L’esterno ex Barcellona e Juve ha parlato di O Ney, suo compagno e grande amico, difendendolo da coloro che lo criticano: “So tutto quello che gli passa per la testa – ha spiegato a Folha de Sao Paulo – è un ragazzo intelligente. E’ come CR7, ha tutto: è ricco, famoso, bello. Questo provoca l’invidia della gente”
Nove anni di differenza, l’uno è come se fosse il fratello maggiore dell’altro. Il primo sta vivendo la fase finale della sua carriera ed è uno dei calciatori più vincenti di sempre. L’altro è considerato fra i più forti al mondo ed erede della coppia Messi-Ronaldo. Dani Alves e Neymar giocano insieme sul campo, tanto nel Psg quanto nel Brasile, e sono molto amici fuori. Le carezze del più grande, ovvero dell’ex Barcellona e Juve, nei confronti del numero dieci non sono mai mancate. Nemmeno in un periodo in cui O Ney è assediato dalle critiche, sia per il suo vizio di lasciarsi cadere troppo facilmente nel rettangolo verde sia per il suo comportamento extra-calcistico, che lo vede spesso protagonista in negativo: “Lui è un uomo, non una macchina. Ma purtroppo non c’è un modo per isolarsi da certe critiche”. A dirlo è proprio Dani Alves ai microfoni di Folha de Sao Paulo: “Ci accomuna una forte fratellanza, per me è come un fratello – ha continuato – so tutto quello che gli passa per la testa e posso garantire che parliamo di una persona molto intelligente. Possiede tutto quello che oggi provoca invidia nelle persone: è un ragazzo milionario, famoso, bello. Come Cristiano Ronaldo insomma. Per questo viene criticato da chi non potrà mai essere come lui”.
“Non sono un idiota”
In un Psg che sta volando il suo apporto, al momento, è minimo. L’esterno brasiliano, infatti, ha saltato tutta la prima parte di stagione a causa dell’infortunio al ginocchio che lo ha colpito nella parte finale dello scorso campionato e che lo ha costretto a saltare il Mondiale in Francia con il suo Brasile. Ad inizio novembre il rientro in gruppo e i 226’ attuali giocati fra Ligue 1, Champions e Coppa di Lega. Insomma, la sua assenza non ha avuto ripercussioni negative sull’andamento dei suoi compagni: “Anche se, ovunque mi trovi, ho la virtù di saper creare un ambiente sano, dove non ci sono problemi” Ha continuato a raccontare. Certo, l’età avanza e adesso la carta d’identità dice 35 anni: “Ma, anche se il calcio di oggi è molto fisico, tutto resta basato sull’intelligenza – ribadisce - io non sono un idiota, so che quando raggiungi una certa età le persone possono pensare che tu non possa dare di più. Tuttavia la preparazione è più mentale che fisica. Ho giocato con Xavi e so bene che nessuno è più veloce della palla”.