Cristiano, standing ovation per te: il fenomeno che mette tutti d’accordo

Champions League

Vanni Spinella

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I tributi degli avversari non sono una novità per CR7, campione che unisce i popoli. Tanti applausi, ma ancor più significative sono le facce di chi lo sta ammirando mentre rovescia in gol: tifosi spaventati, Barzagli in ammirazione

È stato più bello il gol o l’applauso spontaneo con cui è stato accolto dagli avversari? Ecco il senso dello sport, signori: il calcio che ci piace. Un marziano è atterrato allo Stadium, ha ripreso il volo giusto il tempo necessario per colpire un pallone in rovesciata a oltre due metri d’altezza, è tornato giù e la sua prodezza è stata non solo accettata, ma addirittura celebrata, dai rivali. Il popolo juventino ha quasi ringraziato Cristiano Ronaldo. Chi c’era potrà raccontarlo ai proverbiali nipotini. Lui si è messo una mano sul cuore e a sua volta ha ricambiato.

Possiamo dirlo: Cristiano Ronaldo mette tutti d’accordo. Unisce i popoli. Può stare più o meno simpatico, gli si può preferire Messi (riusciremo mai a scrivere di CR senza citare anche l’altro?), ma di fronte all’evidenza dei suoi numeri e alla qualità dei suoi gol è impossibile non alzarsi in piedi ad applaudire, ritenendosi semplicemente fortunati per il fatto di vivere la sua epoca. Siamo in parecchi a pensarla così, se è vero che non si tratta certo del primo tributo che ha raccolto in uno stadio avversario, e parliamo di impianti storici, di platee difficili da conquistare, in un certo senso abituate a vedere giocatori di livello. La Juventus l’ha applaudito nonostante si trattasse della rivincita di Cardiff, tanto attesa e finita come peggio era difficile pronosticare; nonostante dal 2013 a oggi abbia tirato 10 volte nella porta di Buffon, segnando in 9 occasioni; nonostante i 9 gol che fanno della Signora la sua vittima preferita in Champions.

Concentratevi sulle facce dei tifosi mentre CR7 sta per salire in bicicletta: si va dallo spaventato al sorpreso, ma c'è persino il "pensieroso"

Ovazione per CR-ex

Prima dello Stadium l’avevano osannato anche Old Trafford, nonostante ci tornasse da ex, e Anfield, nonostante a Liverpool i miti del Manchester United, di ieri o di oggi, siano sempre nemici. Cristiano Ronaldo unisce, dicevamo. L’ha fatto il 5 marzo 2013, rimettendo piede, da giocatore del Real Madrid, nel tempio dello United. Si gioca il ritorno degli ottavi di Champions, all’andata a Madrid è finita 1-1. Ovviamente, la decide lui – vantaggio United, Modric pareggia, CR la ribalta – ma il vero spettacolo è prima di scendere in campo, quando i suoi ex tifosi gli regalano cartelli gonfi d’affetto e di speranza (“Ti rivogliamo indietro, ma per favore non segnare stasera”) e alla lettura delle formazioni una vera e propria ovazione. Fischiano tutti i giocatori del Real, poi lo speaker arriva a Cristiano e scoppia l’applauso. Il portoghese se lo ricorderà al momento del gol, celebrato senza esultare, quasi scusandosi, anche in quel caso con una mano sul cuore.

Neanche un anno dopo, 22 ottobre 2014, il Real Madrid vola nuovamente in Inghilterra, avversario il Liverpool. Ronaldo e compagni la chiudono nel primo tempo, 3-0 senza storia frutto della doppietta di Benzema e del gol di CR che l’aveva sbloccata. A un quarto d’ora dalla fine Ancelotti richiama il suo pupillo in panchina: Khedira gli dà il cambio, Ronaldo si avvia verso la panchina accompagnato dal tributo della Kop, che è come una laurea se fai il calciatore, addirittura un master se nel tuo curriculum c’è l’odiato United.

"Cristiano, Cristiano", cantano i tifosi del Liverpool. Anche il calcio sa fare miracoli

Photobombing Barzagli

Adesso l’acclamazione bianconera, standing ovation “restituita” in un certo senso, dopo che il Bernabeu aveva celebrato un simbolo della juventinità come Alex Del Piero quasi 10 anni fa (5 novembre 2008, Real Madrid-Juventus 0-2 con doppietta del 10 bianconero e inchino di fronte a quell’inatteso tributo). Applausi della platea a parte, i migliori attestati per un giocatore restano quelli che arrivano dai colleghi, che stanno sul tuo stesso palco, conoscono bene sacrifici e sudore che si celano dietro una rovesciata che solo la straordinaria abilità di un fenomeno sa poi rendere così naturale, quasi facile. E allora ecco l'abbraccio e le parole all’orecchio di Buffon a fine partita, l’espressione di Barzagli (diciamo pure di ammirazione?) mentre CR si alza in volo e poi quando realizza cosa ha appena combinato il suo avversario, in una fotografia che è già storia e in cui suo malgrado finisce pure lui, photobombing nell'atto di allargare le braccia e con la classica faccia di quello che sta dicendo “Cosa vuoi farci contro uno così?”. Puoi farci qualcosa solo dopo. Applaudirlo.