Nuovi indagati per i fatti del 3 giugno scorso, quando un'ondata di panico scatenò il caos tra i 40 mila tifosi che assistevano alla finale di Champions tra Juve e Real trasmessa su maxischermo. Una vittima e 1500 feriti. I magistrati pronti a notificare più di 10 inviti a comparire
Piazza San Carlo, Torino, 5 mesi dopo. Tanto è passato da quando un' incomprensibile ondata di panico scatenò l’inferno nel cuore della città, subito dopo il terzo gol del Real Madrid nella finale di Champions contro la Juventus, provocando la morte della 38enne Erika Pioletti e il ferimento di oltre 1.500 persone. Ora l’inchiesta sembra essere arrivata a una svolta decisiva: sarebbero infatti più di dieci inviti a comparire che la Procura di Torino è pronta a notificare. Rischiano fino a 12 anni di carcere.
Le accuse: i primi indagati
Omicidio colposo e lesioni gravissime colpose (articolo 40 del codice penale) le accuse che fino a questo momento erano state mosse nei confronti di due manager di Turismo Torino, l’ente che, su delega del Comune ha organizzato l’evento. Maurizio Montagnese e Danilo Bessone, rispettivamente presidente e direttore generale della società, sono stati interrogati dai pubblici ministeri nella prima fase dell'inchiesta. E per effetto delle numerose querele, come atto dovuto, nel registro degli indagati anche il nome della sindaca Chiara Appendino.
L'inchiesta
Coordinata dal procuratore Armando Spataro e dai pm Antonio Rinaudo e Vincenzo Pacile, l'inchiesta è articolata su due fronti: puntara a capire che cosa abbia scatenato il panico tra i presenti e, inoltre, a comprendere eventuali lacune nell'organizzazione e nella gestione della manifestazione. Sono circa duecento le persone ascoltate in questi mesi come testimoni da polizia e magistratura, che hanno raccolto numerosi documenti e verbali.