"Il top del top". Mai il tecnico dell'Inter si era sbilanciato così per qualcuno, come ha fatto ieri per il gioco del Barça. Una grande stima lo lega al giovane (e vincente) tecnico blaugrana. GUARDA IL VIDEO, I GOL E LE FOTO. GIOCA A FANTACAMPIONI
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La stima che lega Josè Mourinho e Pep Guardiola ha radici lontane: nella metà degli anni Novanta il portoghese era l'assistente di Van Gaal, allenatore di un Barcellona di cui Guardiola era il trascinatore. Hanno lavorato insieme, si sono conosciuti e piaciuti. Il rispetto reciproco come allenatori se lo sono guadagnato poi sul campo. Con il gioco e le vittorie delle loro squadre.
La stima e il rispetto tra i due a san Siro erano nell'aria. Si potevano percepire in ogni angolo, vedere in ogni loro gesto. Nell'arrivo carico, ma sorridente di Mou. Nella tranquilla umiltà di Pep, che per una sera sembra un alunno davanti al maestro. Un onore, aveva definito la sfida al portoghese. Eppure il campione di tutto è e resta lui, anche se non ha vinto.
Mou comunque non lo dimentica: "Creare una organizzazione a livello difensivo è molto più facile: creare una organizzazione in attacco è una questione culturale. Quando vedi questi ragazzi, Iniesta e Xavi giocare a un tocco a due tocchi... è il top del top".
Il top del top. Mai Josè Mourinho si era sbilanciato così per qualcuno. La questione è che la cultura dell'attacco per il Barça è anche un modo di difendersi, come ha spiegato Guardiola parlando di Eto'o: "Campioni come questi non puoi limitarli, lo puoi fare solo se tieni sempre la palla". L'umiltà di Pep. La carica di Mou. L'unica possibilità di vederli insieme a San Siro è l'immagine quasi rubata negli spogliatoi. Un colloquio discreto, riservato. Pieno di stima e di rispetto.
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