Serie A, è tempo di bilanci: conferme, sorprese e delusioni del girone d'andata

Nonostante un calendario pazzerello, con tante squadre che devono completare il girone di andata, c’è la possibilità di stilare un bilancio della prima parte di stagione. La classifica, recuperi a parte, pone in vetta il Napoli. Per molti è una sorpresa, per altri no. Conte ha raccolto una squadra a pezzi dopo una stagione che aveva cancellato entusiasmo e autostima. Dal decimo posto dello scorso campionato al primo attuale il balzo è enorme. E’ anche vero che De Laurentiis ha messo a disposizione di Conte la squadra per 8/11esimi campione d’Italia e sul mercato ha speso 150 milioni. Il Napoli è solido, la qualità del gioco non è eccelsa ma regala lampi di grande calcio, in particolare negli ultimi tempi con lo scatenato David Neres. L’Atalanta sta facendo il più bel campionato della sua storia. Dopo un inizio tra alti e bassi ha infilato undici vittorie consecutive. In classifica ha 41 punti e la sfida con la Juve da recuperare. Ha assorbito senza traumi la partenza di Koopmeiners e l’infortunio di Scamacca. Se la quota scudetto rimane al di sotto dei 90 punti può sognare l’impresa. L’Inter è terza ma con due partite in meno potenzialmente potrebbe essere al primo posto. Rispetto a un anno fa la qualità del gioco non si è abbassata ma la solidità difensiva non è la stessa. L’Inter subisce troppi gol rispetto al recente passato, in particolare nei minuti finali. La sensazione è che sia un problema di concentrazione. Mentre Inzaghi pare più focalizzato sul campionato, i suoi giocatori sembrano più determinati, attenti alla fase difensiva in Europa. Fondamentale che stia bene Calhanoglu. Il campo è stato chiaro: quando è assente il centrocampista turco, l’Inter perde molto del suo potenziale. La Lazio, al quarto posto, è una delle rivelazioni del girone di andata. Per un paio di mesi ha giocato il calcio più bello del campionato. Baroni sta facendo un lavoro straordinario ma nell’ultimo periodo la squadra sembra imborghesita. Ha abbassato i ritmi, pressa meno, ha perso quella spregiudicatezza che l’aveva resa grande. Baroni ha tolto un attaccante per inserire un centrocampista in più. Mossa comprensibile ma forse ha lanciato un segnale sbagliato alla squadra. La Juve, quinta con 32 punti, è la grande delusione del girone di andata. Thiago Motta è stato accolto con tutti gli onori, la società ha investito quasi 200 milioni sul mercato ma il rendimento non decolla. Dei nuovi bene Kephren Thuram e Conceicao. Un mistero la collocazione in campo di Koopmeiners, pagato 60 milioni e alla ricerca di una posizione che quasi mai è la sua. Fa discutere la gestione della rosa di Thiago Motta. Giocatori che sembrano diventati fondamentali all’improvviso finiscono in panchina. Altri messi fuori rosa, pur nell’emergenza infortuni. Un anno fa Allegri aveva 11 punti in più dopo 18 giornate. Poi crollò a metà girone di ritorno per chiudere con una media punti di 1,86. L’attuale media della Juve di Thiago Motta è di 1,77. La Fiorentina ha gli stessi punti della Juve e, forse, sta andando oltre le previsioni. Eppure i due acquisti più acclamati dell’ultimo mercato estivo stanno deludendo: Colpani, irriconoscibile, rispetto al giocatore ammirato a Monza e fortemente voluto da Palladino; in ombra anche Gudmundsson, da inizio stagione tormentato dai problemi a un polpaccio e mai tornato ai livelli del Genoa. Strepitoso, invece, il rendimento di altri due nuovo acquisti: Kean e De Gea. E se hai un portiere che para anche l’impossibile e un attaccante che segna sognare un posto nell’Europa nobile non è vietato. Il Bologna è settimo con 28 punti ma ha due partite da recuperare. La crescita della squadra, rispetto a inizio campionato, è evidente. Rispetto a Thiago Motta, il Bologna di Italiano è più offensivo. Sta crescendo Castro, ormai è recuperato Ferguson e Dominguez, pagato appena 4 milioni dal Gimnasia, appare come l’ennesima perla di mercato di Sartori. Il Milan è ottavo con 27 punti ma ha due partite da recuperare. Ha appena vissuto una rivoluzione che ha portato al trionfo inatteso in Supercoppa. Il divorzio con Fonseca era inevitabile e forse andava anticipato. Quando c’è una evidente frattura tra una parte della squadra e l’allenatore un taglio netto è doveroso. Sergio Conceiçao si è presentato come meglio non avrebbe potuto. Il Milan ha talento ma spesso pecca di equilibrio. Se Conceicao sistema la fase di non possesso il Milan può fare una grande seconda parte di stagione. La svolta è anche nel rendimento di Leao: quasi sempre svagato con Fonseca, travolgente con Conceicao.. L’Udinese ha 25 punti in classifica, con un ampio margine sulla zona retrocessione. Runjaic, scoperto in Polonia e accolto con scetticismo, sta facendo un ottimo lavoro. In crescita Lucca, che Spalletti sta osservando con attenzione. La Roma ha avuto una prima parte di stagione da incubo. Ventitré punti in 19 giornate rappresentano un rendimento inaccettabile ma l’arrivo di Ranieri sta riportando serenità e risultati. La vittoria nel derby può essere una svolta. Restano i problemi di fondo di un mercato discutibile, pur con tanti milioni spesi, e il retaggio di una gestione della panchina incomprensibile. Il Torino dopo una buona partenza è in forte calo. Il motivo è facilmente spiegabile: l’infortunio di Zapata. Fondamentale la scelta del sostituto nel mercato di gennaio. Il Toro ha valori importanti ma se gli attaccanti non segnano il campionato diventa tutto in salita. L’Empoli ha fatto un buon girone di andata, 20 punti sono in linea con le ambizioni di una salvezza senza affanni. Premiato il coraggio di puntare sugli attaccanti italiani: Colombo e, soprattutto, Sebastiano Esposito stanno facendo bene. Peccato per l’infortunio di Pellegri che era in forte crescita. Il Genoa ha svoltato con l’arrivo di Vieira. Era stato unanime il coro di dissenso per l’esonero di Gilardino, protagonista di due grandi stagioni alla guida del Genoa ma con Vieira la squadra è cresciuta. Vieira, che non ama particolarmente Balotelli, confida nella crescita di Vitinha, pagato quasi 20 milioni e tutt’ora all’asciutto ma in crescita come prestazioni. Il Parma viaggia tra alti e bassi. La squadra ha qualità, anche se l’infortunio di Bernabè è pesante da assorbire. La società ha speso molto sul mercato, puntando su giocatori di grande prospettiva. Forse un paio di rinforzi di esperienza farebbero comodo a Pecchia. Il Verona ha avuto un rendimento singolare fin qui. Ha alternato grandi imprese a passaggi a vuoto preoccupanti. Dopo la batosta con l’Empoli Zanetti è stato a un passo dall’esonero. Poi è rimasto, raccogliendo 4 punti in 3 partite. Il Como gioca un bel calcio, propositivo ma non sempre efficace. Paga l’aver dovuto rinunciare per molte partite ai due mediani titolari, Sergi Roberto e Maximo Perrone. La vittoria sulla Roma con la favola di Gabrielloni e l’esultanza di Keira Knightley rappresentano la copertina del girone di andata per la società dei ricchissimi fratelli Hartono. Il Cagliari ha raccolto forse meno di quanto seminato. Fatica a fare gol anche se Piccoli ha fatto un discreto girone di andata. Il 4-4-1-1 di Nicola ha messo spesso in difficoltà le grandi. Il Lecce ha assorbito il passaggio da Gotti a Giampaolo. La qualità del gioco c’è ma anche nel caso del Lecce gli attaccanti segnano poco. Krstovic da solo non basta. Il Venezia non è stato fortunato nel girone di andata. Quattordici punti sono pochi per quanto mostrato. Però la squadra è viva. Ha bisogno di un attaccante che affianchi o sostituisca Pohjanpalo. Il finlandese che in B segnava a raffica in Serie A è un po’ in difficoltà. Il Monza ha chiuso il girone di andata con 10 punti. Forse troppo pochi per sperare nell’impresa del girone di ritorno. Galliani non è uno che si arrende ma il budget per intervenire sul mercato non sembra sufficiente.

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Maurizio Compagnoni