The millionaire. Al San Paolo l'arbitro più ricco del mondo
Champions LeagueJonas Eriksson è il direttore di gara di Napoli-Athletic Bilbao e nessuno può accusarlo di essere "un venduto": nel 2007 infatti ha ricavato circa 10 milioni cedendo le sue quote di una società che commercializza diritti tv. E arbitra per passione
di Lorenzo Longhi
Se dovesse fare errori, anche marchiani, almeno non dategli del "venduto". Perché Jonas Eriksson, l'arbitro di Napoli-Athletic questa sera al San Paolo, è talmente ricco da essere al riparo da ipotesi di corruzione, almeno parlando di vil denaro. Eriksson, 40 anni e 194 cm di altezza, è infatti l'unico direttore di gara il cui conto corrente può reggere il confronto con quello dei fuoriclasse protagonisti della Champions.
Diritti tv. A cambiare la vita sua (e quella dei suoi futuri eredi), fu una quindicina di anni fa il suggerimento di un amico, Peter Jihde, che gli consigliò di entrare in società con gli amici Jonas Persson e Anders Björkman, nella "Iec in Sports", una start-up sorta nel 1993 per acquistare e vendere diritti tv di manifestazioni sportive. Un periodo pionieristico, in un mercato agli albori in Scandinavia. Iec iniziò con alcuni campionati di badminton e nuoto, per diventare poi un colosso: oggi fa parte del gruppo Lagardere e ha sedi in tutto il mondo che conta, da Hong Kong a Losanna, da Sydney a Dubai, oltre ovviamente alla natia Stoccolma.
10 milioni. Proprio la vendita a Lagardere, nel 2007, ha reso Eriksson multimilionario, dal momento che Iec venne acquistata per circa 750 milioni di corone svedesi, l'equivalente di oltre 80 milioni di euro. Il che significa, per l'arbitro svedese, un... bonifico di circa 10 milioni al cambio di allora, euro più euro meno. Abbastanza per rendere l'arbitraggio, per lui, un hobby. Hobby che, peraltro, sembra riuscirgli piuttosto bene: internazionale dal 2002, la scorsa stagione ha diretto la Supercoppa fra Bayern e Chelsea e arbitrato al Mondiale brasiliano.
Se dovesse fare errori, anche marchiani, almeno non dategli del "venduto". Perché Jonas Eriksson, l'arbitro di Napoli-Athletic questa sera al San Paolo, è talmente ricco da essere al riparo da ipotesi di corruzione, almeno parlando di vil denaro. Eriksson, 40 anni e 194 cm di altezza, è infatti l'unico direttore di gara il cui conto corrente può reggere il confronto con quello dei fuoriclasse protagonisti della Champions.
Diritti tv. A cambiare la vita sua (e quella dei suoi futuri eredi), fu una quindicina di anni fa il suggerimento di un amico, Peter Jihde, che gli consigliò di entrare in società con gli amici Jonas Persson e Anders Björkman, nella "Iec in Sports", una start-up sorta nel 1993 per acquistare e vendere diritti tv di manifestazioni sportive. Un periodo pionieristico, in un mercato agli albori in Scandinavia. Iec iniziò con alcuni campionati di badminton e nuoto, per diventare poi un colosso: oggi fa parte del gruppo Lagardere e ha sedi in tutto il mondo che conta, da Hong Kong a Losanna, da Sydney a Dubai, oltre ovviamente alla natia Stoccolma.
10 milioni. Proprio la vendita a Lagardere, nel 2007, ha reso Eriksson multimilionario, dal momento che Iec venne acquistata per circa 750 milioni di corone svedesi, l'equivalente di oltre 80 milioni di euro. Il che significa, per l'arbitro svedese, un... bonifico di circa 10 milioni al cambio di allora, euro più euro meno. Abbastanza per rendere l'arbitraggio, per lui, un hobby. Hobby che, peraltro, sembra riuscirgli piuttosto bene: internazionale dal 2002, la scorsa stagione ha diretto la Supercoppa fra Bayern e Chelsea e arbitrato al Mondiale brasiliano.