Napoli senza paura a Londra, Inter orgogliosa col Marsiglia
Champions LeagueLa due giorni di ritorno degli Ottavi lascia il ricordo di emozioni forti, ma soprattutto di lezioni da imparare e da evitare per azzurri e nerazzurri. Gli uomini di Mazzarri devono evitare la sindrome Milan. Voglia di riscatto l'arma di Ranieri. LE FOTO
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FOTO: Tutta la Champions League in un Album - Arsenal-Milan, il 3-0 non basta ai Gunners - Scontri tra tifosi e polizia prima di Milan-Arsenal - Emozioni da ottavi di Champions League - Messi e Apoel, che notte!
di Massimo Tecca
La due giorni di ottavi di Champions, insieme ai primi verdetti, ci lascia il ricordo di emozioni forti, lezioni da imparare e da evitare. La prima è la storica impresa dell’Apoel Nicosia, capace di buttar fuori ai rigori il Lione, contro ogni pronostico e contro ogni logica. L’entusiasmo, la voglia di farcela e di superare un verdetto per molti già scritto, è stata più forte di tutto. “Ho detto ai miei ragazzi di usare prima la testa e poi le gambe”, si era raccomandato l’allenatore Jovanovic, uno che ha studiato tattica in Italia e che è maestro di catenaccio e contropiede. ccontentato con un risultato che resterà nella storia del calcio cipriota.
L’entusiasmo è molto, quasi tutto in Europa. Ma a volte non basta. Non è bastato all’Arsenal, che pure è andato vicino a una rocambolesca qualificazione contro il Milan. Fosse riuscito a segnare il quarto gol , su quella “palombella” tentata da Van Persie neutralizzata da Abbiati, avrebbe probabilmente travolto i rossoneri sullo slancio dell’euforia. Ma si è fermato a un passo dalla gloria. La lezione consiste nel non ripetere più gli errori dell’Emirates: sufficienza, disattenzioni difensive e quasi totale mancanza di iniziativa nel primo tempo. E quell’Ibrahimovic che vaga per il campo senza calarsi nel suo ruolo di protagonista designato e quasi rassegnandosi a fare la comparsa. Chi vuole il “Pallone d’Oro” deve andarselo a prendere con successi e atteggiamenti molto diversi da quelli mostrati dallo svedese nella notte di Londra.
Fra poco tocca a Inter e Napoli. Cominciamo proprio dalla squadra di Mazzarri, anche lei impegnata in Inghilterra nel “salotto buono” del calcio londinese. L’impressione è che non rivedremo (e non soffriremo) una serata simile a quella del Milan. Il Chelsea (in piena bagarre interna) non ha lo stesso furore agonistico dell’Arsenal, e il Napoli ha gli uomini giusti per tenere lontani i “blues” dalla porta di De Sanctis. Il segreto è proprio quello: prendere subito l’iniziativa col possesso-palla. Il Napoli da questo punto di vista sa essere superiore a molti avversari. Paradossalmente, vista la sua scarsa esperienza in campo internazionale, il Napoli è apparso più lucido, concentrato e continuo in Champions che non in campionato, dove ha perso per strada punti preziosi e ora sta tentando una rimonta affannata.
L’Inter deve soprattutto ritrovare serenità. E’ una parola. Lasciamo perdere i discorsi sulla panchina del futuro e pensiamo al presente. Il “mezzo disastro” certificato da Massimo Moratti contro il Catania deve trasformarsi nella voglia di riscatto contro avversari che non possono essere considerati superiori all’Inter, neppure alla disastrata Inter di questo periodo. Non sarà facile per Ranieri, che in questo periodo smonta e rimonta un po’ troppo la sua squadra, scegliere la formula giusta con cui andare ad annullare lo svantaggio dell’andata. Ma in questo momento pare impossibile fare a meno degli uomini che hanno accumulato la maggiore esperienza internazionale e che hanno rabbia e orgoglio per uscire dal tunnel della crisi. Un pronostico? Passano tutte e due. Magari soffrendo come e più del Milan, ma quello che conta è il risultato.
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di Massimo Tecca
La due giorni di ottavi di Champions, insieme ai primi verdetti, ci lascia il ricordo di emozioni forti, lezioni da imparare e da evitare. La prima è la storica impresa dell’Apoel Nicosia, capace di buttar fuori ai rigori il Lione, contro ogni pronostico e contro ogni logica. L’entusiasmo, la voglia di farcela e di superare un verdetto per molti già scritto, è stata più forte di tutto. “Ho detto ai miei ragazzi di usare prima la testa e poi le gambe”, si era raccomandato l’allenatore Jovanovic, uno che ha studiato tattica in Italia e che è maestro di catenaccio e contropiede. ccontentato con un risultato che resterà nella storia del calcio cipriota.
L’entusiasmo è molto, quasi tutto in Europa. Ma a volte non basta. Non è bastato all’Arsenal, che pure è andato vicino a una rocambolesca qualificazione contro il Milan. Fosse riuscito a segnare il quarto gol , su quella “palombella” tentata da Van Persie neutralizzata da Abbiati, avrebbe probabilmente travolto i rossoneri sullo slancio dell’euforia. Ma si è fermato a un passo dalla gloria. La lezione consiste nel non ripetere più gli errori dell’Emirates: sufficienza, disattenzioni difensive e quasi totale mancanza di iniziativa nel primo tempo. E quell’Ibrahimovic che vaga per il campo senza calarsi nel suo ruolo di protagonista designato e quasi rassegnandosi a fare la comparsa. Chi vuole il “Pallone d’Oro” deve andarselo a prendere con successi e atteggiamenti molto diversi da quelli mostrati dallo svedese nella notte di Londra.
Fra poco tocca a Inter e Napoli. Cominciamo proprio dalla squadra di Mazzarri, anche lei impegnata in Inghilterra nel “salotto buono” del calcio londinese. L’impressione è che non rivedremo (e non soffriremo) una serata simile a quella del Milan. Il Chelsea (in piena bagarre interna) non ha lo stesso furore agonistico dell’Arsenal, e il Napoli ha gli uomini giusti per tenere lontani i “blues” dalla porta di De Sanctis. Il segreto è proprio quello: prendere subito l’iniziativa col possesso-palla. Il Napoli da questo punto di vista sa essere superiore a molti avversari. Paradossalmente, vista la sua scarsa esperienza in campo internazionale, il Napoli è apparso più lucido, concentrato e continuo in Champions che non in campionato, dove ha perso per strada punti preziosi e ora sta tentando una rimonta affannata.
L’Inter deve soprattutto ritrovare serenità. E’ una parola. Lasciamo perdere i discorsi sulla panchina del futuro e pensiamo al presente. Il “mezzo disastro” certificato da Massimo Moratti contro il Catania deve trasformarsi nella voglia di riscatto contro avversari che non possono essere considerati superiori all’Inter, neppure alla disastrata Inter di questo periodo. Non sarà facile per Ranieri, che in questo periodo smonta e rimonta un po’ troppo la sua squadra, scegliere la formula giusta con cui andare ad annullare lo svantaggio dell’andata. Ma in questo momento pare impossibile fare a meno degli uomini che hanno accumulato la maggiore esperienza internazionale e che hanno rabbia e orgoglio per uscire dal tunnel della crisi. Un pronostico? Passano tutte e due. Magari soffrendo come e più del Milan, ma quello che conta è il risultato.
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