Santi Cazorla come Ulisse, Oviedo come Itaca. Il viaggio che porta alla promozione

Ulisse per tornare a Itaca ci ha messo venti lunghi anni, Santi Cazorla ventiquattro e altrettante difficoltà per riportare il Real Oviedo in Liga. Già, l’Odissea e la carriera del centrocampista spagnolo, in un certo senso, sono molto simili tra loro: attesa, ostilità, avventure e… un lieto fine. Cazorla, che a dicembre spegnerà 41 candeline, è il protagonista dei playoff per la promozione nel massimo campionato spagnolo con una punizione nella semifinale contro l’Almeria e un rigore trasformato in finale contro il Mirandes. Ma per Santi c’è stato un momento in cui tutto poteva finire. Bisogna tornare al 2013, in un’amichevole tra Spagna e Cile, quando cominciano i problemi al suo piede destro. Un infortunio che lo tormenta per cinque lunghe stagioni, praticamente per tutto il suo periodo all’Arsenal, quello che doveva essere il picco della sua carriera. Nonostante i fastidi, Cazorla continua a giocare grazie ad antidolorifici e infiltrazioni, ma il dolore si fa insopportabile. È il 19 ottobre del 2016, i Gunners giocano contro il Ludogorets in Champions League: “Piansi dal dolore, non potevo sopportare più nulla”. Non ci sono altre soluzioni: è necessaria l’operazione al tendine della caviglia. Sarà soltanto il primo di undici interventi: dopo un anno di riabilitazione, è costretto ad andare nuovamente sotto i ferri, questa volta per sistemare il tendine della zona plantare. La ferita, anche dopo numerosi ‘ritocchi’, non riesce a chiudersi: una situazione mai vista, con il tallone che sta andando in cancrena. “I medici mi dissero che se fossi riuscito a tornare a giocare con mio figlio in giardino mi sarei dovuto considerare soddisfatto”. Cazorla decide così di andare a farsi visitare in Spagna, dove i dottori lo salvano da un’eventuale amputazione della gamba: tre diversi batteri avevano mangiato otto centimetri di tessuto tra calcagno e tendine d’Achille. Tra i trattamenti utilizzati, anche l’esportazione di una parte di pelle dal braccio - tatuato - per ricostruire il tendine della caviglia e la conseguente esportazione di una porzione di pelle dalla coscia al braccio per coprire l’arteria: “Sono come un puzzle”. Passano 668 giorni dal Ludogorets e lo spagnolo torna a giocare una partita ufficiale, stavolta con la maglia del Villarreal. Dopo cinque anni a Londra, in cui nella parte iniziale vince 3 FA Cup e 3 Community Shield, non ci sono le condizioni per il rinnovo del contratto con l’Arsenal, ma riparte dal Submarino Amarillo, dove aveva già giocato tra 2003 e 2011, acquistato proprio dal Real Oviedo. A inizio millennio il club asturiano affronta una crisi finanziaria che lo porta in terza divisione e Santi, non ancora diciottenne, viene ceduto per far fronte a un momento critico che sarebbe durato per più due decenni, sportivamente e finanziariamente parlando. Il Real Oviedo, infatti, galleggia tra ‘Serie C’ e ‘Serie B’ spagnola e nel 2012 si salva dal fallimento soltanto grazie all’ingresso dell’imprenditore Carlos Slim Helú come azionista di maggioranza. Più recentemente, le delusioni arrivano sul campo: già l’anno scorso la Liga è ad un passo, ma l’Espanyol ha la meglio nella finale dei playoff. Insomma, questi sono i Polifemo, gli Scilla e i Cariddi di Santi Cazorla, che comunque nel frattempo vince due Europei con la Spagna, e del Real Oviedo. Ma come dice l’inno degli Azules, cantato a squarciagola allo stadio Tartiere prima della finale di ritorno e scritto dal cantante Melendi, tifosissimo della squadra, ‘Volveremos’, torneremo. Santi Cazorla a Oviedo ci torna dopo più di vent’anni, nel 2023, per chiudere la carriera nel club in cui è cresciuto da bambino: in seguito all’esperienza all’Al-Sadd in Qatar, il classe 1984 non vuole nemmeno essere pagato, ma per legge deve percepire il minimo salariale, circa 77.500 euro all’anno. A una sola condizione: investire il 10% del ricavato delle vendita delle sue magliette nel settore giovanile. Il Mago di Oviedo, oltre a 3 gol e 5 assist nella stagione regolare, a 40 anni risulta decisivo anche nei playoff: con una punizione bassa sul palo del portiere contro l’Almeria porta la squadra in finale e nell’ultimo atto scaccia la paura con un rigore per aprire la rimonta che sancisce il definitivo 3-1 contro il Mirandes e un posto nella Liga 2025/26 a ventiquattro anni dall’ultima volta. Per Santi Cazorla e il Real Oviedo Itaca ha una data ben precisa: 21 giugno 2025.

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