Messi da Papa. Niang, un palo da fumata nera: le pagelle

Champions League
Leo Messi ha dimostrato ancora una volta di essere il calciatore più forte al mondo (Getty)

Il giorno in cui si apriva il conclave non poteva essere quello del Faraone, ma El Shaarawy ci ha provato comunque. Il celestiale argentino ha fatto saltare la gabbia di Allegri. Villa, un campione che all'occorrenza sa fare anche il gregario

MILAN
El Shaarawy - Il giorno in cui si apre il conclave non può essere il giorno del Faraone, ma la cresta ci prova. Copre una fascia del campo immensa, arriva sotto porta che è spesso stanco e poco lucido. L’esperienza di aver visto il marziano Messi per lui resterà indimenticabile.

Niang - Sarebbe bastato chiudere l’angolo di qualche centimetro e sarebbe stata beatificazione. Invece resta l’amarezza per un’impresa sfiorata e non realizzata. La fumata è stata più nera che dal comignolo della Sistina. Difficile e soprattutto ingiusto sarebbe dare la colpa al più giovane di tutti.

Abbiati - Capisce subito che serata lo attende. I primi minuti somigliano a un videogioco: Abbiati si diverte, tenta l’impossibile, ma davanti ai numeri di Messi deve arrendersi. Gli ultimi due gol lo fanno arrabbiare parecchio, un’occasione così quando gli ricapiterà?

Ambrosini - Quel pallone perso a centrocampo è una macchia che non riuscirà a cancellare. Il capitano coraggioso non tollera gli errori, soprattutto i propri. Allegri lo aveva piazzato lì al centro della diga di centrocampo, il gioco è saltato proprio in occasione del raddoppio di Messi.

Allegri - Un attimo di genialità fa saltare la sua gabbia: Messi evade e tutto si complica. Il rimpianto per quel palo colpito da Niang lo tormenterà chi sa per quanto, ma arrivare in vantaggio a Barcellona è una piccola impresa che nessuno avrebbe pronosticato a settembre.

BARCELLONA
Messi - La differenza tra un marziano e un giocatore di calcio è tutta in quella frazione di secondo trascorsa tra lo stop e il tiro, in occasione del primo gol del Barcellona. La velocità di pensiero è fulminante, quel che viene dopo è solo un dettaglio supplementare.

Villa - Quando arriva la sostituzione, tutto il Camp nou scatta in piedi per lui, campione autentico che in una supersquadra come il Barcellona sembra quasi un gregario. Sono emozioni che non si dimenticano e che vanno al di là del piacere fisico di giocare con Messi.

Xavi - Uno scambio strettissimo con Messi dopo neppure 300 secondi, un intervento decisivo su Muntari quando mancano 10 minuti: in questi due gesti la grandezza di Xavi, fondamentale per il gioco dei catalani almeno quanto Iniesta. La grandezza del Barcellona passa anche da loro.

Roura - Stavolta il maestro Vilanova non potrà contestargli nulla: la missione è stata centrata, così come Roura aveva promesso nella sala conferenze di San Siro. Diciamo che con campioni così si parte sempre da un vantaggio virtuale, difficilmente rimontabile.