Tutto sul Tottenham: l’avversaria della Juventus agli ottavi di Champions League

Champions League

Fabrizio Moretto

Dal pericolo Kane alla mancanza di esperienza: andiamo ad analizzare punti di forza e punti deboli degli Spurs, avversari della Juventus agli ottavi di Champions, in grado di arrivare prima di Real Madrid e Borussia Dortmund nella fase a gironi

Juventus-Tottenham: è questo l'accoppiamento scaturito dal sorteggio di Nyon. Del resto era prevedibile che ai bianconeri sarebbe capitata un'avversaria temibile e ancora più alta era la percentuale che fosse estratta una squadra inglese. Il Tottenham ha conquistato il passaggio agli ottavi concludendo da primo un girone di ferro, paragonabile per intendersi a quello della Roma. Gli Spurs erano infatti raggruppati con i campioni in carica del Real Madrid, con il Borussia Dortmund e con l'Apoel Nicosia. La squadra di Pochettino non solo è riuscita a vincere il girone, ma l'ha concluso anche da imbattuta. La prova di maggior spicco è stata senza dubbio offerta nel match interno contro il Real, terminata con uno straordinario 3-1. Lo stesso risalto ha avuto il pari in casa dei Blancos, quando tutti prevedevano una facile vittoria per Ronaldo e compagni. L'ostacolo principale da superare per sperare nella qualificazione era quella di battere il Borussia, formazione forte tecnicamente e con un'esperienza decisamente superiore agli inglesi in Champions. Handicap che non gli ha tuttavia impauriti, tanto che alla fine sono arrivati i tre punti sia in casa che fuori. Non è stato un problema poi sbarazzarsi dell'Apoel, club nettamente inferiore al resto della compagnia.

I punti di forza

Il Tottenham è con ogni probabilità il club che è cresciuto esponenzialmente di più negli ultimi anni, tanto da arrivare a conquistare il secondo posto nella stagione 15-16 e in quella successiva. Una crescita arrivata con l'approdo sulla panchina di Mauricio Pochettino, un allenatore che ha compiuto un bel ricambio generazionale. L'età media degli Spurs è infatti tra le più basse d'Europa, ma non ne risente la qualità, rappresentata principalmente da Kane e Dele Alli, due predestinati che rientrano a pieno titolo tra i top player del mondo. Il centravanti classe '93 è il pericolo maggiore che dovranno tenere a bada i difensori bianconeri. L'Uragano, nonostante la giovane età, ha infatti già realizzato 90 reti in Premier League in 128 presenze, che diventano 116 in 184 se si considerano tutte le competizioni. Non è da meno Dele Alli che a suon di gol e assist ha attirato da almeno un paio di anni le attenzioni di tutte le big d'Europa. È un rifinitore dotato di un importante cambio di passo e di un eccellente tiro. Se si parla di capacità balistiche non si può non nominare poi Eriksen che ha trascinato la Danimarca al prossimo Mondiale. Centrocampista moderno, è lui la chiave del gioco fluido e in ripartenza degli Spurs. La squadra di Pochettino però non è solo tecnica e velocità. C'è anche tanta fisicità, che si riscontra principalmente sulla linea difensiva. Vertonghen e Alderweireld sono due roccie che tengono al sicuro Lloris, ad oggi uno dei migliori portieri al mondo.

I punti deboli

La giovane età media del Tottenham ha il suo rovescio della medaglia. Se da un lato è positivo perché lascia un ampio margine di crescita ai giocatori, sull'altro versante rischia di diventare un'arma a doppio taglio. Questa squadra non ha infatti l'esperienza che appartiene alle altre squadre qualificate agli ottavi, una situazione che la Juventus, finalista della competizione due volte negli ultimi tre anni, può sfruttare a proprio vantaggio. Sul campo invece la maggiore lacuna degli inglesi è rappresentata dalle corsie laterali di difesa. Con la cessione di Walker in estate si è perso un po' di sicurezza e muscoli sul lato destro, con Davinson Sanchez non ancora integrato al meglio e Trippier ancora acerbo. A sinistra invece Rose pecca di continuità e concentrazione, mentre Davies non sembra in grado di dare garanzie. Carenza che Allegri può sfruttare con le sue ali, su cui ha concentrato il mercato estivo con gli acquisti di Douglas Costa e Bernardeschi. L'altro problema è poi rappresentato dalla mancanza di alternative. Non si parla di uomini, ma di organizzazione. Se le fonti di gioco sul fronte offensivo, ovvero Eriksen e Son, vengono ingabbiati dagli avversari, Kane e Alli hanno difficoltà a ricevere palloni giocabili. A quel punto la squadra di Pochettino non riesce mai a cambiare strategia, tentando qualche palla alta in più, ma spesso si intestardisce e innervosisce col passare dei minuti. In Italia forse nessuno come la Juve ha la capacità di bloccare le fonti di gioco avversarie e potrebbe essere questa la chiave per superare il turno.