I due numeri 10 tornano a sfidarsi in Europa dopo il duello (vinto dallo juventino) dello scorso anno ai quarti. La Joya si sta trasformando in una copia della Pulce in tutto e per tutto, anche a livello realizzativo, ma proprio per questa somiglianza sembrano destinati a non poter giocare insieme
Se fosse andata diversamente la sessione di mercato appena conclusa, Paulo Dybala e Lionel Messi avrebbero potuto giocare Barcellona-Juventus con la stessa maglia. Quella blaugrana, ovviamente. Se però i due argentini non saranno fianco a fianco (cosa che avviene già in nazionale) ma si ritroveranno uno di fronte all’altro come ai quarti di Champions dello scorso anno un motivo c’è. Anzi, ce ne sono due: il primo coincide la versione bianconera, secondo la quale Dybala era (ed è) assolutamente incedibile anche davanti a offerte mostruose. L’altra versione, quella catalana, sostiene invece che l’asso argentino è sì stato trattato dalla dirigenza blaugrana ma poi s’è preferito puntare su altri obiettivi: Ousmane Dembélé – acquistato per 105 milioni più bonus – e Philippe Coutinho, per cui il Liverpool avrebbe rifiutato più di 150 milioni di euro. Sia chiaro, nessuno a Barcellona ritiene la Joya inferiore al francese e al brasiliano, ma alla base del cambio di strategia c’era una questione non esattamente irrilevante: Dybala – per ruolo, posizione in campo e caratteristiche tecniche – è identico a Messi. E Leo, si sa, non gradisce traffico nel suo cono d’ombra, specie se a calpestare il suo terreno è uno dei pochi al mondo che con la palla fa più o meno ciò che riesce a lui.
Identici anche nei numeri
Se dal punto di vista della tecnica e delle giocate Dybala aveva già dimostrato di poter competere con il suo capitano in nazionale, i detrattori del gioiello bianconero hanno sempre sottolineato come, sul piano realizzativo, i due non fossero minimamente paragonabili. Messi in carriera viaggia alla media di un ogni 90 minuti, Dybala – con la maglia della Juventus – non andava oltre lo 0.45 a partita, almeno fino alla scorsa stagione. Sì, perché nella "metamorfosi" che Paulo sta compiendo Paulo per diventare il clone del cinque volte Pallone d’Oro, oltre alla cambio di numero (da quest’anno anche la Joya ha il numero 10), c’è una media realizzativa spaventosa, identica a quella di Leo: per entrambi sono cinque gol in tre partite di campionato. Anzi, a voler fare i pignoli, considerando la Supercoppa Italiana e la Supercoppa Spagnola, Dybala ha uno score superiore avendo segnato una doppietta nella finale contro la Lazio mentre Messi ha siglato una sola rete nel doppio scontro con il Real Madrid. Numeri che il classe ’93 non aveva mai avuto e che Allegri spera possa mantenere fino al termine della stagione.
Fuoriclasse nei club, incompatibili in nazionale?
Nel corso delle rispettive carriere, né Messi né Dybala hanno mai avuto un ruolo ben definito. L’asso del Barcellona ha fatto l’esterno a destra nel tridente, il falso nueve, il trequartista fino a raggiungere una maturità e una consapevolezza tale che i suoi allenatori lo hanno liberato da qualsiasi costrizione tattica. A lui è permesso fare tutto, giustamente. Il discorso non è poi così diverso se si parla dell'ex Palermo: in Sicilia faceva il centravanti, alla Juventus è partito come seconda punta per poi arretrare il suo raggio d’azione diventando più un rifinitore che un attaccante. Oggi anche Paulo, alla pari di Messi, non sembra avere particolari limitazioni dal punto di vista della posizione in campo e il suo gioco, così come quello della Juventus, ne risentono positivamente.
Entrambi mancini, entrambi accentratori di gioco, a confermare – almeno fino a questo momento – la tesi che vuole Messi e Dybala troppo simili tra loro (e quindi incompatibili) ci ha pensato la nazionale argentina. Sembra incredibile ma nelle quattro partite con l’albiceleste che li ha visti in campo contemporaneamente, Messi ha segnato un solo gol mentre Dybala non ha mai battuto il portiere avversario rimediando invece un’espulsione. Tirare un bilancio definitivo è presto, visti i pochissimi match in cui la Pulce e la Joya sono stati compagni di reparto, difficilmente il Ct Sampaoli avrà il coraggio di rinunciare a uno dei due, ma è innegabile che il problema della coesistenza tra i due c’è. In ogni caso, non è un dilemma che riguarda Allegri o Valverde che si sono equamente divisi i due fuoriclasse: un 10 al Barcellona e il suo clone alla Juventus. A Max e a Ernesto, c’è da scommetterci, va bene così.