Sos Inter, Ranieri non può scivolare sul sapone di Marsiglia
Champions LeagueLa disfatta di S. Siro col Bologna gela l'ambiente nerazzurro, ma la trasferta francese ha un precedente favorevole: a ottobre l'Inter reduce da due sconfitte con Napoli e Catania, trovò oltralpe la boccata d'ossigeno necessaria. A Lille finì 0-1
DOSSIER: Errori ed orrori arbitrali in Serie A
di VALERIO SPINELLA
Forse non l'ha ancora detto nessuno a Filippo, il bambino che chiede all'Inter di vincere per non essere preso in giro a scuola: se Inter-Bologna fosse stata la gara di ritorno di uno scontro ad eliminazione diretta, in stile Champions, la qualificazione sarebbe andata agli emiliani. Ribaltato il 3 a 1 dell'andata. Ma cosa è cambiato rispetto a quel sabato di settembre, quando al Dall'Ara un debuttante Ranieri scacciò i fantasmi del Gasp?
Pazza Inter "amara". Una consonante cambia radicalmente l'imperativo con cui si caricano i tifosi nerazzurri, che si trasforma nell'aggettivo che rappresenta al meglio la realtà interista. Che poi è la realtà che sta vivendo Claudio Ranieri, colui che con un filotto di sei vittorie consecutive in campionato ha "salvato" la squadra affondata dalla gestione Gasperini. Ma ci è voluto poco perché l'"aggiustatore", come era stato definito nel giorno della sua presentazione, ricadesse nella trappola letale al suo predecessore. E dire che sembrava aver trovato la chiave giusta: la vittoria per 2-0 sulla Fiorentina, nella 15.a giornata, inaugurava una serie di successi dal valore di 18 punti: 1-0 a Cesena nel turno successivo, 4-1 al Lecce, 5-0 al Parma, la vittoria nel derby e il 2-1 alla Lazio. Una manovra esemplare, se si pensa che metà dei 36 punti che l'Inter conta in classifica dopo la batosta di venerdì sera, sono arrivati in quelle sei partite, concentrate dal 10 dicembre al 22 gennaio. Gli altri 18 punti sono stati collezionati nelle restanti 18 gare, una media da retrocessione. Ma il dato più preoccupante, relativo alla contromanovra con cui Ranieri ha vanificato quei quaranta giorni memorabili, giunge dalla casella dei gol subiti. Incassato il ko di Lecce ("solo" 1-0, ma i pugliesi non avevano mai vinto in casa), i nerazzurri hanno cominciato a manifestare evidenti problemi difensivi nella sfida casalinga con il Palermo. L'entusiasmante 4-4 finale ha mitigato le polemiche, ma il 4-0 dell'Olimpico contro la Roma ha riacceso la spia. Altri quattro gol presi, con l'aggravante dell'attacco a secco. Le sconfitte casalinghe con Novara e Bologna allungano la striscia di risultati senza vittoria: 5, di cui le ultime tre sono sconfitte in cui nessun nerazzurro è andato in rete.
Mercoledì il Marsiglia di Deschamps attende un'Inter a pezzi, è vero. Ma attenzione. Anche in autunno i nerazzurri, reduci da due sconfitte in campionato con Napoli e Catania, trovarono oltralpe la boccata d'ossigeno di cui lo spogliatoio aveva bisogno. Il 18 ottobre, a Lille, decise Pazzini, tre giorni dopo il 2-1 subito al Massimino. In questo momento la crisi è più profonda, ma ancora una volta il rimedio ai mali dell'Inter potrebbe essere una gita in Francia. L'aria marina potrebbe curare la secchezza delle fauci di Milito, Pazzini e Forlan (finalmente arruolabile in Champions) e un gol fuori casa avrebbe un peso considerevole in vista del ritorno a San Siro. E in vista della crescita del bambino Filippo, che giovedì mattina, volente o nolente, dovrà andare a scuola.
Guida Tv: segui Marsiglia-Inter su Sky Sport
di VALERIO SPINELLA
Forse non l'ha ancora detto nessuno a Filippo, il bambino che chiede all'Inter di vincere per non essere preso in giro a scuola: se Inter-Bologna fosse stata la gara di ritorno di uno scontro ad eliminazione diretta, in stile Champions, la qualificazione sarebbe andata agli emiliani. Ribaltato il 3 a 1 dell'andata. Ma cosa è cambiato rispetto a quel sabato di settembre, quando al Dall'Ara un debuttante Ranieri scacciò i fantasmi del Gasp?
Pazza Inter "amara". Una consonante cambia radicalmente l'imperativo con cui si caricano i tifosi nerazzurri, che si trasforma nell'aggettivo che rappresenta al meglio la realtà interista. Che poi è la realtà che sta vivendo Claudio Ranieri, colui che con un filotto di sei vittorie consecutive in campionato ha "salvato" la squadra affondata dalla gestione Gasperini. Ma ci è voluto poco perché l'"aggiustatore", come era stato definito nel giorno della sua presentazione, ricadesse nella trappola letale al suo predecessore. E dire che sembrava aver trovato la chiave giusta: la vittoria per 2-0 sulla Fiorentina, nella 15.a giornata, inaugurava una serie di successi dal valore di 18 punti: 1-0 a Cesena nel turno successivo, 4-1 al Lecce, 5-0 al Parma, la vittoria nel derby e il 2-1 alla Lazio. Una manovra esemplare, se si pensa che metà dei 36 punti che l'Inter conta in classifica dopo la batosta di venerdì sera, sono arrivati in quelle sei partite, concentrate dal 10 dicembre al 22 gennaio. Gli altri 18 punti sono stati collezionati nelle restanti 18 gare, una media da retrocessione. Ma il dato più preoccupante, relativo alla contromanovra con cui Ranieri ha vanificato quei quaranta giorni memorabili, giunge dalla casella dei gol subiti. Incassato il ko di Lecce ("solo" 1-0, ma i pugliesi non avevano mai vinto in casa), i nerazzurri hanno cominciato a manifestare evidenti problemi difensivi nella sfida casalinga con il Palermo. L'entusiasmante 4-4 finale ha mitigato le polemiche, ma il 4-0 dell'Olimpico contro la Roma ha riacceso la spia. Altri quattro gol presi, con l'aggravante dell'attacco a secco. Le sconfitte casalinghe con Novara e Bologna allungano la striscia di risultati senza vittoria: 5, di cui le ultime tre sono sconfitte in cui nessun nerazzurro è andato in rete.
Mercoledì il Marsiglia di Deschamps attende un'Inter a pezzi, è vero. Ma attenzione. Anche in autunno i nerazzurri, reduci da due sconfitte in campionato con Napoli e Catania, trovarono oltralpe la boccata d'ossigeno di cui lo spogliatoio aveva bisogno. Il 18 ottobre, a Lille, decise Pazzini, tre giorni dopo il 2-1 subito al Massimino. In questo momento la crisi è più profonda, ma ancora una volta il rimedio ai mali dell'Inter potrebbe essere una gita in Francia. L'aria marina potrebbe curare la secchezza delle fauci di Milito, Pazzini e Forlan (finalmente arruolabile in Champions) e un gol fuori casa avrebbe un peso considerevole in vista del ritorno a San Siro. E in vista della crescita del bambino Filippo, che giovedì mattina, volente o nolente, dovrà andare a scuola.
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