Non si era mai vista una Bundesliga così. Letteralmente

Die Bundesliga ist zurück! La traduzione è facile facile, torna la Bundesliga, ma era da un pezzo che il campionato tedesco non regalava così tante novità prima dell’inizio di una stagione. A livello di esperienza per i tifosi, per esempio, vedi la camera indossata dall’arbitro durante le partite che permetterà di entrare in campo con lui. Si è già visto qualcosa durante la Supercoppa vinta dal Bayern Monaco a Stoccarda e, fidatevi, lascia a bocca aperta soprattutto perché le immagini vengono mostrate subito dopo i replay dei gol. Si potrà anche entrare nei bus delle squadre e seguire i giocatori all’arrivo allo stadio o sentire le loro interviste direttamente negli spogliatoi. Questo a livello produttivo, come si dice in gergo, per un campionato sempre più tecnologico ma anche con un sacco di facce nuove, punti di domanda, grandi ritorni. Quello del derby di Amburgo, per esempio. L’HSV finalmente ce l’ha fatta a raggiungere la promozione e contro il St. Pauli tornerà in Bundesliga una delle sfide cittadine più affascinanti al mondo per storia, radici, passione, idee e stile di un posto unico. Giusto per raccontare la dimensione strana degli ultimi anni del calcio tedesco, a Colonia a maggio per strada c’erano centoventimila persone per festeggiare la vittoria del campionato dell’FC Köln. Sì, ma in Zweite Bundesliga, la serie B tedesca. Le squadre storiche da un po’ fanno fatica e ormai hanno lasciato spazio a realtà come il Friburgo, che sfiora la qualificazione in Champions, e il Mainz, che si è preso quella in Europa League al posto addirittura del Lipsia. Dove Klopp ha iniziato una vera e propria rivoluzione: in panchina l’ex Werder Brema classe 1988 Ole Werner, soprattutto via gente come Sesko e Poulsen, la superstar da ottanta milioni e il leader che era lì da una decina d’anni. Dentro la solita carrellata di talenti che praticamente conoscono solo gli scout della Red Bull. E che, come al solito, a fine stagione saranno sulla bocca di tutti. Di Jobe Bellingham a Dortmund invece si è parlato forse già troppo. Come suo fratello è arrivato al BVB per una trentina di milioni ma con due anni in più: Jude era stato preso appena diciassettenne con pochissime presenze nel Birmingham, Jobe l’anno scorso invece aveva giocato più di quaranta partite nel Sunderland promosso in Premier. Insomma, esperienza diversa ma stile di gioco piuttosto simile, in pieno stile famiglia Bellingham… Gran fisico, inserimenti e tecnica da urlo. Aggiungeteci il fatto che a Dortmund sono riusciti una volta tanto a trattenere l’attaccante star, Guirassy, o gente come Schlotterbeck e capirete perché in Germania sono convinti che quest’anno il Borussia potrà riaccendere il Klassiker con il Bayern. Anche perché via Xabi Alonso a Leverkusen hanno oggettivamente smantellato la storia più affascinante degli ultimi anni. Non solo in Bundesliga, ma in giro per l’Europa. A partire da Wirtz, ma la lista è davvero lunghissima, insomma sarà tosta per Ten Hag. La dirigenza del Bayer ha sempre dimostrato di saperci fare, ci mancherebbe, ma nel frattempo nel dubbio auguri, caro Erik. E poi c’è Monaco, dove fra l’altro si sono presi il capitano proprio del Leverkusen, Jonathan Tah, per di più a parametro zero. Avrebbero molto volentieri continuato lo shopping con Wirtz, che però li ha snobbati per il Liverpool ed è una cosa che ai bavaresi non capita quasi mai. Status diverso rispetto agli altri in Baviera, si sa, tanto che uno come Luis Diaz, pagato settanta milioni, viene considerato una sorta di rincalzo. Che però nella supercoppa della scorsa settimana, gol a parte, ha già dimostrato di intendersi alla grande con Kane, anche se a Monaco ricordano bene che l’ultima star ad aver lasciato il Liverpool per giocare all’Allianz Arena, vedi Sadio Mané, non era andata benissimo. La certezza si chiama Vincent Kompany, gran lavoro l’anno scorso alla prima stagione soprattutto nel normalizzare un ambiente che arrivava da periodi parecchio turbolenti. Gestiti spesso da Thomas Müller, simbolo anche davanti alle telecamere quando c’era da metterci la faccia, e la sua assenza sarà senza dubbio la novità più importante della Bundesliga 2025-26. La prima senza Thomas dopo diciassette anni.

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Non si era mai vista una Bundesliga così. Letteralmente

Niccolò Omini