La nuova vita sportiva di Leonardo Bonucci

“Senti, Leo. Abbiamo in mente una cosa un po’ strana”. Noi il dialogo lo ricostruiamo, ma è più o meno nata così. Ah, giusto per la cronaca: ‘Leo’ è Bonucci, che però degli Old Boots non vuole essere protagonista, ma parte di un gruppo. Anche per recuperare quella semplicità di giocare a calcio tra amici, che è un po’ la filosofia della squadra. Ma procediamo con ordine e vediamo gli attori che mettono in scena un copione ormai recitato da qualche mese. C’è Luca Boffa, amico e socio, oltre che di Bonucci, di Claudio Marchisio per una serie di attività commerciali; c’è Marco Roscio; c’è Fabio Varanese, che ha un’impresa di sicurezza che ha lavorato per anni con Alex Del Piero; c’è soprattutto Pietro Deideri, capitano della squadra di calcio a 8 che nasce con la voglia di ritrovarsi e di divertirsi. E possibilmente di vincere. Old but gold ‘Old boots’, nel senso di vecchi scarpini. “Non siamo più giovanissimi” scherza Deideri, ma certe cose nel calcio non si perdono mai. “Abbiamo tutti giocato tra Eccellenza e Serie D, il calcio ci mancava: ci siamo ritrovati con l’idea di fare il classico calcetto settimanale, ma un pochino più ambizioso”. E così è stato. Logo, divise ufficiali, sponsor e tanto di firme sui contratti. Con una testimonial d’eccezione per le maglie: Cristina Chiabotto, che veste bianconero perché, di fatto, per molti la fede è juventina. Non per tutti. Perché, per esempio, in campo c’è anche l’ex granata Simone Loria. E fino a poche settimane fa anche un altro ex Toro, Simone Benedetti, che ha però di recente firmato con il Derthona e di conseguenza ha dovuto prendere una pausa dal progetto. “Per me questo è veramente un gruppo di amici” ha detto Loria. 49 anni, ancora in grande forma con una leadership in difesa proprio in coppia con Bonucci. “Quando mi hanno chiamato, non ho avuto dubbi: al calcio non si dice quasi mai di no…”. Cosa manca per ogni squadra che si rispetti? Il calciomercato e i tifosi. Nessun problema, si è risolto pure questo. Per il primo, il colpo è in attacco: Ciccio Caputo. L’ex Empoli e Sassuolo, tra le altre, ha firmato per 5 partite. Aperta parentesi. In Italia ci sono più Leghe di calcio a 8, compresa quella di Torino, che conta oltre 70 squadre suddivise tra Campionato Open, quella a cui partecipano gli Old Boots, e Over 35. Le prime dei vari gironi Open, si sfideranno ai playoff. La vincente andrà a giocare dal 19 al 21 giugno una fase finale a Roma che prevede una sfida tra le migliori di tutte le Leghe: per ciascuna squadra, però, potranno giocare solo quei calciatori che hanno collezionato almeno 5 presenze durante il campionato. Chiusa parentesi. Caputo è il bomber che agli Old Boots mancava. Ed è stato annunciato con tutti i crismi: video ufficiale, momento della firma, tanto di stretta di mano con Bonucci, che sa che per una squadra non serve avere solo una difesa forte, ma anche un attacco che non deluda. “Ho smesso di giocare, ma in verità non ho mai smesso” ride Caputo. Prima la Kings League, ora il calcio a 8: “Ma Leo e i suoi amici hanno insistito tanto, non potevo dire di no. È sempre bello giocare, segnare, vincere. Alla fine è stata tutta la mia vita, finché posso e voglio continuerò a giocare. Mantenendo però la giusta umiltà” sottolinea. Della serie: non c’è nessun Marchese del Grillo, non c’è un Bonucci, un Caputo, un Loria o chissà chi. Siamo tutti compagni, allo stesso livello. E così è. Punti per il lettore attento Primo punto: partiamo dall’abstract, in cui viene citato Federico Gatti. Si ricollega alla perfezione con l’umiltà di Caputo. Perché ogni squadra ha un suo allenatore e, possiamo garantirlo, viene ascoltato da tutti con grande attenzione. Si chiama Antonio Ballario, ha sempre allenato in squadre di provincia, spesso nelle selezioni giovanili, dove ha lavorato proprio con Gatti. “Lo allenavo nel Pavarolo”, conferma Ballario. “Abbiamo anche vinto la Coppa Italia in quegli anni”. Il suo ruolo? “La mezzala sinistra nel 4-3-3. Era un sotto età: giocava con i ‘97”. Ah. “Era altissimo, ma di testa doveva migliorare molto. Direi che l’abbia fatto egregiamente”. Ballario è stato chiamato ad allenare gli Old Boots dai suoi ex giocatori. “Li metto solo in campo” ride. “Bonucci, Caputo e Loria? Con loro è facilissimo: ascoltano sempre. Leo a volte vuole andare avanti, ma noi cerchiamo di tenerlo dietro il più possibile” ride. Secondo punto: il tifo. Quello che è diventato incredibilmente caldissimo, anche nel gelo delle sere decembrine torinesi. Sugli spalti dei campi del Cit Turin , ci sono sempre decine di spettatori, pronti con i fumogeni e i cori a incitare la squadra. O i giocatori, che dal campo rispondono con un saluto. Forse la chiusa di questo pezzo racchiude una banalità, ma una grande verità: il calcio è davvero universale, a qualsiasi livello. Bonucci e tutti gli altri l’hanno capito bene, hanno recuperato in pieno la voglia di divertirsi senza necessariamente la pressione di vincere. Anche se di vincere hanno sempre una voglia pazzesca. È anche il loro slogan, scritto anche sulla maglia: old but gold. Non serve altro per spiegarlo.

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Valentino Della Casa