Il 'Thriller' tra Florentino Perez e la Superlega

L’oscurità cala nella terra La mezzanotte è a portata di mano Creature strisciano in cerca di sangue Per terrorizzare voi tutti nel quartiere E chiunque sarà trovato Senza il coraggio di scappare Dovrà alzarsi in piedi e fronteggiare i cani dell’inferno E marcire dentro il corpo di un cadavere Ti metterò i brividi stanotte… Nell’aria c’è il più disgustoso dei fetori La paura di quarantamila anni E orribili demoni da ogni tomba Si stanno avvicinando per firmare il tuo destino E per quanto tu combatta per rimanere in vita Il tuo corpo inizia a rabbrividire Perché nessun essere mortale può resistere Alla malvagità del brivido Queste parole, pronunciate dalla voce ipnotica di Vincent Price, lanciavano la danza degli zombie in 'Thriller', video memorabile che diede forma al pezzo più famoso dell’omonimo album di Micheal Jackson, pubblicato il 30 novembre 1982. Poesia gotico/horror che richiama le atmosfere di Edgar Allan Poe, le cui vibrazioni suggerirono al compositore Rod Temperton, durante un viaggio notturno in taxi, il registro per trasformare un pezzo poco convincente in un classico intramontabile della musica Pop. Le stesse sensazioni terrificanti che molti commentatori attribuiscono alle velleità di metamorfosi del calcio avanzate ancora una volta da Florentino Perez che, all’assemblea del Real Madrid, ha evocato ancora una volta il fantasma della Superlega: “Oggi sono più ottimista che mai. L’abbiamo fatto per cambiare la storia del calcio e per il bene dello sport. Spezzare il monopolio del calcio ha comportato uno sforzo titanico, abbiamo sofferto pressioni che avrebbero piegato chiunque, ma non noi. Il Real Madrid ha onorato la sua storia tornando a lottare contro la Fifa e la Uefa esattamente come fece a suo tempo Santiago Bernabeu. Possiamo essere orgogliosi, quella sentenza ci ha restituito la libertà. Ora non resta che metterla in pratica”. Un thriller in piena regola che per alcuni è un sogno, per altri un incubo. Cominciamo col ricordare a quale sentenza si riferisce il Presidente del Real, quando parla di libertà ritrovata. Si tratta del pronunciamento del 21 dicembre 2023 della Corte di Giustizia Europea, chiamata in causa dal Tribunale di Madrid nel maggio 2021 all’indomani del più clamoroso conflitto politico/calcistico della storia: da una parte i 12 club fondatori della Superlega, dall’altra la UEFA e le singole federazioni nazionali. Il comunicato del 19 aprile 2021, con il quale si annunciava la nascita del nuovo soggetto, fu un vero e proprio terremoto che determinò accuse di cospirazione e un’immediata nonché violenta reazione da parte delle istituzioni calcistiche, dei governi e di gran parte dell’opinione pubblica europea. Al punto da far naufragare il nuovo progetto in pochi giorni per l’abbandono di 9 dei 12 promotori, schiacciati dal peso delle critiche, delle pressioni politiche e delle sanzioni in arrivo anche sul fronte dei singoli campionati nazionali. La questione tuttavia rimase viva, almeno sui sentieri giuridici, in attesa che la Corte di Giustizia si pronunciasse sull’ipotesi di abuso di posizione dominante dell’UEFA avanzata dal Tribunale di Madrid su istanza del Real. Ed è a quella sentenza, emessa meno di un anno fa, che Perez fa riferimento. Ma cosa dice questa sentenza? Ha davvero dato ragione al Presidente del club spagnolo, come sostiene lo stesso Florentino? Ha davvero operato una rivoluzione epocale? Apparentemente sì, perché la Corte senza mezzi termini riafferma i principi di libera concorrenza nell’Unione, condannando le attuali norme sull’autorizzazione preventiva che il regolamento UEFA rivendica per la nascita di qualsiasi competizione analoga e concorrente . E tuttavia la stessa sentenza afferma che il concetto di autorizzazione preventiva di per sé non è incompatibile col diritto comunitario, a condizione che poggi su un quadro di criteri trasparenti e oggettivi in modo che questo potere non sia arbitrario o addirittura discriminatorio. In altre parole la Corte configura un abuso di posizione dominante dell’UEFA, ma solo perché gli attuali criteri connessi all’autorizzazione preventiva non sono affatto oggettivi e trasparenti. Dunque lo spazio per una lotta intestina, resta eccome. Nel momento in cui la UEFA si dotasse di tali strumenti, potrebbe continuare ad applicare le norme di autorizzazione preventiva e dunque impedire con sanzioni la 'fuga' dei club verso altri lidi. Tanto più che la stessa Corte, nella sentenza, si richiama più volte ai valori di apertura delle competizioni verso la logica del merito e della solidarietà, circostanza che dipinge certamente come illegittima qualsiasi forma di torneo chiuso e ad inviti, come da progetto originario della Superlega. Dall’altro lato nessuno può impedire ad alcuni club di formare una nuova Lega esterna all’UEFA, accettandone tuttavia le conseguenze: perché in presenza di criteri trasparenti, il massimo organo calcistico europeo potrebbe negare l’autorizzazione preventiva, relegando di fatto i club in una nicchia associativa formata solo da quei membri, per altro esclusi dai campionati nazionali visto che le singole federazioni aderiscono all’UEFA. In sostanza la libertà evocata da Florentino Perez è puramente potenziale, perché mediata e mitigata da ragioni giuridiche e di opportunità. E la Corte sembra aprire la strada più a una maggiore democrazia interna all’UEFA piuttosto che a una legittimazione del suo smantellamento. Tutto questo Florentino lo sa, tanto è vero che all’assemblea dei soci del Real non ha annunciato la ribellione rivoluzionaria tout court, ma ha posto critiche precise all’attuale organizzazione: “Il formato della nuova Champions è ingiusto e non lo capisce nessuno. La competizione attrarrà l’attenzione dei tifosi solo alla fine e non dall’inizio come avveniva prima. Si giocano più partite però valgono molto meno commercialmente, ogni incontro perde circa un 30% rispetto al valore precedente. La FIFA ha aumentato il numero di pause e la UEFA ha creato una Champions League incomprensibile; insieme a una nuova Coppa del Mondo per club. Dieci anni fa si organizzavano 488 partite, ora sono 760. Tutto questo mira ad aumentare i ricavi, senza considerare il benessere dei giocatori o la sostenibilità dello sport. Questo potrebbe portare a una stagione con fino a 82 partite! La UEFA e la FIFA hanno organizzato il 63% in più di partite: da 22 a 36." Argomenti che non sembrano prodromici a una scissione, quanto piuttosto alla rivendicazione di un maggior peso nei processi decisionali. Dunque Florentino Perez sembra abbia in mente un futuro diverso, innovativo e di maggior efficacia rispetto all’attuale. Un prodotto di successo in grado di cambiare le prospettive. Un po’ come il capolavoro pop di Michael Jackson di cui si celebra l’anniversario in questi giorni. Ma per farlo occorrono alcuni elementi fondanti. Intanto una squadra di partners di altissimo livello. Jackson scrisse la gran parte dell’album, ma scelse Quincy Jones come produttore, Rod Temperton come co-autore, Paul Mc Cartney come interprete di un duetto in qualche modo storico , Louis Johnson come bassista , Steve Lukather dei Toto per gli arrangiamenti di chitarra , Eddie Van Halen per il solo improvvisato di 'Beat it', Steve Porcaro come tastierista e autore di 'Human nature', John Landis come regista del video di Thriller, Fred Astaire come ispiratore del suo Moonwalk e Cajkovskij come musa concettuale per un album di sole hit e non, come accadeva all’epoca, di un solo grande pezzo corredato da riempitivi. Ma la squadra di Perez qual è? Al momento non è chiaro, ma dalle sue parole qualche indizio può emergere. Intanto quando parla del Barcellona, unica società a non aver mai abiurato al progetto Superlega: “Real e Barca devono aiutarsi a vicenda. Dobbiamo pensare a noi come a club tra i più grandi al mondo. Perché combatterci?”. Ma tra le righe si può leggere qualche sfumatura significativa anche quando parla di diritti Tv: “La lega francese è passata da un miliardo a meno di 500 milioni di incasso. I diritti della Serie A sono stati venduti a un prezzo molto inferiore di quanto sperato. Il Real Madrid incassa la stessa cifra di 10 anni fa. I club spagnoli sono in crisi”. Nessun cenno alla Bundesliga, che ha avversato sin dall’inizio il progetto rivoluzionario, ma una sorta di monito/invito alle squadre italiane e francesi alle prese con una stima al ribasso dei loro conti. Le prime perché originariamente inclini ad appoggiare il progetto, le seconde perché possibili future alleate in ottica anti Psg, la ricchissima società di proprietà di Nasser Al-Khelaifi che, proprio dopo i moti insurrezionali del ‘21, ha rivestito la carica di presidente dell’ECA, l’organismo che raggruppa i club europei e dal quale ancora oggi sono esclusi solamente Real e Barcellona. Inutile dire che per i due superclub spagnoli l’ECA è emanazione diretta dell’UEFA di Ceferin e dunque soggetto privo della necessaria forza e credibilità. Ed è in quest’ottica che va letta anche la giustificazione alla clamorosa protesta del Real Madrid che in extremis ha deciso di disertare la serata di gala per l’assegnazione del Pallone d’Oro 2024: “Quest’anno France Football ha deciso di associarsi alla Uefa. Si dice che quest’ultima non abbia influito sul voto... eccome se ha influito! Cambiati i criteri di voto, al primo 15 punti e non 6, e voti a giornalisti sconosciuti di Paesi con meno di un milione di abitanti. Senza l’influenza dei voti dei giurati di Angola, Namibia, Albania e Finlandia, Vinicius sarebbe stato Pallone d’Oro. Alcuni di questi non l’hanno messo nemmeno nei primi 10”. Dunque da una parte la ricerca di adesioni e alleanze in chiave antisistema, dall’altra la reiterata accusa, nemmeno troppo velata, di attività discriminatorie e ritorsive nei confronti della società leader di una possibile opposizione al potere costituito. Al momento, tuttavia, appare più chiara la pars destruens del progetto politico madridista, rispetto alla pars costruens che per ora non sembra poter contare su una riconoscibile rosa di partners. Ma oltre a una squadra convincente, servono idee forti. L’album di Michael Jackson è un originale miscela di stili, al punto da costituire un unicum che sfugge a qualsiasi catalogazione. Là dentro c’è di tutto, dal R&B alla disco, dal funk al rock, spesso in fusione permanente all’interno dello stesso pezzo. Con l’unica debolezza dell’eccesso di elettronica, la nuova frontiera degli anni ’80, che pervade la ritmica e la melodia con il risultato di rendere oggi un po’ datata la sua sonorità. Ma i dettagli e la filosofia di fondo restano intatti a comporre un’opera colossale. L’attenzione ossessiva agli arrangiamenti, limati e corretti sino allo sfinimento, e l’azzardo di inserire chitarre funk su ritmi caraibici o assoli metal su testi in metrica vagamente rap sono la cifra di un capolavoro Pop. Quali sono, invece, le idee alla base della rivoluzione di Florentino? “In 122 anni di storia abbiamo giocato qui a casa nostra contro squadre inglesi appena 22 volte – ha aggiunto Florentino - mentre ci sono stati oltre 100 Nadal-Federer. È la strada sbagliata”. Poco importa che i match ufficiali in tornei ATP tra i due grandi tennisti siano stati molti di meno, l’iperbole garantisce efficacia e tradisce una filosofia ben precisa, di natura commerciale. Ma qui emerge una contraddizione rispetto alle asserzioni precedenti che mettevano in relazione l’aumento delle partite e lo svilimento del loro valore. Sì, perché siamo proprio sicuri che 100 Real Madrid-Manchester City manterrebbero intatto il fascino e dunque il valore commerciale di questa sfida? Di più, il presidente del Real aggiunge che “Vogliamo trasmettere il calcio gratis, la gente soffre per pagare costi inammissibili per vedere le partite e la pirateria ha raggiunto livelli senza precedenti”. Dunque solo partite tra titani e gratis. Di per sé un’idea non necessariamente terrificante, salvo definire la rosa dei titani , il format della competizione e la forma di finanziamento che consenta la trasmissione gratuita di eventi così qualitativi e costosi. Non resta che attendere le prossime mosse, perché anche l’album di Michael Jackson fu inizialmente avversato da più parti per poi dispiegare tutte le potenzialità della sua forza innovativa. Nel 1982 era appena nata MTV, la tv che trasmetteva esclusivamente videoclip musicali. E l’idea di investire cifre allora ritenute folli per la realizzazione di un cortometraggio cinematografico affidato a un regista di primissimo piano apparve come un’operazione suicida. Fu invece l’apoteosi. Il volano commerciale per un contenuto nuovo e di altissima qualità. Nulla vieta che Florentino Perez riesca a percorrere lo stesso sentiero. Anche se per ora il suo progetto resta un mistero. Un giallo. Anzi, un thriller.