Il Barcellona resta al palo. E ora i numeri dicono Chelsea
Champions LeagueA Stamford Bridge i blaugrana hanno ottenuto il 72% di possesso palla, infilando 754 passaggi contro i 185 dei Blues. Ma l'acuto di Drogba è stato determinante. I precedenti e le statistiche sembrano ora favorire gli inglesi in vista del ritorno
di Luciano Cremona
Proprio nel momento in cui tutti evocavano il gol di Iniesta a tempo scaduto come in Chelsea-Barcellona del 2009 (semifinale di ritorno a Stamford Bridge, la partita della famigerata direzione arbitrale di Ovrebo), proprio in quella porta è arrivato il destro di Pedro: una deviazione, il palo, la ribattuta di Busquets alta. Non sappiamo se la storia del calcio sia girata perché il Barcellona ha di fronte ancora 90' per ribaltare la sconfitta patita contro gli uomini di Di Matteo e per volare in finale. Grazie ai numeri e alle statistiche però possiamo fotografare meglio sia la portata dell’impresa dei Blues sia le possibilità che hanno gli uomini di Guardiola di ribaltare l'1-0.
Innanzitutto il Barcellona a Stamford Bridge ha tenuto palla per il 72% del tempo di gioco, schiacciando i Blues anche nel conto dei passaggi, 754 contro 185: un numero elevatissimo, che ha prodotto 24 tiri, dei quali solo 6 nello specchio (due pali). Il Chelsea, che si è difeso ad oltranza, ha calciato verso Victor Valdes quattro volte, segnando con Drogba. Praticità allo stato puro.
Il Chelsea, anche a giudicare dalle statistiche, risulta essere una vera e propria bestia nera per i blaugrana. Tutti ricordano la semifinale del 2009, quando però il Barcellona non vinse: passò infatti con due pareggi (0-0 e 1-1). Negli ultimi sei incontri contro i Blues, i catalani non hanno mai vinto. Le inglesi in generale sembrano avere un feeling particolare contro il Barça: sei delle ultime nove sconfitte in Europa sono arrivato proprio contro squadre inglesi.
Per il Barcellona suonano ostili anche i precedenti nelle semifinali perse all’andata: in cinque casi su sei è stato poi eliminato. La percentuale di passaggio del turno in Europa per una squadra che perde l’andata in trasferta è del 37%. Inoltre Cech è lo spauracchio numero due per Leo Messi: dopo Julio Cesar, imbattuto da 449’ nella sfida personale con la pulce argentina, il portiere ceco è arrivato a 385’ senza prendere gol dal Pallone d’Oro. E quella di Stamford Bridge è stata la 18esima partita della gestione Guardiola, su 240, senza che il Barça sia riuscito ad andare in gol.
Tra tutti questi numeri negativi, emergono tre situazioni che fanno ben sperare i tifosi blaugrana. Innanzitutto il Camp Nou ha una larghezza maggiore rispetto a quella di Stamford Bridge (almeno un metro 68 contro 67, oltre a due metri in più in lunghezza, 105 contro 103): sarà più difficile per il Chelsea riproporre un catenaccio così serrato. In Europa, poi, la rimonta dall’1-0 e il passaggio del turno sono riusciti quattro volte su sette ai catalani. Mentre il Chelsea è l’unica squadra della storia della Champions a non essere riuscita a raggiungere la finale dopo aver vinto l’andata per 1-0: era il 2007, in panchina c’era Mourinho, di fronte il Liverpool di Benitez, che vinse ai rigori e volò ad Atene.
Proprio nel momento in cui tutti evocavano il gol di Iniesta a tempo scaduto come in Chelsea-Barcellona del 2009 (semifinale di ritorno a Stamford Bridge, la partita della famigerata direzione arbitrale di Ovrebo), proprio in quella porta è arrivato il destro di Pedro: una deviazione, il palo, la ribattuta di Busquets alta. Non sappiamo se la storia del calcio sia girata perché il Barcellona ha di fronte ancora 90' per ribaltare la sconfitta patita contro gli uomini di Di Matteo e per volare in finale. Grazie ai numeri e alle statistiche però possiamo fotografare meglio sia la portata dell’impresa dei Blues sia le possibilità che hanno gli uomini di Guardiola di ribaltare l'1-0.
Innanzitutto il Barcellona a Stamford Bridge ha tenuto palla per il 72% del tempo di gioco, schiacciando i Blues anche nel conto dei passaggi, 754 contro 185: un numero elevatissimo, che ha prodotto 24 tiri, dei quali solo 6 nello specchio (due pali). Il Chelsea, che si è difeso ad oltranza, ha calciato verso Victor Valdes quattro volte, segnando con Drogba. Praticità allo stato puro.
Il Chelsea, anche a giudicare dalle statistiche, risulta essere una vera e propria bestia nera per i blaugrana. Tutti ricordano la semifinale del 2009, quando però il Barcellona non vinse: passò infatti con due pareggi (0-0 e 1-1). Negli ultimi sei incontri contro i Blues, i catalani non hanno mai vinto. Le inglesi in generale sembrano avere un feeling particolare contro il Barça: sei delle ultime nove sconfitte in Europa sono arrivato proprio contro squadre inglesi.
Per il Barcellona suonano ostili anche i precedenti nelle semifinali perse all’andata: in cinque casi su sei è stato poi eliminato. La percentuale di passaggio del turno in Europa per una squadra che perde l’andata in trasferta è del 37%. Inoltre Cech è lo spauracchio numero due per Leo Messi: dopo Julio Cesar, imbattuto da 449’ nella sfida personale con la pulce argentina, il portiere ceco è arrivato a 385’ senza prendere gol dal Pallone d’Oro. E quella di Stamford Bridge è stata la 18esima partita della gestione Guardiola, su 240, senza che il Barça sia riuscito ad andare in gol.
Tra tutti questi numeri negativi, emergono tre situazioni che fanno ben sperare i tifosi blaugrana. Innanzitutto il Camp Nou ha una larghezza maggiore rispetto a quella di Stamford Bridge (almeno un metro 68 contro 67, oltre a due metri in più in lunghezza, 105 contro 103): sarà più difficile per il Chelsea riproporre un catenaccio così serrato. In Europa, poi, la rimonta dall’1-0 e il passaggio del turno sono riusciti quattro volte su sette ai catalani. Mentre il Chelsea è l’unica squadra della storia della Champions a non essere riuscita a raggiungere la finale dopo aver vinto l’andata per 1-0: era il 2007, in panchina c’era Mourinho, di fronte il Liverpool di Benitez, che vinse ai rigori e volò ad Atene.