Nessuno in questo momento sa valorizzare i giovani meglio della Bundesliga

Nachwuchs. In Germania chiamano così i ragazzi che giocano nelle giovanili di qualsiasi club, dalla Bundesliga in giù, e già la parola rende bene l'idea di quanto importanti siano considerati da quelle parti. Perché Nachwuchs significa nuova generazione e, in modo più colloquiale, anche figli. Il Fußball quindi inteso come una famiglia che cresce insieme ai propri bimbi o, volendo essere meno romantici, un sistema che si basa su un assunto piuttosto logico: senza ricambio generazionale a un certo punto qualsiasi industria muore. Lasciate perdere il discorso delle accademie federali, quelle ormai hanno fatto scuola. Qui si parla della visione comune di tutte le società di calcio tedesche che, a partire dalle più importanti e soprattutto in questa stagione, sono tornate in blocco a puntare sugli Under20 e, attenzione, l'etichetta di scommessa non sanno nemmeno cosa sia. Anzi: chiavi in mano, pronta consegna e rodaggio già fatto, basta girare la chiave e partire. Ok, fatta la premessa un po' di nomi giusto per rendere l'idea: al Bayern ci sono Lennart Karl e Tom Bischof, l'Eintracht Francoforte si coccola Can Uzun, il Lipsia Diomande e Ouédraogo, il Colonia sta mettendo in vetrina Saïd El Mala. Tutta gente che gioca titolare o giù di lì, altro che spazio centellinato per non bruciarli. Un approccio, quello, fatto di incertezze e spesso casualità che in Germania nemmeno contemplano perché l'investimento più importante di quasi ogni club è proprio sulle giovanili o comunque sullo scouting. Sarebbe come spendere gran parte dei propri soldi per costruire una casa e poi, una volta pronta, aver paura di entrarci perché non si sa se è solida. Insomma, un controsenso e ai tedeschi questa parola piace pochissimo. A Londra contro l'Arsenal Lennart Karl è diventato il più giovane nella storia della Champions League a segnare nelle sue prime due partite da titolare: 17 anni e 237 giorni. Classe 2008, il Bayern lo ha preso quando aveva quattordici anni e dalla scorsa estate Kompany ha deciso di inserirlo nella rosa della prima squadra trasformandolo di fatto nel sostituto di Musiala. Dopo il bruttissimo infortunio di Jamal nel mondiale per club contro il Paris Saint-Germain, a Monaco non hanno ragionato come i club di livello planetario: si è fatto male il più forte che abbiamo, subito sul mercato! No, in attesa del recupero per i prossimi sei mesi toccherà a Karl. Che giusto per sottolineare la cosa ha chiesto di indossare proprio il vecchio numero del suo idolo Musiala, il 42. Una scelta per la quale Uli Hoeneß ha fatto pubblicamente i complimenti a Kompany inserendo nel discorso anche Tom Bischof, preso dall'Hoffenheim a parametro zero. "Finalmente abbiamo un allenatore che punta sui nostri giovani", ha detto il presidente onorario, sottolineando anche la soddisfazione per quell'investimento da 80 milioni per l'FC Bayern Campus che sta iniziando a pagare. 1° agosto 2017. Il Bayern Monaco inaugura un centro sportivo interamente dedicato alle giovanili, alla crescita dei talenti con tanto di foresteria e uno stadio interno da 3.500 posti con l'obiettivo di tornare ad avere un'identità forte. Della generazione dei Lahm, Schweinsteiger e Müller era rimasto solo Thomas. Troppo poco. Quel giorno dell'estate di otto anni fa a Parigi avevano appena tirato fuori più di duecento milioni per Neymar e lo stesso Hoeneß aveva sottolineato: noi qui preferiamo spenderne ottanta per crescerne tanti di Neymar. Lennart Karl lì ci ha passato tre anni e, segnatevi il nome, il prossimo della lista sarà Wisdom Mike. Poi certo il Bayern Monaco compra anche, ci mancherebbe: per anticipare un po' tutti in Germania, e non solo, già a gennaio vorrebbero investire su Saïd El Mala: diciannove anni, cresciuto nel settore giovanile del Colonia che è uno dei migliori in Germania. Wirtz viene da lì... Esterno offensivo, nelle ultime tre stagioni è passato dalla Dritte Liga, la terza divisione tedesca, poi la Zweite e ora i quattro gol e i tre assist nei suoi primi mesi di Bundesliga, fino alla convocazione con la Germania di Nagelsmann. A Francoforte e Lipsia invece hanno lavorato più di scouting con un parametro ben preciso: diciotto massimo vent'anni, pronto a giocare subito. L'Eintracht già la scorsa stagione aveva speso undici milioni per prendere dal Norimberga Can Uzun, 2005 trequartista tedesco di origini turche concittadino di Yildiz. Entrambi nati in Baviera, a Regensburg. Nella Zweite Bundesliga era una spanna sopra tutti e a Francoforte ci ha messo appena qualche mese a diventare il leader tecnico di un club che, dopo Ekitike e Marmoush, ha già trovato il prossimo da cedere a 100 milioni o giù di lì. Gli stessi che Klopp sogna di incassare per il suo Lipsia per Diomande, attaccante ivoriano classe 2006, tre gol e tre assist in undici presenze in Bundesliga, preso lo scorso luglio dal Leganés per venti milioni e già nella lista dei top della Premier League. Soprattutto, titolare nella squadra seconda in classifica. Insomma, come diceva quel vecchio film... Si può fare! Cosa? Crescere, scovare, costruire calciatori sotto i vent'anni pronti a brillare negli stadi più importanti d'Europa. Da qualche parte è considerato un miracolo, che in tedesco si dice Wunder e quella parola al massimo loro la usano per descrivere le giocate e i gol di quei ragazzi. Non il fatto di vederli in campo indossando certe maglie.

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Niccolò Omini