
Iniesta, Messi, Villa: tre superstar del Barcellona (Getty)
Martedì grande notte di Champions al Nou Camp (diretta Sky). Massimiliano Allegri la ricetta per battere i marziani l'aveva già annunciata dieci giorni fa: "Il Barcellona non si imita. Piuttosto, andrebbe sconfitto studiando qualcosa di diverso"...
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Chiamatela intuizione, perspicacia, oppure semplice coincidenza. Fatto sta che Massimiliano Allegri la ricetta per battere i marziani l'aveva già annunciata dieci giorni fa: "Il Barcellona non si imita. Piuttosto, andrebbe sconfitto studiando qualcosa di diverso". Basta poco per capire che il ragionamento di "Acciughino" non faceva una grinza.
Guardate Messi, Iniesta, Villa: un pallone d'oro, il match-winner dell'ultima finale mondiale ed uno dei giustizieri del Manchester a Wembley. Talenti in rampa di lancio prima delle scintille della magica notte europea. Abbondanza da far invidia a chiunque, non allo "stratega Max" che si è messo in testa di capovolgere la realtà adottando la legge dello "specchio riflesso". I 2-2 contro Lazio e Real Sociedad nell'ultimo turno di campionato, infatti, hanno sapori opposti: il Milan, rimontando, ha messo in mostra carattere, forza, e capacità di reagire; il Barça, facendosi rimontare, ha invece messo a nudo un'inedita vulnerabilità.
Destini che si sono incrociati al minuto 29, quando Ibra decideva di far tornare la voce a San Siro e Sanchez crollava a terra messo ko da un infortunio muscolare. Il suo volto, dolorante mentre viene trasportato fuori in barella, è l'immagine di un Barcellona triste e preoccupato. Tutt'altra faccia quella di Kevin Prince Boateng, che sembra aver smaltito il dolore alla spalla ed è pronto ad esserci martedì sera al Camp Nou.
Nel tempio del "tiki-taka" potrebbe rappresentare un'arma la qualità in fase di palleggio di gente come Aquilani e soprattutto Cassano, anche se la differenza (come al solito) è chiamato a farla Zlatan Ibrahimovic. L'ago della bilancia, l'ex con il dente avvelenato nei confronti di un Guardiola colpevole di non averlo valorizzato come avrebbe potuto. E chissà che non sia proprio Ibra lo specchio che userà Allegri per ammirare l'immagine del suo Milan. Con la speranza di riscoprirlo bello, di notte, nella tana dei perfetti.