FantaBarça-Milan: se Pep e Max si scambiano le panchine

Champions League
Pep e Max, uno di fronte all'altro: chi vincerebbe se si scambiassero le panchine?

Provocazione bella e buona: chi vincerebbe se Allegri allenasse i catalani e Guardiola i rossoneri? Tra ipotesi tattiche e sedute dal parrucchiere, vi sveliamo come i tecnici cambierebbero il volto delle due squadre. Con rinunce molto importanti... FOTO

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di Vanni Spinella

Chiudete gli occhi per un istante e lasciatevi trasportare dalla suggestione. Il giochino è semplice ma si presta a considerazioni interessanti. E gli scenari che si aprono sono affascinanti, fidatevi.
Chiudete dunque gli occhi e immaginate Allegri sulla panchina del Barcellona. Sbattete le palpebre e ripetete l’operazione, sognando Guardiola su quella del Milan.
Cambierebbe qualcosa in vista del big match di stasera? Cosa si inventerebbero i due con la nuova materia umana messa a loro disposizione?

Per rispondere a questi interrogativi, adottiamo come punto di partenza il modulo che Max e Pep adottano abitualmente.
Allegri è ormai un fedelissimo del 4-3-1-2, sistema di gioco caro al Presidente che lui ha impreziosito con l’invenzione del trequartista “atipico”, quel Boateng nato mezzala e finito dietro alle due punte. Il “10” di Allegri ha muscoli, tempi di inserimento, senso del gol e una discreta dose di fantasia: stai a vedere che Max, disponendo della rosa del Barça, si inventerebbe Keita dietro a Messi e Sanchez.
Sicuramente schiererebbe titolare Fabregas (a lungo inseguito dai rossoneri, lasciato in panchina da Guardiola all’andata), mentre farebbe fuori in un attimo Puyol. Il dictat presidenziale è chiaro: con quella chioma non potrebbe scendere in campo, se non prima di essere passato dal parrucchiere.
Infine, va ricordato che Allegri è il tecnico che ha rinunciato al cervello di Pirlo preferendogli i muscoli di Van Bommel. Con lui sulla panchina del Barcellona, insomma, anche Xavi rischia il posto.

Capitolo Guardiola “rossonero”: nel suo 4-3-3 (all’occorrenza 3-4-3) trova posto soltanto chi dà del tu al pallone, in possesso di una proprietà di palleggio che gli consenta di ben figurare sia tra le patate di San Siro che nella risaia del Camp Nou. Con buona pace di Nocerino, rivelazione della stagione milanista.
Altra mossa tattica: Pep, che si è inventato il centrocampista Mascherano in mezzo alla difesa, ci metterebbe poco a piazzare Van Bommel in quel ruolo: cattivo, grintoso, geometrico quanto basta. Ma la vera prerogativa di Guardiola, lo sanno tutti, è quella di lanciare i giovani. Giunto a Milanello, Pep si farebbe subito un giro nella cantera rossonera e ne tornerebbe con un paio di idee “alla Cuenca”. In Champions si dovrebbe accontentare di quel che offre la lista, e in El Sharaawy troverebbe quel che cerca in un attaccante. Tecnico, rapido, giovane: il “piccolo Faraone” si vedrebbe subito promosso titolare.
Al posto di chi? Beh, nel Milan c’è un tizio alto e grosso che Guardiola non vede certo di buon occhio…

Il Barcellona di Allegri giocherebbe così:

(4-3-1-2) Victor Valdes; Dani Alves, Piqué, Mascherano, Adriano; Fabregas, Busqu ets, Iniesta; Keita; Messi, Sanchez

Il Milan di Guardiola giocherebbe così:
(4-3-3) Abbiati; Abate, Van Bommel, Nesta, Antonini; Seedorf, Boateng, Emanuelso n; El Shaarawy, Robinho, Pato.