Le 5 migliori giocate della 9^ giornata di Serie A

Calcio

Daniele Manusia (in collaborazione con "l'Ultimo Uomo")

Il tunnel di Duvan Zapata, l'elusività di Ilicic, il salvataggio di Albiol sulla riga sul pallonetto di Vecino e altri gesti tecnici notevoli dall'ultima giornata di campionato

Nell’era del calcio su YouTube non è più cosa semplice definire il valore delle singole giocate. Davanti al computer siamo abituati a vedere troppe azioni assurde per apprezzare un filtrante giocato con sensibilità, per cui magari ci saremmo alzati in piedi allo stadio. Per combattere questa inflazione, dobbiamo sforzarci di mantenere vivo quel senso di meraviglia di fronte alle piccole cose (alle piccole giocate) che in partenza ci spinge a guardare anche le partite di calcio più inutili, che ci fa seguire i calciatori minori con cui possiamo instaurare un rapporto a volte personale.

Il salvataggio di Albiol sulla linea di porta

Il mestiere del difensore è quasi sempre ingrato, ma lo è particolarmente ad alto livello, dove ogni errore viene ingigantito dal talento degli avversari e la normale amministrazione è fatta di sforzi invisibili: non solo non finiscono negli highlights ma per molti tifosi sono semplicemente scontati. Le occasioni per mettersi in mostra positivamente, come quella capitata ad Albiol contro l’Inter, sono rare ed è bene farsi trovare pronti. Al posto giusto, nel momento giusto. Albiol ha seguito un atavico istinto di sopravvivenza che manda da sempre i difensori sulla linea di porta in caso di pericolo, quando sono troppo lontani dal pallone per intervenire e il portiere è dovuto uscire come ultima speranza.

Premiare il salvataggio di Albiol è un modo per sottolineare anche la grande azione di Vecino, in particolare l’ultima parte, quando riceve il passaggio di ritorno con Reina sui piedi. Se il pallonetto di Vecino fosse entrato sarebbe stato bellissimo, ma è bello anche che ci fosse Albiol sulla riga (e che abbia avuto il sangue freddo per eseguire un retropassaggio di testa tra le braccia di Reina che era ancora a terra). In quante occasioni un difensore corre sulla riga di porta ma non arriva sul pallone per pochi centimetri? Per una volta che lo sforzo di un difensore ha avuto un effetto così visibile, mi sembra giusto celebrarlo.

Cambio di gioco di Stephan El Shaarawy contro il Torino

A proposito di dettagli che non finiscono sugli highlights. Stephan El Sharaawy a metà del primo tempo effettua un cambia di gioco su fallo laterale, un gesto gratuitamente bello, forse persino rischioso. Niang per poco non intercetta la palla (alza una gamba ma non ci può arrivare) e persino Florenzi e Pellegrini sembrano colti di sorpresa quando la palla arriva dalla loro parte. Ma è anche un gesto con una sua utilità, che genera un cambiamento nella partita: si passa da una situazione in cui il Torino sta stringendo in pressione sulla linea laterale, a quella in cui la Roma attacca fronte alla porta con molto campo davanti.

Insomma, sembra un gesto sensato proprio perché ha preso tutti di sorpresa, grazie anche alla forza che El Sharaawy ha dato alla palla colpendola di collo pieno, con un leggero effetto in top-spin che le fa cambiare direzione quando tocca terra. Un gesto che mi sento di definire vitale, eseguito da un calciatore che non sta attraversando un grandissimo momento. Il che fa sperare che sotto la calma apparente dell’esterno sinistro disciplinato e preciso, ma che sta faticando a imprimere il proprio nome in questa stagione della Roma, ci sia un vulcano pronto ad esplodere.

Il quarto gol della Sampdoria contro il Crotone

D’accordo, questa non è la giocata di un singolo giocatore, ma a volte un’azione corale può esprimere il carattere di una squadra come un singolo numero fa con un calciatore. L’azione del gol di Linetty è molto bella e - anche tenendo conto dell’atteggiamento poco conflittuale del Crotone, già sotto di tre gol - ci dice qualcosa di interessante sul gioco della squadra di Giampaolo.

Anzitutto è interessante notare che il giocatore a ricevere palla sulla fascia destra è Gastón Ramírez, molto più in basso di quanto ci aspetteremmo giochi un trequartista. È un esempio della libertà con cui l’uruguaiano si può spostare in giro per il campo per sfuggire alla marcatura a uomo, sicuro che i compagni compensino i suoi movimenti. In questo caso Praet si allarga a destra, mentre Torreira sale palla al piede per il corridoio centrale che si è aperto.

Con la palla al piede Praet mette la pausa, pensa un paio di volte sul da farsi, muove la palla con la suola come a voler crossare per Zapata al centro, poi invece sceglie di triangolare con Caprari che si è fatto vedere in orizzontale fuori dall’area. Dopo essersi inserito in area e aver controllato il passaggio di ritorno, Praet crossa all’indietro senza guardare, rasoterra, in quella zona dove “ci deve essere qualcuno” per forza di cose. Infatti c’è Linetty, che segna il suo secondo gol consecutivo, dopo quello della settimana scorsa all’Atalanta.

Si parla giustamente del lavoro di Giampaolo, questo gol è soprattutto la radiografia di una squadra in salute, composta da giocatori tecnicamente in grado di prendersi la responsabilità di indirizzare l’azione vincendo duelli individuali e scegliendo con libertà, persino improvvisando, tra le diverse opzioni offensive a disposizione.

Ilicic protegge palla poi si libera con un tunnel

Forse la storia di questo inizio di stagione più sorprendente è la trasformazione di Josip Ilicic. Nessuno avrebbe potuto immaginare che, inserito nel meccanismo di Gasperini, sarebbe diventato un ingranaggio così efficiente, in così poco tempo. Ilicic è uno di quei giocatori amati e odiati al tempo stesso, dai propri tifosi, perché bellissimo e inconcludente. Uno di quei calciatori in cui proiettiamo tutte le nostre speranze di veder finalmente esplodere un grande giocatore con i colori della nostra squadra, per poi restare delusi quando scopriamo che non corrisponde al nostro ideale.

Per questo è molto bello guardare Ilicic per quello che è veramente, oggi che è nell’Atalanta: un giocatore con un talento tecnico oggettivamente superiore alla media, che nel contesto giusto è in grado di esaltarsi e accendersi, anche se solo per brevi istanti. Contro il Bologna scambia con Petagna, che protegge il pallone usando il corpo e allontanandosi dai giocatori che lo seguono da dietro. Quando il pallone gli viene restituito, Ilicic mostra un tipo di protezione completamente diversa: per sfuggire al primo avversario si fa passare la palla sotto le gambe, fa per tornare indietro ma viene raddoppiato e deve usare il tacco sinistro per andare dentro al campo. Lì, però, trova altri due avversari a chiuderlo e a quel punto può solo toccare la palla un’ultima volta, trovando comunque lo spazio per passarla a un compagno.

Un’arte elusiva paragonabile a quella di Floyd Mayweather e di altri pugili fenomenali nello schivare. Solo che al posto della propria faccia, Ilicic fa sparire il pallone, lo allontana di quei pochi centimetri necessari per sfuggire alla distanza dell’avversario.

Tunnel di Zapata a centrocampo

Il calcio è un gioco semplice, ma anche ricco di sfumature e sottigliezze. Sta ad ognuno di noi giudicare quelle che merita degne della propria attenzione, io ho scelto questo tunnel di esterno di Duvan Zapata non solo perché parliamo di uno dei centravanti più in forma del campionato, ma anche per come sfrutta l’intuizione di Trotta facendogliela pagare carissima. Dopo aver stoppato di petto un passaggio sbagliato proprio da Trotta, Zapata si gira per un attimo verso la propria difesa, potrebbe andare da quella parte e proteggere palla con il corpo, invece ha un’intuizione. Dato che Trotta è già sbilanciato in quella direzione, perché non prenderlo controtempo e costringerlo a inseguirlo? Già che ci siamo, perché non fargli passare la palla tra le gambe? Zapata conclude l’azione nell’unico modo che avrebbe potuto ulteriormente sottolineare l’umiliazione: farsi inseguire e prendersi il fallo al primo contatto con Trotta. Il calcio è un gioco semplice e vince chi fa più gol, ma non significa che in novanta minuti non ci sia il tempo di divertirsi anche.