Sneijder e Drogba per l'assalto Champions: sogno Galatasaray

Champions League
L’esultanza del Galatasaray dopo la vittoria nel derby con il Besiktas. C’è anche Sneijder a festeggiare (Getty)
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Il guanto di sfida alle grandi d'Europa è stato lanciato dal sontuoso mercato invernale del club di Istanbul. Così l'Imperatore Terim vuole entrare nella storia, grazie ad un presidente ambizioso e a diverse vecchie conoscenze della Serie A

di Lorenzo Longhi

"Sono qui per vincere la Champions League". Boom: lo ha detto Didier Drogba, ieri, al quotidiano turco Milliyet, facendo sognare Istanbul. Eppure, a tutti gli effetti, quello che può tranquillamente essere letto come un proclama, tanto lontano dalla realtà non va.
Difficile, infatti, non considerare il Galatasaray il vero re del mercato invernale, a livello europeo. Perché sì, il Milan avrà anche portato in rossonero Balotelli, ma SuperMario non potrà giocare la Champions mentre i due gioielli sbarcati sul Bosforo, appunto Didier Drogba e Wesley Sneijder, sì. A proposito: il primo, la Champions, l'ha vinta nel 2012, il secondo nel 2010. Da protagonisti, entrambi.

Dalla torre di Galata è stato lanciato il guanto di sfida nei confronti dell'elite europea. Sul campo, prima di tutto, perché a Drogba (per il quale i cinesi dello Shenhua avevano tentato di bloccare il trasferimento) e Sneijder (che ha già esordito nel vittorioso derby con il Besiktas) si aggiungono agli ex "italiani" Muslera, Melo e l'infortunato Ujfalusi, a Eboué, Elmander, Baros e Riera, ma anche a trasferimenti estivi rumorosi quali Hamit Altintop, il marocchino Amrabat e l'ex bomber del Trabzonspor Burak Yilmaz.
Una squadra anagraficamente non giovane, ma di grandissima qualità ed esperienza, affidata all'Imperatore Fatih Terim. Che, a ben guardare, ha in mano oggi la vera mina vagante della Champions.

Obiettivo scontato: superare gli ottavi, che vedono i giallorossi opposti allo Schalke, ed arrivare magari in semifinale. Fra le prime quattro, per rinverdire i fasti di quel Galatasaray che, nel 2000, vinse la Coppa Uefa contro l'Arsenal sotto la griffe dello stagionato, ma ancora fenomenale, Gheorghe Hagi. Ma un conto è avere in rosa Hagi, Taffarel, Popescu e Hakan Sukur, altro i figli del sontuoso mercato del presidente Unal Aysal. Che, per la cronaca, in patria è una potenza: controlla la Unit, holding che è un colosso nell'energia e ha interessi in svariati altri campi. Così tanti da valere, secondo una stima del 2011, 800 milioni di dollari.

Tuttavia, secondo il rapporto "Football Money League" 2012 della Deloitte, quella turca non è nemmeno fra le prime 30 società a livello di guadagni. Non lo era, almeno, perché il futuro del club - specie se la squadra andrà avanti in Champions con conseguenti benefici su proventi e premi vari - appare roseo. Primo posto in campionato, con buone possibilità di bissare il successo del 2012, tante ambizioni in Europa e, soprattutto, un programma di medio-breve termine: arrivare il più in alto possibile nel più breve tempo possibile. Le scelte dicono questo: ecco perché Aysal non ha avuto i dubbi che ha avuto la Juventus su Drogba (18 mesi di contratto), ecco perché si è buttato su quello Sneijder che passerà alla storia come un (folle) scarto dell'Inter. Ecco perché, in panchina c'è sempre Terim. Perché l'Imperatore sa come si fa: fu lui a guidare il Galatasaray alla conquista dell'Uefa. E sarà ancora lui il condottiero della grande sfida.