Da El Shaarawy a Mexes, il Milan che sorride. Le pagelle
Champions LeagueI rossoneri vincono 3-1 contro l'Anderlecht e si aggiudicano il passaggio agli ottavi di Champions. Ecco i protagonisti in campo che hanno fatto la differenza regalando alla squadra un importante traguardo in un momento difficile
CONSTANT
In campo spende più di quel guadagna nei crediti della critica. E così il redditometro del calcio lo evidenzia in positivo. Non sarà un campione, ma è un atleta: tutto il resto viene di conseguenza: anche un salvataggio che sembra disperato ma è attento e coordinato. Ed evita il vantaggio belga.
EL SHAARAWY
Se continua così, a Natale va in ferie e torna a Pasqua! Continua a segnare e vincere vacanze premio offerte dai compagni. Ma con tutto il rispetto per Caraibi o altri posti esotici, il viaggio più importante è quello che regala lui al Milan: verso la qualificazione agli ottavi di Champions. Roba da ricchi.
DE SCIGLIO
Un altro ragazzo del ’92 che gioca con esperienza da veterano e freschezza da ragazzino. Non si limita a difendere, galoppa sulla fascia. Ordinato e preciso, non si fa mancare nulla per confezionare una gran prestazione che va oltre il gioiello del cross faraonico per El Shaarawy. Under 21, ma over the top.
MEXES
Alza la cresta e mette la maschera: sembra Ibra, quando segna in rovesciata. Un po’ bizzoso e imprevedibile: c’è tutto, pregi e difetti, nella prodezza che diventa lo spot della qualificazione milanista. Il colpo da campione lo mette in copertina, un colpo al ginocchio lo mette fuori. Ma festeggia lo stesso.
MONTOLIVO
In ordine crescente: piedi, cuore, testa. Dal basso verso l’alto, la crescita sua diventa quella della squadra. E’ uomo-squadra: più di quello che era alla Fiorentina, più di quel che è in nazionale. Nell’anno che a tratti è stato del peggior Milan, è il miglior Montolivo quel che si ammira in Europa e Italia.
NOCERINO
Sangue, sudore e lacrime: non si fa mancare nulla, per tornare combattente. I gol dell’anno passato sembravano diventati il suo complesso: un peso impossibile da sopportare. Invece è tornato “Nocerino-picchia-duro” come cantavano i suoi tifosi: colonna sonora di un giocatore tornato prezioso.
ALLEGRI
Alla fine esibisce il sorriso delle grandi occasioni. In realtà il suo sollievo è tecnico e tattico, più che umano. Non aveva disimparato il mestiere, nemmeno quando le difficoltà lo costringevano a incassare in silenzio raffiche di critiche e sconfitte. Almeno stavolta, si può dire: c’è molto da stare Allegri.
PATO
Il Faraone generoso gli regala un gol facile facile, però importante per chiudere la partita e riaprire – se possibile – la sua nuova storia. Ancora senza scatto, ma con scatti d’orgoglio che incidono sulla sfida: si prende il fallo che manda l’Anderlecht in dieci, e la punizione che genera il fantagol di Mexes.
In campo spende più di quel guadagna nei crediti della critica. E così il redditometro del calcio lo evidenzia in positivo. Non sarà un campione, ma è un atleta: tutto il resto viene di conseguenza: anche un salvataggio che sembra disperato ma è attento e coordinato. Ed evita il vantaggio belga.
EL SHAARAWY
Se continua così, a Natale va in ferie e torna a Pasqua! Continua a segnare e vincere vacanze premio offerte dai compagni. Ma con tutto il rispetto per Caraibi o altri posti esotici, il viaggio più importante è quello che regala lui al Milan: verso la qualificazione agli ottavi di Champions. Roba da ricchi.
DE SCIGLIO
Un altro ragazzo del ’92 che gioca con esperienza da veterano e freschezza da ragazzino. Non si limita a difendere, galoppa sulla fascia. Ordinato e preciso, non si fa mancare nulla per confezionare una gran prestazione che va oltre il gioiello del cross faraonico per El Shaarawy. Under 21, ma over the top.
MEXES
Alza la cresta e mette la maschera: sembra Ibra, quando segna in rovesciata. Un po’ bizzoso e imprevedibile: c’è tutto, pregi e difetti, nella prodezza che diventa lo spot della qualificazione milanista. Il colpo da campione lo mette in copertina, un colpo al ginocchio lo mette fuori. Ma festeggia lo stesso.
MONTOLIVO
In ordine crescente: piedi, cuore, testa. Dal basso verso l’alto, la crescita sua diventa quella della squadra. E’ uomo-squadra: più di quello che era alla Fiorentina, più di quel che è in nazionale. Nell’anno che a tratti è stato del peggior Milan, è il miglior Montolivo quel che si ammira in Europa e Italia.
NOCERINO
Sangue, sudore e lacrime: non si fa mancare nulla, per tornare combattente. I gol dell’anno passato sembravano diventati il suo complesso: un peso impossibile da sopportare. Invece è tornato “Nocerino-picchia-duro” come cantavano i suoi tifosi: colonna sonora di un giocatore tornato prezioso.
ALLEGRI
Alla fine esibisce il sorriso delle grandi occasioni. In realtà il suo sollievo è tecnico e tattico, più che umano. Non aveva disimparato il mestiere, nemmeno quando le difficoltà lo costringevano a incassare in silenzio raffiche di critiche e sconfitte. Almeno stavolta, si può dire: c’è molto da stare Allegri.
PATO
Il Faraone generoso gli regala un gol facile facile, però importante per chiudere la partita e riaprire – se possibile – la sua nuova storia. Ancora senza scatto, ma con scatti d’orgoglio che incidono sulla sfida: si prende il fallo che manda l’Anderlecht in dieci, e la punizione che genera il fantagol di Mexes.