Beckham: tifo Manchester. Ma Mou sa come si vince. Matrix ko

Champions League
Il Manchester campione del mondo per club. Ma Mourinho l'ha già fermato sei volte in carriera...
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Nella sfida di Champions a Milano tra Inter e United, i Red Devils avranno un tifoso particolare, David Beckham. Mourinho sa come si fa: 6 vittorie, 5 pari e solo una sconfitta per il portoghese, fra Porto e Chelsea, nei 12 confronti. Materazzi assente

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"Domani tiferò per il  Manchester". Nella sfida di Champions League a Milano tra Inter e United, i Red Devils avranno un tifoso particolare, David Beckham. Il fuoriclasse inglese, presentando la nuova scarpa Adidas in uno store del centro di Milano, ha confessato che farà il tifo contro la squadra di José Mourinho. "Tieni per il Manchester?" gli ha chiesto un tifoso. "Of course" la sua risposta. "Tifo per il Manchester come tifoso e come ex giocatore, fin da ragazzino". A chi gli ha chiesto se resterà al Milan, ha poi risposto, evasivo: "Ci spero...".

Dall'infermeria nerazzurra intanto fanno sapere che, dopo Samuel, anche Materazzi è costretto a dare forfait, probabilmente per l'infiammazione alla cicatrice di una lesione muscolare ai flessori della coscia sinistra. Mourinho non ha infatti inserito il difensore nella lista dei convocati. E a proposito del big match: ripasserà i suoi già leggendari taccuini, José Mourinho. C'è il Manchester United, e nel discorso alla truppa il sergente Mou racconterà come si batte. Perché lui sa come si fa: 6 vittorie, 5 pareggi e solo una sconfitta per il portoghese - fra Porto e Chelsea - nei 12 confronti con Alex Ferguson. Al momento del sorteggio, il Manchester United sembrava di un altro pianeta. Oggi forse lo è ancora, ma l'Inter gli orbita più vicino. In Premier, lo United non subiva gol da novembre. Nel weekend il Blackburn, prima di andare al tappeto, lo ha anche chiuso alle corde. Come il Bologna con l'Inter.

Abiurato il 4-3-3, ecco rispolverato il rombo. L'Inter di Mancini. Sì, ma anche di Mourinho, che il rombo lo adottava già al Chelsea: con Makélélé alla Cambiasso davanti la difesa e Lampard alla Stankovic, libero di fiondarsi dentro dalla trequarti. Una rivoluzione, tutt'altro che silenziosa, più nelle parole che nei fatti. E i fatti dicono che Mancini in Champions non ha mai superato i quarti. La sensazione è che la differenza vera ruoti attorno alle lune di Ibrahimovic e Adriano. Per conoscere il futuro, Mourinho interpella il passato. Tre le partite-chiave che lo rendono fiducioso.

Semifinale di Carling Cup, 26 gennaio 2005, Manchester United-Chelsea 1-2. Sponda di Drogba, imbeccato da Robben, taglio e gol di Lampard. Man U-Chelsea 1-3 del 10 maggio 2005. L'1-1 di Thiago arriva su tiro da fuori, ma dopo una perfetta preparazione per vie interne. Avrebbe fatto sciogliere Sacchi, invece, il 2-1 di Gudjohnsen: l'apoteosi del movimento senza palla, con due-passaggi-due in transizione.

Finale di FA Cup 2007. Al 116esimo, Drogba, spalle alla porta, allarga di prima per Lampard e chiude l'uno-due con il pallonetto su van der Sar. In contropiede Cristiano Ronaldo, Rooney, Berbatov e Tévez sanno essere letali. Ma se c'è uno che sa come fermarli, quello è il sergente Mou.
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