Leo, si può fare: Inter prendi appunti dal Kaiser(slautern)
Champions LeagueDopo la Manita tra i tifosi regnano delusione e sconforto, ma una piccola statistica può risollevare il morale di chi ancora crede nella rimonta: lo Schalke perde sempre di misura, ma in Bundesliga c'è chi l'ha regolato con un sonoro 5-0. VIDEO E FOTO
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I gol della Champions da Sky Sport
di Vanni Spinella
Il giorno dopo è quello della rassegnazione e del dolore. Il funerale nerazzurro si celebra soprattutto su forum e social network, dove i tifosi si ritrovano per scambiarsi pacche sulle spalle virtuali, farsi coraggio a vicenda, dare sfogo alle lacrime. “Vergogna” e “disastro”, le parole più ricorrenti. Mourinho, il ricordo più dolce, con tanti tifosi che ripetono un solo concetto: “Possiamo cambiare tutti gli allenatori che volete, ma nessuno sarà mai come José”.
Frasi da cerimonia funebre, atmosfere da lumino. E pensare che fino a venerdì pomeriggio il sorriso di Leo sembrava aver conquistato tutti. Per cercare di superare il trauma ci si aggrappa alla solita storia della “pazza Inter”: “Solo noi possiamo prenderne 5 in casa dallo Schalke e vincere 5 trofei in un anno: sono le due facce della medaglia e bisogna accettarle entrambe”, ricorda un saggio tifoso. A tanti non basta, per elaborare il lutto: ci si ripete allora che “il tempo cancellerà le ferite; per ora possiamo soltanto leccarcele”.
Alla cerimonia non sono ammesse le intrusioni. O meglio, sono poco gradite. Ai cugini rossoneri che invadono gli spazi interisti con foto di pere e manite, si risponde sempre allo stesso modo: ricordando loro la disfatta de La Coruna nel 2004, forse ancor più dolorosa perché arrivò nella gara di ritorno, quando il Milan pensava di essere già in semifinale, forte del 4-1 dell’andata. Anche se ci sono i milanisti che riescono a strappare un sorriso, con la loro ironia. Sono quelli che ringraziano il "vecchio cuore rossonero Leo", o quel "Diavolo di un Leonardo", per il suo piano ingegnoso: “…e noi che pensavamo fossi un traditore! Ti sei sacrificato per noi e sei andato a distruggere il nemico dall’interno!”. "Come Neo, in Matrix", aggiunge un altro.
Eppure una piccola speranziella esiste: e gli inguaribili ottimisti non possono che interpretarla come un "segno". Stavolta sono i numeri a parlare: in questa stagione, tra campionato, Champions e Coppa di Germania, lo Schalke ha perso 13 volte. In 10 occasioni, purtroppo per l'Inter, si è trattato di sconfitte di misura, con un solo gol di scarto: 1-0 o 2-1, inutili alla causa nerazzurra. In altri due casi la sconfitta è stata più "rotonda", ma sempre nulla di che: 2-0 dall’Hoffenheim, 3-1 dal Borussia Dortmund capolista.
Insomma, lo Schalke si conferma squadra più quadrata di quanto ci si aspettasse: con una sua solidità difensiva, se volete.
C’è soltanto una sconfitta a tenere vive le speranze dei nerazzurri: 27 novembre 2010, il Kaiserslautern regola lo Schalke con una manita: 5-0. Proprio il risultato che farebbe comodo all’Inter.
Come fare? Il copione è semplice, a Leo basta prendere appunti e riproporlo pari pari: vantaggio su calcio d’angolo nei primi minuti (per il Kaiserslautern segnò Lakic, di testa). Raddoppio nuovamente dalla bandierina, in chiusura di tempo: per maggiori dettagli chiedere ad Amedick. Si va negli spogliatoi sul risultato di 2-0, ma le imprese si costruiscono così, con pazienza. Si rientra e, con un contropiede fulminante, ecco il 3-0, ancora con Lakic. Nel frattempo, però, occorre che Raul si divori un gol, solo davanti al portiere. Per il 4-0 servirà un rigore: in quell'occasione fu Ilicevic a servire il poker.
A questo punto Leo potrebbe anche decidere di fermarsi, ma per rispondere a mano aperta allo schiaffo dell’andata occorre anche il 5-0. Il Kaiserslautern lo confezionò a 2’ dal termine. Cross dalla destra, di quelli che un tempo faceva anche Maicon, stacco di Moravek, alla Milito. Non è poi così difficile. Si può fare. Parola di Kaiser.
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I gol della Champions da Sky Sport
di Vanni Spinella
Il giorno dopo è quello della rassegnazione e del dolore. Il funerale nerazzurro si celebra soprattutto su forum e social network, dove i tifosi si ritrovano per scambiarsi pacche sulle spalle virtuali, farsi coraggio a vicenda, dare sfogo alle lacrime. “Vergogna” e “disastro”, le parole più ricorrenti. Mourinho, il ricordo più dolce, con tanti tifosi che ripetono un solo concetto: “Possiamo cambiare tutti gli allenatori che volete, ma nessuno sarà mai come José”.
Frasi da cerimonia funebre, atmosfere da lumino. E pensare che fino a venerdì pomeriggio il sorriso di Leo sembrava aver conquistato tutti. Per cercare di superare il trauma ci si aggrappa alla solita storia della “pazza Inter”: “Solo noi possiamo prenderne 5 in casa dallo Schalke e vincere 5 trofei in un anno: sono le due facce della medaglia e bisogna accettarle entrambe”, ricorda un saggio tifoso. A tanti non basta, per elaborare il lutto: ci si ripete allora che “il tempo cancellerà le ferite; per ora possiamo soltanto leccarcele”.
Alla cerimonia non sono ammesse le intrusioni. O meglio, sono poco gradite. Ai cugini rossoneri che invadono gli spazi interisti con foto di pere e manite, si risponde sempre allo stesso modo: ricordando loro la disfatta de La Coruna nel 2004, forse ancor più dolorosa perché arrivò nella gara di ritorno, quando il Milan pensava di essere già in semifinale, forte del 4-1 dell’andata. Anche se ci sono i milanisti che riescono a strappare un sorriso, con la loro ironia. Sono quelli che ringraziano il "vecchio cuore rossonero Leo", o quel "Diavolo di un Leonardo", per il suo piano ingegnoso: “…e noi che pensavamo fossi un traditore! Ti sei sacrificato per noi e sei andato a distruggere il nemico dall’interno!”. "Come Neo, in Matrix", aggiunge un altro.
Eppure una piccola speranziella esiste: e gli inguaribili ottimisti non possono che interpretarla come un "segno". Stavolta sono i numeri a parlare: in questa stagione, tra campionato, Champions e Coppa di Germania, lo Schalke ha perso 13 volte. In 10 occasioni, purtroppo per l'Inter, si è trattato di sconfitte di misura, con un solo gol di scarto: 1-0 o 2-1, inutili alla causa nerazzurra. In altri due casi la sconfitta è stata più "rotonda", ma sempre nulla di che: 2-0 dall’Hoffenheim, 3-1 dal Borussia Dortmund capolista.
Insomma, lo Schalke si conferma squadra più quadrata di quanto ci si aspettasse: con una sua solidità difensiva, se volete.
C’è soltanto una sconfitta a tenere vive le speranze dei nerazzurri: 27 novembre 2010, il Kaiserslautern regola lo Schalke con una manita: 5-0. Proprio il risultato che farebbe comodo all’Inter.
Come fare? Il copione è semplice, a Leo basta prendere appunti e riproporlo pari pari: vantaggio su calcio d’angolo nei primi minuti (per il Kaiserslautern segnò Lakic, di testa). Raddoppio nuovamente dalla bandierina, in chiusura di tempo: per maggiori dettagli chiedere ad Amedick. Si va negli spogliatoi sul risultato di 2-0, ma le imprese si costruiscono così, con pazienza. Si rientra e, con un contropiede fulminante, ecco il 3-0, ancora con Lakic. Nel frattempo, però, occorre che Raul si divori un gol, solo davanti al portiere. Per il 4-0 servirà un rigore: in quell'occasione fu Ilicevic a servire il poker.
A questo punto Leo potrebbe anche decidere di fermarsi, ma per rispondere a mano aperta allo schiaffo dell’andata occorre anche il 5-0. Il Kaiserslautern lo confezionò a 2’ dal termine. Cross dalla destra, di quelli che un tempo faceva anche Maicon, stacco di Moravek, alla Milito. Non è poi così difficile. Si può fare. Parola di Kaiser.
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