Roma-Barcellona ai quarti di Champions: Messi e difesa bunker

Champions League
Sarà il Barcellona di Valverde l'avversaria della Roma nei quarti di finale di Champions League (Foto Getty)

Qualificata dopo 10 anni ai quarti di Champions League, la Roma ritrova il Barcellona di Messi fresco centenario nella rassegna. Ad una passo dal trionfo nella Liga, i catalani vantano una difesa bunker e campioni a non finire. Precedenti in parità, indimenticabile la prodezza di Florenzi nel 2015. E Di Francesco ha già sconfitto Valverde

CHAMPIONS LEAGUE, IL SORTEGGIO DEI QUARTI DI FINALE

Dieci anni dopo la Roma avanza ai quarti di finale di Champions League, traguardo centrato nel 2007 con Spalletti in panchina e Totti premiato con la Scarpa d’Oro al termine della stagione. Se in quella edizione la marcia dei giallorossa venne frenata dal Manchester United, stavolta lo scoglio risponde all’impressionante Barcellona. Sorteggio duro quello riservato dall’urna di Nyon, difficile tuttavia immaginare una mano più benevola complice la ricca presenza dell’élite continentale. Certo è che la squadra di Eusebio Di Francesco ha già ribaltato pronostici e scenari nella campagna d’Europa, percorso che ha già destinato oltre 60 milioni di euro nelle casse della società. Leader nella fase a gironi davanti a Chelsea e Atletico Madrid, Dzeko e compagni hanno superato in rimonta anche l’ostacolo Shakhtar Donetsk. Notte magica quest’ultima all’Olimpico, impresa da ripetere nel prossimo atto contro Messi e gli azulgrana: andata al Camp Nou il 4 aprile, ritorno all'Olimpico il 10.

Come si è qualificato

Capolista nella Liga dal vantaggio consistente sull’Atletico Madrid in ritardo di 8 punti, il Barça macina risultati dalla Spagna all’Europa. Eccezion fatta per la Supercoppa persa ad agosto contro il Real, gli uomini di Valverde hanno conosciuto un solo stop in stagione per mano dell’Espanyol nell’andata dei quarti di Coppa del Re, scivolone ribaltato al Camp Nou in attesa della finale del 21 aprile contro il Siviglia di Montella. Una corazzata imbattuta nella Liga e pure in Champions League, leader nel gruppo D davanti alla Juventus e troppo forte anche per il Chelsea di Antonio Conte: 1-1 a Stamford Bridge e 3-1 in casa, doppio confronto indirizzato dall’incredibile Leo Messi. Catalani in serie utile in gare ufficiali da 14 incontri, forse meno spettacolari del passato ma indubbiamente più equilibrati a partire dal reparto arretrato. Difficile trovare un punto debole nei catalani, magari la non eleggibilità della new entry Coutinho nelle serate di Champions League oppure la convalescenza dell’imprescindibile Busquets.

L'allenatore

Ex attaccante con un passato a Barcellona e Bilbao, Ernesto Valverde ha raccolto il testimone da Luis Enrique rivoluzionando l’assetto azulgrana: perso Neymar dalla cessione monstre al PSG, il 54enne spagnolo ha accolto pedine di qualità a partire da Dembélé e Paulinho, quest’ultimo interprete sorprendente con 8 reti nella Liga. Abbandonato il tridente offensivo, il nuovo 4-4-2 legittima un equilibrio di base con una difesa indubbiamente più robusta e imbattuta da 402': 13 i gol concessi in Spagna, solo 2 in questa edizione di Champions a ribadire la mano di Valverde. Rispetto all’ultima stagione il Barça vanta una panchina più lunga, vantaggio non da poco per l’allenatore dai trionfi in Grecia con l’Olympiacos e uno squillo in Supercoppa con l’Athletic Bilbao nel 2015. Il presente lo vede piuttosto in corsa su tutti i fronti stagionali dalla Liga alla Coppa del Re fino alla rassegna continentale: 5 i trionfi nella bacheca del Barça che nel 2009 si laureò campione d'Europa proprio all'Olimpico.

Precedenti

Confronti ufficiali in parità tra Roma e Barcellona, tutti maturati in gare di Champions League sebbene mai negli scontri ad eliminazione diretta. Nella seconda fase a gironi dell’edizione 2001/02 fu 1-1 al Camp Nou con reti di Kluivert e Panucci, poi il clamoroso 3-0 targato Emerson, Montella e Tommasi per i giallorossi di Fabio Capello che tuttavia uscirono di scena. Avversarie di nuovo a duello nel girone due anni fa: Suarez gelò l’Olimpico prima del capolavoro di Florenzi, gol da centrocampo che lasciò Messi senza parole e che raggiunse il 3° posto del Puskas Award. Prestigioso l’1-1 imposto dalla squadra di Rudi Garcia, peccato che a Barcellona fu una goleada azulgrana con il 6-1 finale nonostante la rete di Dzeko e il rigore parato da Szczesny a Neymar. Non mancano nemmeno i precedenti tra i due allenatori, d’altronde Di Francesco ha già affrontato e battuto Valverde nell’Europa League targata 2016/2017: il 3-0 del Sassuolo all’Athletic fu una lezione di 4-3-3, vanto per gli emiliani che tuttavia capitolarono nella fase a gironi perdendo 3-2 nel secondo round a Bilbao.

La stella

E chi se non Lionel Messi? La Roma ritrova la Pulga, marziano e fresco centenario di Champions con buona pace di Antonio Conte colpito tre volte in 180’: sfatato il tabù Chelsea, novità come la rete dopo 127'' ovvero il gol più breve in carriera dell’argentino tra Barcellona e Argentina. Ennesimo exploit per il cinque volte Pallone d’Oro, classe 1987 a segno da cinque partite di fila con 7 centri: eterno e inimitabile il duello a distanza con il rivale Cristiano Ronaldo, altro top-scorer in Champions League sebbene Leo abbia raggiunto quota 100 gol in meno partite (123 contro le 141 di CR7). Difficile trovare aggettivi, parlano piuttosto i numeri del fuoriclasse argentino: 34 reti stagionali, 24 nella Liga dove figura come Pichichi davanti all’amico Suarez e 6 in Champions, quasi la metà dell’intero bottino (13) dei catalani. Minaccia annunciata per i giallorossi, è lui il re del Camp Nou dai record infiniti tra club e Nazionale. Un altro avvertimento? Messi ha già riservato 40 gol nella fase ad eliminazione diretta del torneo continentale, superfluo aggiungere altro.

In campo

Da 11 edizioni consecutive ai quarti di Champions League, il nuovo Barcellona targato Valverde coniuga lo strapotere dei suoi fuoriclasse alla tenuta difensiva imposta dall’ex allenatore dell’Athletic Bilbao. Merito del 4-4-2 di partenza, approccio forse più prudente dopo l’addio di Neymar ma senz’altro redditizio: squadra che attende e colpisce, ne sa qualcosa la Juventus dalla fase a gironi. Grande continuità di risultati e difesa di ferro a partire da ter-Stegen, portiere dal rendimento esaltante destinato a raccogliere l’eredità del desaparecido Neuer nella Nazionale tedesca. Sorprendente l’evoluzione del 24enne Umtiti, partner di Piqué nel cuore della difesa. Sulle corsie c’è la spinta di Sergi Roberto e Jordi Alba, laterali votati alla proiezione offensiva dai gol pesanti. Ai box per tre settimane dopo l’ultima sfida al Chelsea, Busquets complica i piani di Valverde dove veste il prezioso ruolo di equilibratore affiancato da Rakitic e Iniesta, capitano e monumento azulgrana. Lo rimpiazzerà l’ottimo Paulinho, lui più di André Gomes dalle recenti difficoltà palesate alla stampa. Non è schierabile Coutinho a differenza della freccia francese Dembélé, davanti non servono presentazioni per il tandem d’attacco: detto dell’incredibile Messi, Luis Suarez è un pistolero che non spara mai a salve con i suoi 24 centri stagionali. Qualità offensiva e difesa di ferro, non manca davvero nulla a questo Barcellona.