Inter e Barça non si fanno male, Fiorentina piegata a Lione
Champions LeagueNella prima giornata di Champions League l'attesa sfida tra gli ex Ibrahimovic e Eto'o termina a reti inviolate: i blaugrana fanno la partita, ma non sfondano il muro nerazzurro. I viola vengono sconfitti 1-0. GIOCA A FANTACAMPIONI, GUARDA I GOL E LE FOTO
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INTER-BARCELLONA 0-0
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Finisce senza gol la sfida tra i grandi centravanti che si sono scambiati le maglie quest'estate, tra i campioni d'Europa in carica e la squadra che aspira alla stessa grandezza. L'Inter riesce con la grinta e la concentrazione a non perdere una partita in cui ha sofferto, specie nel secondo tempo, e si prende le settimane necessarie per crescere e avvicinarsi di più al Barcellona. Zlatan Ibrahimovic ritrova San Siro tra i fischi assordanti, uno striscione conciliante della curva Sud ('Ibra, meglio la tua onestà che le manfrine di Kakà') e uno pesante della Nord ('Ibra ti abbiamo amato, ma non l'hai saputo rispettare. Adesso che baci una nuova maglia sei tu che ce lo devi s...'). Il riferimento è a un gesto volgare dello svedese agli ultras dopo un gol alla Lazio. Zlatan è stato quello visto in tante partite europee con l'Inter: qualche spunto, un paio di occasioni non trasformate - una clamorosa - e la novità del gioco di squadra. Perchè il Barca non ruota intorno a lui e lo fa sembrare quasi un centravanti normale. Dall'altra parte Samuel Eto'o sputa sangue su ogni pallone, corre, lotta e aiuta i compagni, ma non riesce mai a essere pericoloso. Tutto sommato il voto più alto è per lui. La stella è Leo Messi, sempre nel vivo dell'azione e forse troppo altruista. 'Tu admiracion nos halaga - La tua ammirazione ci onora', gli scrivono gli ultras nerazzurri, ironici sulla presunzione dell'argentino che snobbava l'Inter.
L'inizio è da brivido: un minuto e proprio Messi si ritrova libero sulla trequarti, avanza, dribbla Lucio e Zanetti e dal limite scarica il sinistro, che Cesar respinge in tuffo. Al 7' primo pallone per Ibra, che al vertice dell'area cerca di disorientare Lucio, ma non ci riesce. Un minuto ancora e Zlatan ha l'occasione di colpire al cuore ex compagni e tifosi: lanciato oltre Lucio controlla e di destro manda alto. Di gol così ne sbagliava anche all'Inter. Ondata di fischi per la gran paura. Momento duro per i nerazzurri, con situazioni pericolose a ripetizione davanti a Julio Cesar, impegnato da un colpo di testa di Messi. Il primo tiro verso Valdes lo scaglia Maicon, ma è fuori. Il Barca si muove in maniera molto più armonica, l'Inter cerca la profondita' e di approfittare dei disimpegni sbagliati dai difensori blaugrana. Ma quando un uomo di Mourinho riceve palla sulla trequarti viene ingabbiato da 3-4, perfino 5 avversari. Bello da vedersi, brutto per chi ci si ritrova. Fondamentali Milito ed Eto'o, che corrono tantissimo, chiedono palla e non hanno paura di puntare l'avversario.
A destra cerca l'avanzata Maicon, a sinistra c'è spazio per Muntari, ma il suo sinistro non funziona proprio. Al 29' l'argentino riceve al limite, entra in area, aggira Piquè e tira di destro, Valdes blocca in tuffo. E' la prima occasione vera dei nerazzurri. Dopo una conclusione alta di Sneijder, ritornano i campioni d'Europa, pericolosi nell'ultimo quarto d'ora con Messi e soprattutto con Keita, che manda fuori a porta quasi vuota dopo errore clamoroso di Muntari in disimpegno e assist di Dani Alves. Il ghanese accumula errori e il pubblico si infuria, ma Mourinho lo toglierà solo al 20' della ripresa per mettere Stankovic. Nel secondo tempo il Barca prende il controllo quasi totale del centrocampo e l'Inter man mano che passano i minuti cerca solo il contropiede appoggiandosi su Eto'o, Milito e Stankovic. All'inizio però prima Sneijder con un rasoterra dal limite e poi lo stesso serbo di collo-interno sfiorano il vantaggio. Quindi il pericolo mette le tende nell'area interista e il possesso palla blaugrana cresce di conseguenza: alla fine quasi 70 per cento. Nel finale Mourinho cerca di rompere questa specie di assedio morbido mettendo il fiato e la classe di Santon e Balotelli, ma c'è solo il tempo per qualche altra grana sbrogliata con le cattive da Lucio, Chivu e Samuel. Il Barcellona dà l'idea di provare a vincere, ma senza sforzarsi più di tanto. L'esame con i maestri è superato senza bocciatura, per passare alla classe superiore l'Inter dovrà sgobbare.
LIONE-FIORENTINA 1-0
31' st Pjanic
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Prandelli voleva sorrisi e coraggio, la Fiorentina stasera ha dimostrato valore. Espulso Gilardino per una presunta gomitata su Toulalan allo scadere del primo tempo, i viola hanno resistito all'arrembaggio dei francesi e devono ringraziare Frey se lasciano la Francia solo con il passivo di 1-0 per la rete realizzata da Pjanic al 31' del secondo tempo. Ma l'immagine della Fiorentina plasmata da Prandelli è quella degli ultimi minuti, che finisce in avanti con la speranza di trovare il pari. Certo l'assenza di Gilardino ha pesato e peserà, ma la squadra ha dimostrato di essere determinata. Prandelli preferisce Mutu dal primo minuto. Il romeno è al rientro dopo l'infortunio in nazionale che lo ha costretto a quasi tre settimane di stop. Parte dalla panchina Jovetic. Per il resto formazione della vigilia confermata. Il modulo è il 4-2-3-1 con Mutu un po' arretrato rispetto all'unica punta Gilardino. Chi sorprede è invece il Lione.
Per difendersi meglio, Puel presenta una formazione più coperta con il centrocampista Toulalan al centro della difesa. In attacco il tridente Bastos, Lisandro, Gomis. La partita si innervosisce nel finale del primo tempo. In poco più di dieci minuti (dal 34' allo scadere) cinque ammoniti e Gilardino espulso al 45' per un presunto contatto col gomito, mentre in fase di elevazione cercava di addomesticare la palla, su Toulalan. Durante la prima parte della gara, la Fiorentina aveva avuto anche due nitide occasioni da gol: la prima al 23' con Montolivo che aveva trovato Mutu al limite, tacco del romeno per Gila che però ha agganciato male sprecando dall'area piccola in angolo. Buona anche l'occasione per Donadel al 29' che ha raccolto uno svarione della difesa avversaria, botta dal limite ma Toulalan è riuscito a deviare col corpo. Dal Lione tante buone intenzioni nel primo tempo e traversa colpita da Cissokho, ma il pallone scagliato dalla fascia era già uscito. Poi i francesi hanno messo in rete ma il gioco era già fermo. Nel secondo tempo Lione subito pericoloso con Lisandro che svirgola in area solo davanti a Frey. Al 4' l'arbitro riprende ad ammonire. Stavolta tocca a Gamberini per un fallo proprio su Lisandro. La Fiorentina subisce la pressione, ma tiene. Al 12' st Prandelli toglie Mutu e fa entrare Jovetic.
Il giovane montenegrino si posiziona da solo al centro dell'attacco con Vargas a sostenerlo da sinistra. La Fiorentina gioca a testa alta, ma offre il fianco alle incursioni del Lione. Al 21' i francesi reclamano un rigore per un contrasto in area tra Comotto e Lisandro ma l'arbitro lascia correre. Al 31' i francesi passano. Azione confusa in area viola, la palla arriva a Kallstrom che la mette al centro, Frey respinge, ma Pjanic la mette dentro. Per la Fiorentina è l'inizio della sofferenza. Il Lione le prova tutte ma il portierone viola le para tutte: con le mani, col corpo, con fortuna, con quello che può. E' un assalto, ma Frey non cede. Dall'Italia sono stati circa 500 i tifosi viola giunti a Lione. Le loro preoccupazioni non erano solo per l'esordio in Champions della Viola ma anche per la notizia, diffusa in giornata, della convocazione del cda straordinario del club gigliato e sulle voci di una eventuale rinuncia alla carica di presidente di Andrea Della Valle forse anche a causa delle contestazioni ricevute da una parte dei supporter in estate per la gestione della campagna acquisti e cessioni. Questa sera, allo stadio Gerland di Lione, i Della Valle non c'erano. Ma al di la' del risultato la Fiorentina non sarebbe loro dispiaciuta.
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INTER-BARCELLONA 0-0
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Finisce senza gol la sfida tra i grandi centravanti che si sono scambiati le maglie quest'estate, tra i campioni d'Europa in carica e la squadra che aspira alla stessa grandezza. L'Inter riesce con la grinta e la concentrazione a non perdere una partita in cui ha sofferto, specie nel secondo tempo, e si prende le settimane necessarie per crescere e avvicinarsi di più al Barcellona. Zlatan Ibrahimovic ritrova San Siro tra i fischi assordanti, uno striscione conciliante della curva Sud ('Ibra, meglio la tua onestà che le manfrine di Kakà') e uno pesante della Nord ('Ibra ti abbiamo amato, ma non l'hai saputo rispettare. Adesso che baci una nuova maglia sei tu che ce lo devi s...'). Il riferimento è a un gesto volgare dello svedese agli ultras dopo un gol alla Lazio. Zlatan è stato quello visto in tante partite europee con l'Inter: qualche spunto, un paio di occasioni non trasformate - una clamorosa - e la novità del gioco di squadra. Perchè il Barca non ruota intorno a lui e lo fa sembrare quasi un centravanti normale. Dall'altra parte Samuel Eto'o sputa sangue su ogni pallone, corre, lotta e aiuta i compagni, ma non riesce mai a essere pericoloso. Tutto sommato il voto più alto è per lui. La stella è Leo Messi, sempre nel vivo dell'azione e forse troppo altruista. 'Tu admiracion nos halaga - La tua ammirazione ci onora', gli scrivono gli ultras nerazzurri, ironici sulla presunzione dell'argentino che snobbava l'Inter.
L'inizio è da brivido: un minuto e proprio Messi si ritrova libero sulla trequarti, avanza, dribbla Lucio e Zanetti e dal limite scarica il sinistro, che Cesar respinge in tuffo. Al 7' primo pallone per Ibra, che al vertice dell'area cerca di disorientare Lucio, ma non ci riesce. Un minuto ancora e Zlatan ha l'occasione di colpire al cuore ex compagni e tifosi: lanciato oltre Lucio controlla e di destro manda alto. Di gol così ne sbagliava anche all'Inter. Ondata di fischi per la gran paura. Momento duro per i nerazzurri, con situazioni pericolose a ripetizione davanti a Julio Cesar, impegnato da un colpo di testa di Messi. Il primo tiro verso Valdes lo scaglia Maicon, ma è fuori. Il Barca si muove in maniera molto più armonica, l'Inter cerca la profondita' e di approfittare dei disimpegni sbagliati dai difensori blaugrana. Ma quando un uomo di Mourinho riceve palla sulla trequarti viene ingabbiato da 3-4, perfino 5 avversari. Bello da vedersi, brutto per chi ci si ritrova. Fondamentali Milito ed Eto'o, che corrono tantissimo, chiedono palla e non hanno paura di puntare l'avversario.
A destra cerca l'avanzata Maicon, a sinistra c'è spazio per Muntari, ma il suo sinistro non funziona proprio. Al 29' l'argentino riceve al limite, entra in area, aggira Piquè e tira di destro, Valdes blocca in tuffo. E' la prima occasione vera dei nerazzurri. Dopo una conclusione alta di Sneijder, ritornano i campioni d'Europa, pericolosi nell'ultimo quarto d'ora con Messi e soprattutto con Keita, che manda fuori a porta quasi vuota dopo errore clamoroso di Muntari in disimpegno e assist di Dani Alves. Il ghanese accumula errori e il pubblico si infuria, ma Mourinho lo toglierà solo al 20' della ripresa per mettere Stankovic. Nel secondo tempo il Barca prende il controllo quasi totale del centrocampo e l'Inter man mano che passano i minuti cerca solo il contropiede appoggiandosi su Eto'o, Milito e Stankovic. All'inizio però prima Sneijder con un rasoterra dal limite e poi lo stesso serbo di collo-interno sfiorano il vantaggio. Quindi il pericolo mette le tende nell'area interista e il possesso palla blaugrana cresce di conseguenza: alla fine quasi 70 per cento. Nel finale Mourinho cerca di rompere questa specie di assedio morbido mettendo il fiato e la classe di Santon e Balotelli, ma c'è solo il tempo per qualche altra grana sbrogliata con le cattive da Lucio, Chivu e Samuel. Il Barcellona dà l'idea di provare a vincere, ma senza sforzarsi più di tanto. L'esame con i maestri è superato senza bocciatura, per passare alla classe superiore l'Inter dovrà sgobbare.
LIONE-FIORENTINA 1-0
31' st Pjanic
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Prandelli voleva sorrisi e coraggio, la Fiorentina stasera ha dimostrato valore. Espulso Gilardino per una presunta gomitata su Toulalan allo scadere del primo tempo, i viola hanno resistito all'arrembaggio dei francesi e devono ringraziare Frey se lasciano la Francia solo con il passivo di 1-0 per la rete realizzata da Pjanic al 31' del secondo tempo. Ma l'immagine della Fiorentina plasmata da Prandelli è quella degli ultimi minuti, che finisce in avanti con la speranza di trovare il pari. Certo l'assenza di Gilardino ha pesato e peserà, ma la squadra ha dimostrato di essere determinata. Prandelli preferisce Mutu dal primo minuto. Il romeno è al rientro dopo l'infortunio in nazionale che lo ha costretto a quasi tre settimane di stop. Parte dalla panchina Jovetic. Per il resto formazione della vigilia confermata. Il modulo è il 4-2-3-1 con Mutu un po' arretrato rispetto all'unica punta Gilardino. Chi sorprede è invece il Lione.
Per difendersi meglio, Puel presenta una formazione più coperta con il centrocampista Toulalan al centro della difesa. In attacco il tridente Bastos, Lisandro, Gomis. La partita si innervosisce nel finale del primo tempo. In poco più di dieci minuti (dal 34' allo scadere) cinque ammoniti e Gilardino espulso al 45' per un presunto contatto col gomito, mentre in fase di elevazione cercava di addomesticare la palla, su Toulalan. Durante la prima parte della gara, la Fiorentina aveva avuto anche due nitide occasioni da gol: la prima al 23' con Montolivo che aveva trovato Mutu al limite, tacco del romeno per Gila che però ha agganciato male sprecando dall'area piccola in angolo. Buona anche l'occasione per Donadel al 29' che ha raccolto uno svarione della difesa avversaria, botta dal limite ma Toulalan è riuscito a deviare col corpo. Dal Lione tante buone intenzioni nel primo tempo e traversa colpita da Cissokho, ma il pallone scagliato dalla fascia era già uscito. Poi i francesi hanno messo in rete ma il gioco era già fermo. Nel secondo tempo Lione subito pericoloso con Lisandro che svirgola in area solo davanti a Frey. Al 4' l'arbitro riprende ad ammonire. Stavolta tocca a Gamberini per un fallo proprio su Lisandro. La Fiorentina subisce la pressione, ma tiene. Al 12' st Prandelli toglie Mutu e fa entrare Jovetic.
Il giovane montenegrino si posiziona da solo al centro dell'attacco con Vargas a sostenerlo da sinistra. La Fiorentina gioca a testa alta, ma offre il fianco alle incursioni del Lione. Al 21' i francesi reclamano un rigore per un contrasto in area tra Comotto e Lisandro ma l'arbitro lascia correre. Al 31' i francesi passano. Azione confusa in area viola, la palla arriva a Kallstrom che la mette al centro, Frey respinge, ma Pjanic la mette dentro. Per la Fiorentina è l'inizio della sofferenza. Il Lione le prova tutte ma il portierone viola le para tutte: con le mani, col corpo, con fortuna, con quello che può. E' un assalto, ma Frey non cede. Dall'Italia sono stati circa 500 i tifosi viola giunti a Lione. Le loro preoccupazioni non erano solo per l'esordio in Champions della Viola ma anche per la notizia, diffusa in giornata, della convocazione del cda straordinario del club gigliato e sulle voci di una eventuale rinuncia alla carica di presidente di Andrea Della Valle forse anche a causa delle contestazioni ricevute da una parte dei supporter in estate per la gestione della campagna acquisti e cessioni. Questa sera, allo stadio Gerland di Lione, i Della Valle non c'erano. Ma al di la' del risultato la Fiorentina non sarebbe loro dispiaciuta.
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