Lippi: "Manchester United forte come la mia Juve del '96"
Champions LeagueIl ct dell'Italia ospite di Vialli e Rossi ad "Attenti a quei due": "Sarà una bella partita, sono convinto che passerà l'Inter. Le squadre italiane hanno qualcosa in più nella gara secca. Certo, se arrivano con il 60% della forma è un altro conto..."
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Le italiane in Champions League, la Nazionale, Del Piero, Ibrahimovic, Santon il momento della Juve: c'è tutto questo nella lunga chiacchierata di Marcello Lippi con Gianluca Vialli e Paolo Rossi ad 'Attenti a quei due', la rubrica di Sky dedicata alla Champions League. Si comincia proprio dalla Champions che Lippi vinse nel '96 alla guida della Juventus, battendo in finale l'Ajax ai rigori. "Il ricordo più vivo non sono i rigori, ma i 120 minuti splendidi", spiega Lippi, "il ricordo più frequente è l'emozione con la quale i giocatori sono venuti verso di me, volevano battere i rigori. I cinque rigoristi di solito sono prestabiliti poi, però, ci sono i cambi e le sostituzioni. Anche ai Mondiali mi è successo, tutti sono venuti verso di me. Nell'altra finale di Champions League, quella persa contro il Milan, invece, capii subito che sarebbe andata male".
Secondo Lippi la squadra che in Europa ha le stesse caratteristiche della Juventus vincente del '96 è "il Manchester United. Noi giocavamo con tre attaccanti e vedere Rooney che segue il difensore fino alla bandierina, poi cambia posizione e riparte, mi ricorda molto l'atteggiamento di Vialli e Ravanelli". Ma l'Inter agli ottavi dovrà vedersela contro il Manchester. "Negli occhi dei giocatori dell'Inter e nell'allenatore traspare autostima e convinzione. Sarà una bella partita, sono convinto che passerà l'Inter. Le squadre italiane hanno qualcosa in più nella gara secca. Certo, se arrivano con il 60% della forma è un altro conto...".
Dall'Inter alla Juventus, in calo nelle ultime partite. "Il problema maggiore è che avuto per troppo tempo giocatori infortunati. Un dosaggio di energie adeguato è determinante nella gestione. L'Inter arriva al massimo perché adesso sono tutti partecipi di un progetto, giocano tutti, si sentono tutti importanti. Mourinho può permettersi di fare un turn-over. Adesso anche la Juve ha una disponibilità maggiore". La Roma se la vedrà con l'Arsenal. "Sono convinto che il passaggio al turno delle tre italiane dipenda solo da noi: se ci presentiamo al massimo della condizione psicologica, tecnica, al di là di uno-due infortuni, passiamo". Per lui la finale sarà "tra Barcellona e la vincente di Manchester-Inter. Il Barcellona non fa calcoli, gioca sempre al massimo".
Dalla Champions alla Nazionale. "Ho ufficializzato che avrei lasciato la Nazionale prima del Mondiale, l'abbiamo vinto, l'ho lasciata; dopo pochi mesi mi resi conto della cavolata che avevo fatto e, appena si è ripresentata la possibilità, ho dato la disponibilità. E' stata la mia maniera di ripagare la Federazione, perché mi sono reso conto che andar via in quel momento non era una cosa tanto normale".
Lippi non esclude nessuno dal suo progetto, ma per quanto riguarda Totti spiega: "Lui ha detto che abbiamo un rapporto talmente bello, di stima, che se mai glielo chiedessi, è a disposizione. Sia Totti sia Nesta hanno preso questa decisione, sono dei professionisti seri, gli è costata tanto, abbiamo visto anche il perché, perché non possono gestire il doppio impegno e perciò bisogna rispettare questa decisione". Da Totti a Del Piero. "Lo conosco da 14 anni, l'ho allenato per 12. Se continuo a chiamare sempre gli stessi come faccio a vedere gli altri? Se poi, tra un anno e mezzo sarà ancora in splendide condizioni è un altro discorso", quindi Amauri: "è un giocatore brasiliano, quando avrà il passaporto italiano...", quindi il dribbling alla domanda su Cassano. "Ci sono tanti giocatori che stanno facendo bene, come Floccari, Di Vaio. Io li sto seguendo, ma non è che posso chiamarli tutti insieme. Santon è un giocatore che mi piace tantissimo, mi sembra predestinato, mi fa pensare a Maldini giovane. Marchisio, Giovinco, Acquafresca li lascio all'Under 21, perché hanno l'Europeo, poi da giugno avro' anche loro a disposizione".
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Le italiane in Champions League, la Nazionale, Del Piero, Ibrahimovic, Santon il momento della Juve: c'è tutto questo nella lunga chiacchierata di Marcello Lippi con Gianluca Vialli e Paolo Rossi ad 'Attenti a quei due', la rubrica di Sky dedicata alla Champions League. Si comincia proprio dalla Champions che Lippi vinse nel '96 alla guida della Juventus, battendo in finale l'Ajax ai rigori. "Il ricordo più vivo non sono i rigori, ma i 120 minuti splendidi", spiega Lippi, "il ricordo più frequente è l'emozione con la quale i giocatori sono venuti verso di me, volevano battere i rigori. I cinque rigoristi di solito sono prestabiliti poi, però, ci sono i cambi e le sostituzioni. Anche ai Mondiali mi è successo, tutti sono venuti verso di me. Nell'altra finale di Champions League, quella persa contro il Milan, invece, capii subito che sarebbe andata male".
Secondo Lippi la squadra che in Europa ha le stesse caratteristiche della Juventus vincente del '96 è "il Manchester United. Noi giocavamo con tre attaccanti e vedere Rooney che segue il difensore fino alla bandierina, poi cambia posizione e riparte, mi ricorda molto l'atteggiamento di Vialli e Ravanelli". Ma l'Inter agli ottavi dovrà vedersela contro il Manchester. "Negli occhi dei giocatori dell'Inter e nell'allenatore traspare autostima e convinzione. Sarà una bella partita, sono convinto che passerà l'Inter. Le squadre italiane hanno qualcosa in più nella gara secca. Certo, se arrivano con il 60% della forma è un altro conto...".
Dall'Inter alla Juventus, in calo nelle ultime partite. "Il problema maggiore è che avuto per troppo tempo giocatori infortunati. Un dosaggio di energie adeguato è determinante nella gestione. L'Inter arriva al massimo perché adesso sono tutti partecipi di un progetto, giocano tutti, si sentono tutti importanti. Mourinho può permettersi di fare un turn-over. Adesso anche la Juve ha una disponibilità maggiore". La Roma se la vedrà con l'Arsenal. "Sono convinto che il passaggio al turno delle tre italiane dipenda solo da noi: se ci presentiamo al massimo della condizione psicologica, tecnica, al di là di uno-due infortuni, passiamo". Per lui la finale sarà "tra Barcellona e la vincente di Manchester-Inter. Il Barcellona non fa calcoli, gioca sempre al massimo".
Dalla Champions alla Nazionale. "Ho ufficializzato che avrei lasciato la Nazionale prima del Mondiale, l'abbiamo vinto, l'ho lasciata; dopo pochi mesi mi resi conto della cavolata che avevo fatto e, appena si è ripresentata la possibilità, ho dato la disponibilità. E' stata la mia maniera di ripagare la Federazione, perché mi sono reso conto che andar via in quel momento non era una cosa tanto normale".
Lippi non esclude nessuno dal suo progetto, ma per quanto riguarda Totti spiega: "Lui ha detto che abbiamo un rapporto talmente bello, di stima, che se mai glielo chiedessi, è a disposizione. Sia Totti sia Nesta hanno preso questa decisione, sono dei professionisti seri, gli è costata tanto, abbiamo visto anche il perché, perché non possono gestire il doppio impegno e perciò bisogna rispettare questa decisione". Da Totti a Del Piero. "Lo conosco da 14 anni, l'ho allenato per 12. Se continuo a chiamare sempre gli stessi come faccio a vedere gli altri? Se poi, tra un anno e mezzo sarà ancora in splendide condizioni è un altro discorso", quindi Amauri: "è un giocatore brasiliano, quando avrà il passaporto italiano...", quindi il dribbling alla domanda su Cassano. "Ci sono tanti giocatori che stanno facendo bene, come Floccari, Di Vaio. Io li sto seguendo, ma non è che posso chiamarli tutti insieme. Santon è un giocatore che mi piace tantissimo, mi sembra predestinato, mi fa pensare a Maldini giovane. Marchisio, Giovinco, Acquafresca li lascio all'Under 21, perché hanno l'Europeo, poi da giugno avro' anche loro a disposizione".