Orsolini: "Non ho più nulla da dimostrare. Nazionale? Io sono qui"

Setti anni fa, nevicava, arrivasti a Bologna. Ora sei il più ‘vecchio’, il più esperto, il più innamorato… se guardi indietro cosa vedi? “Uno dei più vecchi, ti prego . Ricordo quel giorno come se fosse ieri, perché feci le valigie in fretta e furia da Bergamo, arrivai proprio l'ultimo giorno disponibile prima della chiusura del calciomercato invernale e mi misi subito a disposizione. E’ stata un po' una premonizione, come ti posso dire… sentivo che c'era qualcosa nell'aria, sentivo che era una città che mi piaceva, era una città molto accogliente, capii subito che mi potevo trovare bene qui, e così è stato. Sette anni dopo e parecchie decine di compagni dopo, perché nel corso degli anni si sono susseguiti tanti cambiamenti tra i vari mister e i direttori, io sono sempre qua. E’ una cosa molto bella, che mi inorgoglisce e spero di continuare”. 238 gare, 63 gol, 29 assist. Quest'anno 6 gol e un assist in Serie A, poi c'è anche un gol in Coppa Italia. Orsolini deve dimostrare ancora qualcosa? “Al massimo a me stesso. Non penso di dover dimostrare niente. Non per presunzione, ma perché sono abbastanza consapevole dei miei mezzi. So che nel mio ruolo molti non hanno questi numeri, quindi è una cosa importante e senz'altro un valore aggiunto, però io voglio dimostrare a me stesso di continuare a essere forte, di divertirmi e di far felici i nostri tifosi, solo quello”. Ora siete la squadra di Italiano? Ne parlavamo quando eravamo in ritiro, le novità che ha portato, la mentalità differente, le richieste differenti... “Dal primo giorno di ritiro il Mister aveva quei due-tre concetti chiave che voleva improntare all'interno della squadra. Non è stato facile entrare subito nello specifico su quello che ci chiedeva, ma col passare del tempo abbiamo capito le sue richieste, abbiamo capito come voleva giocare, ci siamo adattati, perché è anche giusto così, e penso che abbiamo passato un periodo in cui abbiamo trovato una certa stabilità sia a livello di gioco che a livello di risultati. Tralasciando l'ultima partita, che è stata un po' sfortunata sotto tanti punti di vista, il lavoro c'è, il lavoro paga e siamo contenti. Speriamo di continuare così, perché ci possiamo togliere anche quest'anno delle belle soddisfazioni”. Si è chiuso un anno, il 2024, di risultati storici e record. La fotografia di quest’anno mi sa che la posso immaginare, è quella della grande festa per la Champions raggiunta. Ma cosa è stato per te questo 2024? C’è un rammarico o un ricordo bello? E cosa inizia ora per il Bologna? “Io voglio guardare il bicchiere mezzo pieno, perché un anno così a Bologna non si vedeva da tantissimo tempo. Abbiamo scritto la storia di questo club… tornare in Champions League dopo quasi 60 anni è stata un'emozione unica. Un gruppo pazzesco, una cavalcata incredibile, contro tutto e tutti praticamente. Di questo 2024 che è appena passato non posso che avere solo ricordi positivi, sarà un anno impresso nelle nostre carriere. Però la vita va avanti, ogni stagione e ogni anno si resetta, dobbiamo ripartire con questo 2025 cercando di toglierci più soddisfazioni possibili”. Si può tornare in Europa, perché siete lì, ma che Europa può essere? “Non lo so. E’ un po' quello che dicevamo l'anno scorso ‘No, non si dice, non si parla’. Bisogna solo avere la testa bassa, pedalare e cominciare a macinare i punti come non mai, perché abbiamo visto anche l'anno scorso che per stare lassù ci vogliono tanti punti. Il modo migliore per fare i punti è vincere le partite, non c'è non c'è altra soluzione ”. Cosa vi ha dato la Champions? “Noi ci siamo sempre detti due cose: ‘Noi non perdiamo, o vinciamo o impariamo’. Per noi è stata una competizione nuova e una cosa bellissima. È una cosa che ha richiesto anche tempo di adattamento, perché non tutti erano abituati a quei ritmi, abbiamo affrontato giocatori di qualità mondiale. Obiettivamente la Serie A non è al livello della Champions League, perché ci sono dei giocatori veramente forti, prendi il Liverpool ma anche lo stesso Aston Villa mi ha impressionato… sono delle squadre veramente forti e nelle ultime partite affronteremo il Borussia Dortmund e lo Sporting Lisbona, che sono altre due corazzate. Sicuramente abbiamo fatto un percorso dove abbiamo imparato tanto, siamo stati anche in grado di giocarcela contro delle squadre di livello internazionale. Siamo contenti, perché non abbiamo perso mai la faccia, è la cosa più importante. Abbiamo sempre cercato di provare e imporre il nostro gioco, anche laddove non si poteva. Secondo me quando esci dal campo con la testa alta e la consapevolezza di aver dato tutto… ragazzi miei, ci sono anche gli avversari e che avversari, quindi va bene. Cercheremo comunque di onorare la competizione nelle ultime due partite che sono rimaste. E poi, lo sai meglio di me, il calcio è strano, può succedere qualsiasi cosa, quindi staremo a vedere. Noi ci prepareremo al meglio”. Sei un leader. In questi sette anni sei cresciuto e adesso la fase offensiva del Bologna non può prescindere da te. I numeri dicono che sei il primo in tutte le classifiche di chi attacca e di chi fa il penultimo passaggio o anche l'ultimo passaggio. C'è qualcosa da aggiustare nell’Orsolini di oggi? “C'è sempre qualcosa da aggiustare, se no non avremmo fatto questo lavoro. Noi siamo dei perfezionisti, andiamo sempre alla ricerca dell'errore per cercare di limarlo. La cura del dettaglio è fondamentale. E’ chiaro che poi ogni partita è a sé stante. Magari pensavi di avere meno carenza da una parte e poi in una partita non funziona bene qualcosina… è normale. Il lavoro quotidiano serve a questo, serve per andare a cercare di limitare il più possibile gli errori. Io continuo a fare quello che ho sempre fatto, cercando di fare le mie prestazioni, poi le mie caratteristiche ormai si sanno. Cerco sempre di aiutare la squadra, in questo mi sento molto cresciuto nell'ultimo anno e mezzo. Mi sento molto maturato, sono consapevole dei miei mezzi ma anche fiducioso dei miei compagni, quindi tutto quello che arriverà è tutto di guadagnato”. Nella prossima partita affronterete la Roma. All'andata l'avete battuta 3-2, fu l'ultima di Juric, tu hai fatto gol, però adesso è un'altra Roma… E’ una prova di maturità, come la state preparando? “Non è assolutamente la stessa Roma. E’ una Roma con gli stessi giocatori ma ora sono molto più consapevoli e molto più inquadrati. Secondo me Ranieri ha stravolto la mentalità dei giocatori della Roma. Da un lato mi fa piacere e sono molto contento perché conosco molti ragazzi che sono lì, però speriamo che facciano un bel campionato tranne domenica contro di noi . Dovremo stare attenti, concentrati, perché conosciamo le loro qualità, ci possono mettere in difficoltà in qualsiasi momento. Noi stiamo preparando bene la partita, però è una partita veramente insidiosa, dovremmo stare con le antenne ben dritte”. Una cosa che piace in questo Bologna è che vuole dominare e non mette in condizioni gli avversari di partire bene con la pressione. E’ un Bologna che ‘sporca tanto’ il gioco… “Hai usato un termine giusto ‘sporca tanto’. E’ un termine azzeccato. Cerchiamo di limitare il più possibile gli avversari perché ‘sporcando’ li mettiamo in difficoltà e poi ripartiamo forte. Sono alcune delle caratteristiche che il mister ci ha trasmesso, ritornando alla domanda di prima. Ci sono dei momenti della partita in cui amministriamo bene e giochiamo, però è capitato anche di soffrire. Ma non è detto che sia una cosa sempre negativa, perché la vera forza di una squadra si vede anche nei momenti di sofferenza. Anche l'anno scorso abbiamo sofferto in alcuni momenti, ma potevano attaccarci anche per tre partite di fila e non ci avrebbero segnato. L'impronta rimane quella, con qualche aggiustamento. Io sono convinto che siamo una squadra forte ma bisogna capire quanto lo vogliamo noi. Quanto noi vogliamo essere forti. Quello sicuramente incide tanto”. Il compagno che ti ha stupito di più per miglioramenti o per come incide? “A me onestamente piacciono molti giocatori in questa squadra, non voglio far nomi per non dimenticare nessuno. In tutte le fasi e in tutti i reparti abbiamo almeno due-tre giocatori fondamentali. Penso che sia un valore aggiunto avere una scelta del genere o la possibilità di inserire un giocatore piuttosto che un altro mantenendo la stessa qualità . Noi siamo consapevoli della nostra forza, tutti i giocatori dai più giovani e più vecchi, chi si è integrato bene e chi ancora si deve integrare al massimo. Però sono convinto che sarà un girone di ritorno in cui tutti i giocatori avranno una crescita nel loro percorso personale. Lo spero, sono fiducioso e poi ne riparliamo a fine anno”. Qual è la dote principale che deve avere il capitano del Bologna? “Bisogna essere leader con e senza fascia. Secondo me non è quella la cosa che ti rende capitano. Sono convinto che molte persone qui dentro abbiano quella cosa lì, possano trasmettere qualcosa agli altri, possano far sì che si tiri fuori quel qualcosina in più. Io, per esempio, se riuscissi anche a tirare fuori lo 0,5% da ognuno dei miei compagni, sarei l'uomo più felice del mondo. Secondo me la leadership è il fatto di trascinarsi tutti dietro, ma non solo a parole, basta anche una giocata, una pressione, un recupero, un salvataggio… qualcosa che dia la carica e ti faccia dire ‘Caspita, mi gasa questo qua, lo voglio fare anch'io’. Questo è l'obiettivo”. Sette anni al Bologna, gli ultimi con Sinisa, Thiago e Vincenzo: cosa ti hanno lasciato? “Sono tre allenatori e tre uomini completamente diversi. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa. Ho sempre cercato di avere un buon rapporto con tutti e sono contento e orgoglioso di essere stato allenato da queste persone, perché comunque - sia nel bene che nel male - mi hanno lasciato qualcosa. Mi hanno fatto crescere, mi hanno insegnato, a volte anche a brutto muso. Ma penso che a volte si crescre anche prendendo qualche ‘schiaffo’, tra virgolette e in senso metaforico. Devo ringraziare ognuno di loro perché sono stati fondamentali nel mio percorso di crescita. Ringrazio tutti e tre e un ricordo speciale a Sinisa, perché è sempre nel mio cuore”. Alla Nazionale ci pensi ancora? “Parlare della Nazionale è sempre bello. Mi rende orgoglioso questa cosa qui, però è chiaro che all'interno di un percorso ci sono delle scelte e delle dinamiche che non dipendono esclusivamente da te. Io sono qui, Riccardo del Bologna, cerco di continuare a fare bene la mia stagione, poi se viene bene, altrimenti continuerò a fare quello che ho sempre fatto. Sono contento, la Nazionale l’ho assaporata, assaggiata e gustata. Sono veramente contento di aver indossato la maglia azzurra, perché come mi diceva il buon vecchio Luca Vialli ‘azzurri una volta, azzurri per sempre’. Sono molto contento, sono state emozioni uniche, poi il futuro non sappiamo quello che ci riserverà. Sono molto contento di quello che sto facendo qui, perché Bologna è Bologna. A Bologna si sta bene e come ha detto qualcuno: ‘Bologna è la tua Nazionale. Ti vogliamo bene’”.

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