Lula dopo lo sprofondo rossonero: Dinho non è da Mondiale
Champions League
Anche il presidente del Brasile dà ragione al ct Dunga, che ha espresso molti dubbi sulla partecipazione del fuoriclasse rossonero a Sudafrica 2010. IL VIDEO E I GOL DELLA CHAMPIONS DA SKY SPORT, LA GALLERY
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La qualità non è tutto, non per un calciatore almeno. Non lo è secondo il presidente del Brasile, Lula, che parla di Ronaldinho, il cui valore è di certo riconosciuto ma non abbastanza da garantire la sua partecipazione al Mondiale.
"Bisogna anche vedere - ha spiegato - come ognuno si inserisce negli schemi e nell'ambiente della Selecao. Da quell'ambiente sono già giunti messaggi assai poco rassicuranti, uno concreto, ossia l'esclusione dall'ultima amichevole contro l'Irlanda e poi le parole di Mario Zagallo ex cittì del Brasile: "Ronadinho non merita d'essere convocato, con la nazionale brasiliana è stato solo poche volte decisivo".
E allora: fa bene Dunga a lasciarlo a casa. Dunga stimatissimo, lo si legge nei forum brasiliani, una catena di idee condivise pure da tifosi illustri, nonché dal presidente che dopo aver parlato di Ronaldihno s'è soffermato pure sull'allenatore. Merita fiducia, gli piacciono risultati e metodo, ossia la sua sicurezza nel chiamare solo chi sta bene o chi se lo merita. Altro messaggio.
Tutto piomba dopo la partita contro il Manchester che evidentemente pure in Brasile hanno guardato, la cruda uscita dalla Champions proprio nella sfida in cui un altro politico aveva detto di puntare tutto su Ronaldinho, il presidente Berlusconi. Eccoli tutti insieme, calcio e politica, l'undici novembre del 2008. A Villa Madama Berlusconi aveva riunito i suoi brasiliani per accogliete Lula. Presidente questo è Ronaldinho, quello che segna sempre - così lo aveva presentato. Chissà cosa direbbe oggi.
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La qualità non è tutto, non per un calciatore almeno. Non lo è secondo il presidente del Brasile, Lula, che parla di Ronaldinho, il cui valore è di certo riconosciuto ma non abbastanza da garantire la sua partecipazione al Mondiale.
"Bisogna anche vedere - ha spiegato - come ognuno si inserisce negli schemi e nell'ambiente della Selecao. Da quell'ambiente sono già giunti messaggi assai poco rassicuranti, uno concreto, ossia l'esclusione dall'ultima amichevole contro l'Irlanda e poi le parole di Mario Zagallo ex cittì del Brasile: "Ronadinho non merita d'essere convocato, con la nazionale brasiliana è stato solo poche volte decisivo".
E allora: fa bene Dunga a lasciarlo a casa. Dunga stimatissimo, lo si legge nei forum brasiliani, una catena di idee condivise pure da tifosi illustri, nonché dal presidente che dopo aver parlato di Ronaldihno s'è soffermato pure sull'allenatore. Merita fiducia, gli piacciono risultati e metodo, ossia la sua sicurezza nel chiamare solo chi sta bene o chi se lo merita. Altro messaggio.
Tutto piomba dopo la partita contro il Manchester che evidentemente pure in Brasile hanno guardato, la cruda uscita dalla Champions proprio nella sfida in cui un altro politico aveva detto di puntare tutto su Ronaldinho, il presidente Berlusconi. Eccoli tutti insieme, calcio e politica, l'undici novembre del 2008. A Villa Madama Berlusconi aveva riunito i suoi brasiliani per accogliete Lula. Presidente questo è Ronaldinho, quello che segna sempre - così lo aveva presentato. Chissà cosa direbbe oggi.
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