Martedì il ritorno degli Ottavi di Champions. Il Wall Street Journal rivela intanto che dietro alla rinascita agonistica dei giallorossi c'è l'utilizzo di un programma creato da una startup di San Francisco sostenuta dal fondo di private equity Raptor di James Pallotta
Sarà l'arbitro polacco Szymon Marciniak a dirigere Real Madrid-Roma, martediì al Santiago Bernabeu nella gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League. All'andata al'Olimpico, i madrileni si sono imposti 2-0.
Da un lato il lavoro di Luciano Spalletti sul campo, dall'altro l'utilizzo di un software creato da una startup californiana. C'è anche un supporto tecnologico dietro agli ultimi progressi della Roma, alle sette vittorie consecutive in campionato. A svelare l'aiuto informatico in uso a Trigoria da alcuni mesi è il Wall Street Journal che collega la ripresa della squadra anche all'analisi dei dati sugli avversari che i collaboratori del tecnico toscano approfondiscono e studiano di volta in volta davanti al computer.
Il tutto è possibile grazie alla startup analitica Tag.bio, fondata a San Francisco da due giocatori dilettanti, Jesse Paquette (biologo computazionale) e Tom Covington (ingegnere del software proveniente dal reparto corse della Honda). Il duo è stato sostenuto economicamente nello sviluppo e nel lancio della piattaforma dal fondo di private equity Raptor di James Pallotta con un investimento iniziale da 250 mila dollari.
Secondo il figlio del presidente giallorosso, Chris, il sistema utilizzato "è come Moneyball", ovvero il metodo basato sui dati che l'ex general manager degli Oakland Athletics, Billy Beane, ha portato nel baseball. La piattaforma Tag.bio permette quindi a chiunque di eseguire sofisticate analisi su grandi insiemi di dati consentendo di trovare rapidamente e facilmente spunti su cui lavorare.
Il software in sostanza è capace di raccogliere e individuare statisticamente movimenti o scelte ricorrenti, ma l'equazione per funzionare a dovere non può fare a meno dell'intelligenza analitica di un essere umano. "Se non stai guardando i dati correttamente, ottieni falsi segnali - sottolinea infatti Chris Pallotta -. E' ancora importante avere persone che sappiano cosa cercare".