El Ghazi non si scusa, il Mainz pensa a vie legali
la vicendaGiorni fa l'olandese aveva pubblicato una storia a sostegno della Palestina nel conflitto con Israele. Dopo essere stato sospeso e poi reintegrato dal Mainz ha pubblicato un altro post in cui ribadisce la sua posizione, a cui il club ha poi risposto
"Il Magonza 05 rileva con sorpresa e disagio le dichiarazioni di Anwar El Ghazi sui suoi canali social. La società verificherà legalmente i fatti e poi valuterà le azioni. Il giocatore è in permesso da lunedì e attualmente non si sta allenando". Con questa nota il club fa capire che non è affatto risolto il caso creato dai post sui social del suo calciatore Anwar El Ghazi, olandese di origini marocchine. Il giocatore si era schierato apertamente contro Israele e a favore della causa palestinese. Ciò era costato al giocatore il fatto di essere messo fuori rosa, ma poi era stato reintegrato.
Il post pubblicato su Instagram
"Ma io non mi pento né ho rimorsi a proposito della mia posizione - ha fatto sapere sempre via social El Ghazi, provocando la reazione via comunicato del suo club -. Non prenderò le distanze da quanto ho detto, oggi e finché non esalerò l'ultimo respiro sto con l'umanità e gli oppressi. Quanto ho postato in data 27 ottobre 2023 è il mio ultimo pensiero, e qualsiasi altro attribuito a me non è corretto e non è stato fatto o autorizzato da me. La mia posizione rimane la stessa di partenza: sono contro la guerra e la violenza; contro l'uccisione di civili innocenti; contro ogni forma di discriminazione; contro l'islamofobia; contro l'antisemitismo; contro i genocidi; contro l'apartheid; contro l'occupazione e l'oppressione". "Non ci sarà mai la giustificazione all'uccisione di 3500 bambini nelle ultime tre settimane a Gaza - la riflessione di El Ghazi -. Come può rimanere il mondo rimanere in silenzio quando a Gaza viene ucciso un bambino ogni 10 minuti? Nel tempo che impiego a giocare una partita vengono uccisi 9 bambini. E questo numero cresce ogni giorno. Io non posso rimanere volutamente in silenzio. Dobbiamo chiedere che finisca subito il conflitto a Gaza!". Ora non rimane che attendere quali provvedimento intenderà prendere il Magonza.
Il post costato la sospensione
Nel post che gli è costato la sospensione da parte del suo club, El Ghazi si era apertamente schierato in favore della Palestina. Questo il testo: "Questa non è guerra. Quando una parte taglia acqua, cibo ed elettricità all'altra non è guerra. Quando una delle due parti ha armi nucleari non è guerra. Quando una delle due parti utilizza immagini generate dall'Intelligenza artificiale per diffondere disinformazione sull'altra non è guerra. Quando i social censurano i contenuti di una parte e non dell'altra non è guerra. Questo non è un confitto né una guerra. Questo è genocidio, distruzione di massa e noi vi stiamo assistendo in diretta. Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera".