Germania su, Italia giù: così cambia la geografia Champions

Champions League
Com'era bello il 2005: allora tra le top 16 di Champions c'erano tre italiane, com'è stato ancora per molti anni
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di Stefano Rizzato

Aiuto, mi si è ristretta l'Europa. Almeno quella del pallone, anzi dell'élite del pallone. È successo tutto in dieci anni: un tempo l'Italia dominava e portava le squadre di casa nostra avanti in Champions League, quasi sempre oltre la prima fase, a volte fino in fondo. Oggi è molto più raro e la geografia del calcio europeo si è spostata ancora più a nord, verso la Germania. Non c'è solo l'en-plein di quest'anno, con Bayern, Bayer, Borussia e Schalke qualificate agli ottavi e finite dentro il sorteggio di lunedì. C'è una crescita costante, che ha cambiato gli equilibri.

Un monopolio a tre – Nella lista delle 16 qualificate, di anno in anno, non ci sono veri sconvolgimenti. Ci sono squadre che non mancano mai, come Real Madrid e Barcellona. Ci sono sempre le londinesi Chelsea e Arsenal, spesso tutte e due. E c'è sempre un Manchester: quest'anno il City, di solito lo United. Anche il Liverpool ha una buona tradizione e a turno anche le altre spagnole meno nobili – Atletico, Valencia, Siviglia, Malaga – sono riuscite a strappare il pass negli ultimi dieci anni. Con la crescita della Germania, il risultato è un monopolio a tre nazioni: Germania, Inghilterra, Spagna.

Francia stabile, Italia sparita
– Anche la Francia è rimasta nel tempo costante nella geografia Champions. Quasi sempre con un paio di squadre qualificate, non ha fatto il salto tedesco, ma non è neanche arretrata. In calo ci sono le olandesi, con Ajax e Psv che si vedono sempre meno al top. In calo ci sono Turchia e Grecia, che fino a qualche tempo fa davano un tocco esotico alla competizione. E in calo ci sono soprattutto le italiane. Dalla stagione 2005/06 a quella 2011/12 ci sono sempre state tre squadre di casa nostra nel sorteggio per gli ottavi. Negli ultimi tre anni il crollo, cui si è salvata solo la Juventus.