Bacio a Hermoso, Rubiales si è dimesso: "Campagna sproporzionata ma fiducia nella verità"

il caso
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Il presidente della Federazione calcistica spagnola ha rassegnato in serata le dimissioni. Un ulteriore sviluppo, dopo il bacio non consensuale a Jenni Hermoso durante la cerimonia di premiazione al mondiale femminile. Nei giorni scorsi la calciatrice aveva sporto denuncia e la procura spagnola aveva chiesto a un giudice di aprire un’inchiesta per “aggressione sessuale e coercizione” nei confronti di Rubiales: “Non tornerò presidente, campagna sproporzionata ma ho fiducia nella verità”

Luis Rubiales si è dimesso. In serata l’ormai ex presidente della Federazione calcistica spagnola ha rassegnato le sue dimissioni e ha spiegato che non tornerà al suo incarico, anche una volta scontata la sanzione che gli verrà inflitta. È questa la nuova tappa della vicenda iniziata il 28 agosto con il bacio sulla bocca non consensuale che Rubiales diede alla calciatrice Jenni Hermoso, durante la premiazione della Spagna ai mondiali di calcio femminili. Nei giorni scorsi la calciatrice aveva sporto denuncia contro Rubiales, già sospeso dalla Fifa per 90 giorni, e la procura spagnola aveva chiesto a un giudice di aprire un’inchiesta per “aggressione sessuale e coercizione” nei confronti di Rubiales.

Rubiales: "Difenderò onorabilità e innocenza"

Dopo aver anticipato la sua decisione di dimettersi nel corso di una lunga intervista con il giornalista inglese Piers Morgan a Londra, Rubiales ha poi pubblicato in serata sui suoi profili social una lettera in cui annuncia la sua scelta e la spiega. “Difenderò la mia onorabilità -il suo post- Difenderò la mia innocenza. Ho fiducia nel futuro. Ho fede nella verità”. Poi, in allegato, una spiegazione più dettagliata della sua versione. 

Rubiales, il testo della lettera di dimissioni

"Buonasera. Oggi alle 21 e 30 ho trasmesso al presidente ad interim Pedro Rocha le mie dimissioni dalla carica di presidente della RFEF. L'ho anche informato che ho fatto lo stesso con la mia posizione alla UEFA, quindi che posso essere sostituito alla vicepresidenza. Dopo la rapida sospensione operata dalla FIFA, oltre al resto delle procedure aperte contro di me, è evidente che non potrò tornare al mio posto. Insistere nell'aspettare e aggrapparmi non porterà alcun contributo positivo né alla Federazione né al calcio spagnolo. Tra l’altro perché ci sono poteri di fatto che impediranno il mio ritorno. C'è la gestione della mia squadra e, soprattutto, la felicità che provo per l'enorme privilegio di questi più di 5 anni alla guida della RFEF. Non voglio che il calcio spagnolo venga danneggiato da tutta questa campagna sproporzionata e, soprattutto, prendo questa decisione dopo essermi assicurato che la mia partenza contribuirà alla stabilità che permetterà sia all'Europa che all'Africa di rimanere unite nel sogno del 2030 (Spagna, Portogallo e Marocco lavorano a una candidatura congiunta per il mondiale di calcio del 2030, ndr), che permetterà di portare nel nostro Paese il più grande evento al mondo. Devo guardare avanti, guardare al futuro. Ora c'è qualcosa che mi impegna saldamente. Ho fiducia nella verità e farò tutto ciò che è in mio potere affinché prevalga. Le mie figlie, la mia famiglia e le persone che mi amano hanno subito gli effetti di un'eccessiva persecuzione, oltre a tante falsità, ma è anche vero che in strada, ogni giorno sempre di più, prevale la verità. Da qui mando a tutti i lavoratori, ai componenti dell'assemblea federale e al popolo del calcio in generale, un forte abbraccio augurando loro le migliori fortune. Grazie a tutti coloro che mi hanno supportato in questi momenti”.