Champions: Juve spietata, Celtic affondato. E' 3-0 a Glasgow
Champions LeagueNell'andata degli ottavi, i bianconeri espugnano un Celtic Park tutto esaurito. Matri sblocca la gara dopo appena tre minuti, nella ripresa Marchisio e Vucinic mettono un'ipoteca sulla qualificazione
CELTIC-JUVENTUS 0-3
3' Matri, 77' Marchisio, 83' Vucinic
Guarda la cronaca del match
LE PAGELLE
Giocare al Celtic Park di Glasgow non è facile. Mai. Centoventisei anni di storia, l'atmosfera creata dal pubblico ed il proverbiale agonismo degli scozzesi sono ostacoli assai duri da superare. Contro una tradizione italiana non sempre favorevole da queste parti, a vincere c'era riuscito il Milan nel 1969 con un gol di Prati. Trentatré anni dopo ce l'ha fatta anche la Juventus, stavolta nell'andata degli ottavi di Champions League. Un successo che sfata un antico tabù dei bianconeri, sempre usciti sconfitti da questo campo. Anche se, nel 1981 come nel 2001, il cammino europeo della Signora non fu mai compromesso.
L'ultima volta in campo c'era anche Antonio Conte, oggi allenatore della Juve, al quale va riconosciuto, ancora una volta, il merito delle scelte fatte nel disegnare il proprio attacco. Scelta come quella di confermare lì davanti, accanto all'intoccabile Vucinic, Alessandro Matri. E' lui l'autore del gol che pronti-via sblocca il risultato. Il terzo in nove giorni, di fatto il più importante della stagione, perché consegna ai suoi mezza qualificazione ai quarti. Quello di Marchisio, che raddoppia nella ripresa, serve invece a spegnere l'impeto degli uomini di Lennon; quello di Vucinic, a sette minuti dal termine, archivia in modo definitivo la pratica. Salvo follie a Torino, beninteso.
Eppure la partita non è stata così semplice come il risultato potrebbe lasciare intendere. Vincere a Glasgow, lo si è detto, è spesso un'impresa. E quella della Juve lo è stata, nonostante il vantaggio arrivato dopo tre minuti. Sì, perché la rete di Matri non ha intimorito i padroni di casa, che anzi hanno lottato e attaccato con crescente intensità. Qualche pericolo è arrivato dalla lunga distanza, così come qualche ansia per la difesa ospite è nata dai calci d'angolo, dove i centimetri del Celtic avrebbero potuto fare la differenza. Soprattutto dopo l'uscita di Peluso per problemi muscolari (dentro Padoin). Ma Buffon è riuscito sempre a fare buona guardia.
Da rivedere Anelka, sostituto di Vucinic. Ha dato l'impressione di essere entrato subito in partita, ma i pochi minuti giocati non sono sufficienti a formulare un giudizio. Al di là di questo, però, da Glasgow arriva una conferma ed un preciso messaggio a tutti i prossimi avversari: quando la Juventus gioca da squadra, facendo proprio il tipico agonismo scozzese, non ha ostacoli.
3' Matri, 77' Marchisio, 83' Vucinic
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Giocare al Celtic Park di Glasgow non è facile. Mai. Centoventisei anni di storia, l'atmosfera creata dal pubblico ed il proverbiale agonismo degli scozzesi sono ostacoli assai duri da superare. Contro una tradizione italiana non sempre favorevole da queste parti, a vincere c'era riuscito il Milan nel 1969 con un gol di Prati. Trentatré anni dopo ce l'ha fatta anche la Juventus, stavolta nell'andata degli ottavi di Champions League. Un successo che sfata un antico tabù dei bianconeri, sempre usciti sconfitti da questo campo. Anche se, nel 1981 come nel 2001, il cammino europeo della Signora non fu mai compromesso.
L'ultima volta in campo c'era anche Antonio Conte, oggi allenatore della Juve, al quale va riconosciuto, ancora una volta, il merito delle scelte fatte nel disegnare il proprio attacco. Scelta come quella di confermare lì davanti, accanto all'intoccabile Vucinic, Alessandro Matri. E' lui l'autore del gol che pronti-via sblocca il risultato. Il terzo in nove giorni, di fatto il più importante della stagione, perché consegna ai suoi mezza qualificazione ai quarti. Quello di Marchisio, che raddoppia nella ripresa, serve invece a spegnere l'impeto degli uomini di Lennon; quello di Vucinic, a sette minuti dal termine, archivia in modo definitivo la pratica. Salvo follie a Torino, beninteso.
Eppure la partita non è stata così semplice come il risultato potrebbe lasciare intendere. Vincere a Glasgow, lo si è detto, è spesso un'impresa. E quella della Juve lo è stata, nonostante il vantaggio arrivato dopo tre minuti. Sì, perché la rete di Matri non ha intimorito i padroni di casa, che anzi hanno lottato e attaccato con crescente intensità. Qualche pericolo è arrivato dalla lunga distanza, così come qualche ansia per la difesa ospite è nata dai calci d'angolo, dove i centimetri del Celtic avrebbero potuto fare la differenza. Soprattutto dopo l'uscita di Peluso per problemi muscolari (dentro Padoin). Ma Buffon è riuscito sempre a fare buona guardia.
Da rivedere Anelka, sostituto di Vucinic. Ha dato l'impressione di essere entrato subito in partita, ma i pochi minuti giocati non sono sufficienti a formulare un giudizio. Al di là di questo, però, da Glasgow arriva una conferma ed un preciso messaggio a tutti i prossimi avversari: quando la Juventus gioca da squadra, facendo proprio il tipico agonismo scozzese, non ha ostacoli.