sarebbe piaciuto giocarci contro, giocare contro i campioni ti aiuta sempre a migliorare e ho la fortuna di averlo in allenamento".