Va ai padroni di casa della Seleçao la 46^ edizione della Copa America, 9° trionfo verdeoro nella finale vinta contro il Perù. Termina 3-1 per la squadra di Tite, avanti con Everton prima del pareggio su rigore di Guerrero che interrompe l'imbattibilità di Alisson. Vantaggio di Gabriel Jesus (espulso nella ripresa), la chiude Richarlison dal dischetto per la festa del Maracanã
BRASILE-PERÙ 3-1
15' Everton (B), 44' rig. Guerrero (P), 48' Gabriel Jesus (B), 90' rig. Richarlison (B)
BRASILE (4-3-3): Alisson; Dani Alves, Marquinhos, Thiago Silva, Alex Sandro; Arthur, Casemiro, Coutinho (77' Militão); Gabriel Jesus, Firmino (75' Richarlison), Everton (93' Allan). Ct. Tite
PERÙ (4-2-3-1): Gallese; Advincula, Zambrano, Abram, Trauco; Tapia (82' Gonzales), Yotun (78' Ruidiaz); Carrillo (86' Polo), Cueva, Flores; Guerrero. Ct. Gareca
Ammoniti: Tapia (P), Thiago Silva (B), Zambrano (P), Advincula (P), Richarlison (B)
Espulso: Gabriel Jesus (B) al 70'
Non sbaglia l'attaccante entrato nella ripresa, la Copa America è tra le mani del Brasile!
Nessun Maracanazo in Copa America: va al Brasile la 46^ edizione del torneo sudamericano, 9° trionfo nell’edizione casalinga dopo la finale vinta contro il Perù. Termina 3-1 per la squadra di Tite al Maracanã, festa verdeoro al termine di una rassegna archiviata da imbattuti e con un solo gol al passivo. Epilogo che poco ricorda il 5-0 della Seleçao nella fase a gironi, d’altronde gli uomini di Gareca non avevano più sbagliato un colpo sbarazzandosi pure di Uruguay e Cile. Finale ritrovata a distanza di 44 anni per la Blanquirroja che, tuttavia, cade sotto i colpi di Everton e Gabriel Jesus (espulso nella ripresa) nell’appuntamento più importante. S’interrompe a 9 partite l’imbattibilità di Alisson, conquista invece il 43° trofeo della carriera il capitano Dani Alves che ha raccolto l’eredità dell’infortunato Neymar. Assenza che non si è sentita nel Brasile targato Tite: 13 gol segnati e uno solo concesso, dominio davanti al proprio pubblico che diventa realtà con la festa finale in Copa America che mancava dal 2007.
Everton show, il Brasile trionfa in Copa America
Tite e Gareca si ritrovano al Maracanã dopo il rotondo 5-0 della Seleçao nel girone, tuttavia da quella sconfitta il Perù ha ribaltato il suo destino in Copa America ritrovando mezzi e fiducia. Vittime eccellente sia per i padroni di casa (battuta l’Argentina in semifinale) sia per la Blanquirroja, che ha estromesso Uruguay e Cile nella fase ad eliminazione diretta: va da sé che le formazioni sono quelle annunciate, 4-3-3 per il Brasile (Jesus, Firmino ed Everton nel tridente) e 4-2-3-1 per El Tigre che scommette sull’eterno Guerrero. Avvio di gara che premia l’organizzazione del Perù, pericoloso con Cueva dopo 180 secondi e dalla buona personalità. Chi non perdona è piuttosto è il gioiellino Everton, 23enne servito alla perfezione da Gabriel Jesus che non sbaglia al 15’ dinanzi a Gallese. Blanquirroja che accusa il colpo, trema sulle iniziative di Coutinho e Firmino (entrambi fuori di poco) ma riemerge nel finale: il fortuito tocco di mano di Thiago Silva in area spinge l’arbitro Tobar ad assegnare un rigore al Perù, penalty trasformato da Guerrero che spezza l’imbattibilità lunga 9 partite di Alisson. Gelo al Maracanã, ma solo per 4 minuti: Arthur sfonda per vie centrali e premia Gabriel Jesus, impeccabile nel controllo e nel gol del 2-1 all’intervallo.
Tre gol senza parate nel primo tempo, copione d’attualità pure ad inizio ripresa: Dani Alves spara a lato da distanza siderale, Coutinho sfiora l’incrocio con un destro da applausi a differenza di Firmino che spara fuori il suo diagonale. Lo stesso attaccante del Liverpool ci riprova al 57’ (colpo di testa impreciso), ennesima chance sprecata che anima il Perù e macchia la partita di Gabriel Jesus: un assist, un gol e un cartellino rosso per l’attaccante del Manchester City, ingenua gomitata e 2° giallo al minuto 70. Episodio che inaugura l’assalto della squadra di Gareca, pericolosissima con Trauco e soprattutto Flores a precedere la girandola di cambi. Non è invece una new entry l’inesauribile Everton, capocannoniere ex aequo con Guerrero (3 reti) e splendida certezza del Brasile, che all’87’ si procura un calcio di rigore dopo il contatto con Zambrano. Non sbaglia il neoentrato Richarlison che archivia la finale, serata magica per la Seleçao e tutto il Maracanã.