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Ancelotti: "Per i prossimi 10 mesi riposerò. Bayern? Meglio tacere..."

Bundesliga
Carlo Ancelotti ha parlato a margine di un evento a Gerusalemme

L’allenatore italiano è tornato a parlare a pochi giorni dal suo esonero dal Bayern Monaco a margine di un evento con i bambini a Gerusalemme. "Niente altre squadre", almeno per il momento

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Pochi giorni dopo la sua separazione dal Bayern Monaco, Carlo Ancelotti guarda avanti. Nel suo futuro ci sarà ancora una grande panchina internazionale, c'è da scommetterci, ma per ora l'allenatore non intende affrettare i tempi. Per il momento nella testa di Carletto non c'è l'intenzione di tornare a sedersi alla guida di una big europea: niente Milan, PSG né nient’altro, soltanto un po' di meritato riposo. A rivelarlo è stato lo stesso allenatore a margine di un incontro con i bambini a Gerusalemme, dove è stato invitato dalla Ong 'Assist for peace' che ha organizzato un incontro nel campo di calcio del patriarcato armeno con bambini cristiani, musulmani ed ebrei. "Meglio tacere" ha detto in maniera sbrigativa l'allenatore ai giornalisti che gli chiedevano di tornare sull'esonero da parte del Bayern Monaco. "Sono molto contento di essere qui questo è un impegno che volevo assolutamente mantenere perché credo che i bambini siano il nostro futuro, dico soltanto questo" ha dichiarato in conferenza stampa l'allenatore.

Dieci mesi di riposo

"Per i prossimi 10 mesi mi riposerò, non allenerò nessuna squadra" ha assicurato l'allenatore emiliano. Dopo l'addio deciso dalla dirigenza del club bavarese, la squadra non sembra essersi ripresa visto che nell'ultimo impegno era riuscita sì a passare in vantaggio di due gol ma aveva poi subito la rimonta dell'Hertha Berlino. Non c'è stato dunque l'effetto scossa che la società desiderava con l'arrivo di Willy Sagnol in panchina. Intanto, proprio dalla Germania, continuano ad uscire numerose indiscrezioni che riguardano il rapporto non più positivo tra lo stesso Ancelotti e numerosi componenti della rosa del Bayern.

Le accuse dello spogliatoio

"Oltre a non aver dato il suo appoggio all'allenatore dopo la sconfitta di Parigi, Robben continuava a criticare i metodi di allenamento della guida italiana, sosteneva che quelli di suo figlio erano più duri di quelli della prima squadra - rivela la Bild - anche altri suoi compagni condividevano questo pensiero e per questo avevano deciso di aumentare per conto loro i carichi di lavoro nonostante l'opinione contraria di Ancelotti, tanto che alcuni giocatori del Bayern si riunivano in segreto per allenarsi". Oltre all'esterno olandese anche Neuer, Muller e Boateng sarebbero stati determinanti nell'allontanamento dell'italiano dal club. Per Ancelotti questa è ormai acqua passata, una storia alle spalle di cui adesso ancora non vuole parlare. Nel suo presente non c'è alcuna panchina, in futuro si vedrà.