Barcellona, la Champions è tua: 3-1 al Manchester United
Champions LeagueNella finale di Wembley la squadra di Guardiola ha trionfato in Champions League contro i Red Devils, proprio come due anni fa a Roma. Dopo le reti di Pedro e Rooney, Messi rompe l'equilibrio e Villa cala il tris. E c'è la festa di Abidal. FOTO E VIDEO
VIDEO: Le emozioni della finale con effetto stadio
FOTO: I tifosi delle due squadre a Londra - Il fotoracconto della finale - La gioia del Barça in campo - La delusione dello United sconfitto - L'album della Champions League 2010-2011
Guarda la cronaca del match
BARCELLONA-MANCHESTER UNITED 3-1
27' pt Pedro (B), 34' pt Rooney (M), 9' st Messi (B), 24' st Villa (B)
C'è il Barcellona, di nuovo, sul tetto d'Europa: battendo 3-1 il Manchester United nella finale di Wembley, la squadra di Pep Guardiola ha vinto la quarta Coppa dei Campioni della sua storia, la seconda Champions League nell'arco degli ultimi tre anni. Come due anni fa nella finale di Roma, vittime ancora i Red Devils di Alex Ferguson, per i quali ormai il Barça rappresenta una vera maledizione.
Nessuno come il Barcellona, nessuno come Lionel Messi. Perché è stato necessario il sigillo della Pulce per modificare, in maniera definitiva, l'inerzia di una gara sino a quel momento in equilibrio. Il minuto letale è stato il nono della ripresa. La sfida è finita lì, per merito dell'argentino, capace di segnare il 2-1 che ha scardinato i piani di capitan Vidic e compagni. Decisivo a Wembley come lo fu all'Olimpico, Messi, e come chissà quante altre volte lo è stato. Nella festa, poi, c'è anche la storia a lieto fine di Eric Abidal, schierato in campo dall'inizio, appena due mesi dopo l'operazione per il tumore al fegato.
La partita, al di là delle primissime fasi, non ha lesinato momenti emozionanti. Il leit motiv della serata - com'era prevedibile - è stato il consueto palleggio superiore del Barcellona che, irretendo lo United per la prima mezz'ora, ha sfruttato l'arte portandosi in vantaggio grazie a Pedro, al 27'. In fondo, il gol ha svegliato lo United che ha finalmente tentato di prendere l'iniziativa e non ci ha messo nemmeno troppo tempo a trovare il pareggio, giunto dopo appena sette giri di lancette con Wayne Rooney. Gol sul quale c'è il sospetto di un fuorigioco pressoché impercettibile, ma tant'è: è stata la rete dell'1-1, quella del numero 10 dei Red Devils, che ha rimesso in parità l'incontro e consentito alle squadre di andare al riposo con ancora tutto da decidere. Che poi i blaugrana siano stati più pericolosi, è indiscutibile, così come è piaciuta anche la difesa dello United.
Proprio in virtù di questa considerazione, era chiaro che sarebbe servita, a quel punto, una prodezza individuale per impacchettare la coppa e spedirla nell'una o nell'altra città. Ci ha pensato - e chi altrimenti? - Lionel Messi, l'individualità per eccellenza della finale di Wembley. Minuto 9 del secondo tempo: azione personale con affondo palla al piede, sinistro improvviso proprio nel momento in cui Vidic impalla la visuale di Van Der Sar e rete del 2-1.
Di lì, per il Barça è stata tutta discesa, sino al traguardo, sino all'ennesimo trofeo e così il gol del 3-1 di Villa non ha fatto altro che sigillare il risultato dell'ennesimo trionfo di una squadra che, mentre ancora sta scrivendo la storia, fa già parte della leggenda.
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27' pt Pedro (B), 34' pt Rooney (M), 9' st Messi (B), 24' st Villa (B)
C'è il Barcellona, di nuovo, sul tetto d'Europa: battendo 3-1 il Manchester United nella finale di Wembley, la squadra di Pep Guardiola ha vinto la quarta Coppa dei Campioni della sua storia, la seconda Champions League nell'arco degli ultimi tre anni. Come due anni fa nella finale di Roma, vittime ancora i Red Devils di Alex Ferguson, per i quali ormai il Barça rappresenta una vera maledizione.
Nessuno come il Barcellona, nessuno come Lionel Messi. Perché è stato necessario il sigillo della Pulce per modificare, in maniera definitiva, l'inerzia di una gara sino a quel momento in equilibrio. Il minuto letale è stato il nono della ripresa. La sfida è finita lì, per merito dell'argentino, capace di segnare il 2-1 che ha scardinato i piani di capitan Vidic e compagni. Decisivo a Wembley come lo fu all'Olimpico, Messi, e come chissà quante altre volte lo è stato. Nella festa, poi, c'è anche la storia a lieto fine di Eric Abidal, schierato in campo dall'inizio, appena due mesi dopo l'operazione per il tumore al fegato.
La partita, al di là delle primissime fasi, non ha lesinato momenti emozionanti. Il leit motiv della serata - com'era prevedibile - è stato il consueto palleggio superiore del Barcellona che, irretendo lo United per la prima mezz'ora, ha sfruttato l'arte portandosi in vantaggio grazie a Pedro, al 27'. In fondo, il gol ha svegliato lo United che ha finalmente tentato di prendere l'iniziativa e non ci ha messo nemmeno troppo tempo a trovare il pareggio, giunto dopo appena sette giri di lancette con Wayne Rooney. Gol sul quale c'è il sospetto di un fuorigioco pressoché impercettibile, ma tant'è: è stata la rete dell'1-1, quella del numero 10 dei Red Devils, che ha rimesso in parità l'incontro e consentito alle squadre di andare al riposo con ancora tutto da decidere. Che poi i blaugrana siano stati più pericolosi, è indiscutibile, così come è piaciuta anche la difesa dello United.
Proprio in virtù di questa considerazione, era chiaro che sarebbe servita, a quel punto, una prodezza individuale per impacchettare la coppa e spedirla nell'una o nell'altra città. Ci ha pensato - e chi altrimenti? - Lionel Messi, l'individualità per eccellenza della finale di Wembley. Minuto 9 del secondo tempo: azione personale con affondo palla al piede, sinistro improvviso proprio nel momento in cui Vidic impalla la visuale di Van Der Sar e rete del 2-1.
Di lì, per il Barça è stata tutta discesa, sino al traguardo, sino all'ennesimo trofeo e così il gol del 3-1 di Villa non ha fatto altro che sigillare il risultato dell'ennesimo trionfo di una squadra che, mentre ancora sta scrivendo la storia, fa già parte della leggenda.
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