Nessuno ama il calcio più di Juan Mata

Nome: Juan. Cognome: Mata. Età: 37 anni. Professione: calciatore. Segni particolare: un amore incredibile per il pallone. Nel senso più romantico del termine. Perché Mata, che gli appassionati della Premier League ricorderanno per aver passato più di un decennio di carriera tra Chelsea e Manchester United, non ha ancora appeso gli scarpini al chiodo, nonostante abbia lasciato l’Europa da un paio d’anni. Anzi. Perché Mata, dopo aver giocato in Spagna, Inghilterra, Turchia e Giappone, ha deciso di spendere la sua ultima parte di carriera in Australia con il Melbourne Victory – dopo aver indossato per qualche mese anche la maglia del Western Sydney Wonderers – invece di andare a caccia del contrattone negli Emirati Arabi. La spiegazione? L’ha data lo stesso Mata a Espn: “Per amore del gioco”. Juan Manuel Mata García è sempre stato un calciatore romantico. Ce l’ha nel sangue. Suo padre, quasi omonimo, Juan Manuel Mata Rodriguez, è stato un dignitoso attaccante del Burgos, in Segunda Division spagnola, tra gli anni ’80 e ’90, squadra in cui ha passato gli anni più importanti della carriera. Viene da sé in quale città è nato il ‘nostro’ Mata: proprio a Burgos, città di poco più di 170mila abitanti, capoluogo dell’omonima provincia e uno dei centri principali della regione di Castiglia e León. I primi calci al pallone invece li ha dati nelle giovanili del Real Oviedo, lo stesso club in cui il padre aveva esordito nemmeno diciottenne tra i professionisti. Ha giocato quattro stagioni al Valencia, la società che lo ha lanciato e fatto diventare uno degli esterni più importanti d’Europa, ma poco prima di passare al Chelsea nell’estate del 2011 ha voluto rinnovare il suo contratto con il club, in modo tale la proprietà potesse massimizzare il costo del suo cartellino durante la trattativa con i Blues. Il mantra è stato lo stesso nel gennaio 2014, quando nonostante con il Chelsea avesse vinto una Champions League, una Europa League e una FA Cup in poco più di due stagioni, decise di accettare la corte del Manchester United perché con José Mourinho, nuovo manager del club, il suo minutaggio si era bruscamente ridotto. Tutto per amore del calcio, per continuare a sentirsi protagonista all’interno del suo mondo. Anche perché tra il 2014 e il 2022 i ‘Red Devils’ non sono stati la corazzata capace di dominare il calcio inglese ed europeo con ‘Sir’ Alex Ferguson: altre due FA Cup, due Coppe di Lega, un Community Shield e un’Europa League nel 2017 – guarda caso proprio con Mourinho in panchina – sono state aggiunte al suo palmares, dovendo lottare spesso solo per entrare tra le prime quattro, figurarsi lottare per il titolo. Un vero e proprio atto di fede, durante il periodo forse più mediocre di una delle squadre più vincenti della storia dello sport: se non è amore per il calcio questo… Una volta lasciata la Premier League – dopo 420 presenze, 84 reti, 95 assist e 7 titoli tra Chelsea e United – Mata ha deciso di provare un’esperienza al Galatasaray nella stagione 2022/23 e una al Vissel Kobe, in Giappone, ex squadra dell’amico Andrés Iniesta, dove però si è fermato solo pochi mesi , sufficienti per aggiungere al suo palmarès un campionato giapponese, oltre a quello turco vinto poco tempo prima. A gennaio 2024 si è trovato svincolato: nove mesi senza squadra, valutando da un lato il ritiro e preparando il post carriera dall’altro, ovviamente sempre nel mondo del calcio, con l’acquisto di alcune quote del San Diego FC, formazione del campionato statunitense. Contemporaneamente ha trovato una nuova casa, in Australia, nei Western Sydney Wonderers, la seconda squadra della capitale, con cui ha firmato e giocato tutta la stagione 2024/2025, senza mai diventarne un titolare fisso e uscendo al primo turno dei playoff della A-League Men. Evidentemente, per Mata, i conti con l'Australia non erano ancora chiusi, tanto da firmare un altro contratto di una stagione con i Melbourne Victory, dove in queste prime settimane di campionato ha già avuto modo di essere protagonista. "Volevo dimostrare di poter ancora giocare ad alto livello, e non concludere con un'eliminazione ai playoff senza giocare", ha raccontato ai giornalisti di ESPN che lo hanno raggiunto durante il ritiro estivo della squadra, "Da calciatore professionista ho imparato che tante cose sfuggono al nostro controllo. Tra quelle che possiamo decidere ci sono l'atteggiamento e l'amore per il gioco, e io ho ancora tantissima passione". E allora pazienza se il calcio lì non è ad altissimi livelli, perché l'Australia è stata una scelta di vita, un paese ricco di opportunità e paesaggi mozzafiato: Melbourne, per esempio, è famosa per i suoi locali e per la cultura del caffè, e Mata ha ammesso di non vedersi in altri Paesi per l'ultima parte della carriera. "Alcune volte nel corso di una carriera, soprattutto quando giochi ad altissimi livelli, le aspettative e le responsabilità tendono ad affievolire quella sensazione di gioia che è legata al calcio", ha confessato sempre a ESPN. "Da bambino ho iniziato grazie a mio padre, e nella mia carriera ho sempre cercato di ritrovare quella felicità in ogni squadra. Ecco perché gioco ancora e perché sono qui: per amore del calcio, perché quando ho la palla tra i piedi e mi muovo in campo sento ancora quella gioia di quando ero piccolo". In coerenza con il personaggio, romantico e passionale, Mata ha scelto di giocare con il numero 64, lo stesso che ha utilizzato in Turchia e in Giappone, perché è l'età che aveva sua madre quando è venuta a mancare del 2021 dopo una lunga malattia. Perché vanno bene i titoli e l'amore per il calcio, ma la mamma resta sempre la mamma.

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Simone Dagani