Juve, il grande esame che non si può sbagliare
Champions LeagueIl Real Madrid è arrivato a Torino per la supersfida di domani sera. I bianconeri avranno nuovamente gli occhi di tutti addosso, dopo la sconfitta col Napol: il passaggio del turno in Champions diventa fondamentale, poi ci sarà il derby col Torino
Ci siamo. E' atterrato poco prima delle 13 all'aeroporto di Caselle il charter su cui ha viaggiato il Real Madrid, che domani sera incontra a Torino la Juventus per il terzo turno del girone di Champions League. Gli spagnoli si alleneranno questa sera alle 19,30 allo stadio Olimpico, dove terranno anche la conferenza stampa della vigilia.
Sembra di rivivere la stessa vigilia contro il Napoli, ma in peggio. Perché alle spalle della Juve c'è una sconfitta in più, e davanti due partite tostissime. La Juve nel pieno della crisi se la dovrà vedere prima con il Real Madrid e poi con il Torino nel derby. Sei giorni decisivi per tutti, squadra, allenatore e anche dirigenza: l'amministratore delegato Jean Claude Blanc ha difeso ancora una volta Ranieri, una presa di posizione che sa di autodifesa. Perché l'allenatore fa parte di un progetto sul quale ha puntato tutta la società, ma che a questo punto è finito nel mirino di critica e tifosi.
Dopo la contestazione al ritorno da Napoli la Juve cerca un po' di serenità: oggi alle 18 ci sarà l'allenamento di rifinitura allo stadio Olimpico: i tifosi resteranno fuori, il gruppo cercherà di recuperare un po' di tranquillità e magari qualche altro giocatore, dopo Legrottaglie, Mellberg e Iaquinta, già tornati a disposizione. Ma domani contro il Real ci sarà il tutto esaurito, la squadra avrà nuovamente gli occhi di tutti addosso: è il grande esame che la Juve non può sbagliare, anche perché con il campionato che rischia di essere già compromesso, il passaggio del turno in Champions diventa fondamentale. Poi ci sarà il Toro, altra squadra in crisi. In estate ci fu un derby per Knezevic, una di quelle scelte che ora i tifosi rimproverano alla società. Per allontanare le critiche, anche sulle scelte di mercato, non resterà che vincere il derby vero, quello sul campo. Perché per uscire dalla crisi più pesante degli ultimi anni non basta un successo, ce ne vogliono due.