Parafrasando il titolo de 'L'Equipe', ecco perché i bianconeri possono tentare l'impresa al Bernabeu contro il Real Madrid nel ritorno dei quarti di finale di Champions. L'ex Higuain, la difesa, l'assenza di Ramos e la cabala: obiettivo qualificazione o almeno un'uscita a testa alta, per cancellare lo 0-3 dello Stadium
Quando Massimiliano Allegri in conferenza stampa ha chiesto ai suoi ragazzi di approcciare Real Madrid-Juventus come se fosse una partita secca, a molti tifosi bianconeri sono venuti i brividi. Ma come? Proprio una ‘finale’, come la maledetta Cardiff e ancora prima Berlino? Al Bernabeu però la Juve gioca per la prima volta in tempi recenti una ‘finale’ senza pressione, a caccia di una storica 'Romantada' (come scritto stamattina da 'L'Equipe' per rendere omaggio alla Roma). Ci arriva dopo lo 0-3 dello Stadium, griffato dalla rovesciata di Cristiano Ronaldo che anni fa sarebbe diventata un francobollo e che oggi invece è spalmata su ogni tipo di social. Mai nessuno è riuscito a vincere con 3 gol di distacco al Bernabeu contro i ‘blancos’ nella storia delle coppe europee, con il solo Barcellona (nella Liga) capace di realizzare tale impresa negli ultimi 8 anni. Il peggior ko interno europeo del Madrid resta il 2-4 subito nel 2000 dal Bayern Monaco nella seconda fase a gironi: alla fine quella Champions il Real la vinse pure, eliminando proprio i tedeschi in semifinale. La Juve può dunque tentare l’impossibile? Ecco quali sono i motivi per cui la squadra di Allegri può uscire a testa alta dal Bernabeu, magari con il secondo miracolo italiano in appena 24 ore…
Il miglior attacco è la difesa
Sembra un paradosso, ma per la Juve sarà fondamentale non prendere gol. In caso di segnatura del Madrid, la mission diventerebbe quasi utopica più che impossible. Allegri ritrova Benatia, che in coppia con Chiellini tenterà di fermare quel Cristiano Ronaldo che quando vede bianconero si scatena (9 gol in 6 partite, a segno nelle ultime 10 consecutive in Champions). Buffon rischia di congedarsi dalla maledetta Coppa nello stadio più famoso del mondo e lo vorrebbe fare con il suo 50° clean sheet della competizione, un traguardo che lo metterebbe al terzo posto di sempre dietro a Casillas e van der Sar. Uscire indenni dal tempio del Real sarebbe già una grande iniezione di fiducia, per una squadra che fa della difesa il suo punto forte e che nell’ultima settimana ha incassato 5 reti tra Coppa e campionato.
Higuain, la legge dell’ex
Il Pipita, con la squalifica di Dybala, è l’unico attaccante sicuro del posto, come spiegato in conferenza da Allegri. Higuain, che all’andata si è visto negare un gol praticamente fatto da Navas, vuole confermare la legge del ‘gol dell’ex’ che finora ha sempre attuato in Italia, da quando è passato da Napoli a Torino. Contro la squadra di Sarri, infatti, l’argentino ha segnato 5 reti in altrettante partite, tutte decisive tra l’altro. In attesa della sfida scudetto contro gli azzurri del 22 aprile, il Pipa potrebbe scaldare i motori contro i ‘blancos’, con cui ha militato dal 2007 al 2013.
No Ramos, no party
L’assenza dello squalificato Sergio Ramos costringe Zidane a reinventare la cerniera difensiva, con Casemiro adattato al ruolo di centrale al fianco di Varane visto anche il forfait di Nacho, infortunato. Con il brasiliano stopper, il Real non ha mai vinto: non basterà magari per passare il turno, ma intanto sarebbe già più di un passo avanti rispetto alla gara di andata.
L’esempio della Roma
Partiamo con il dire che nessuna squadra ha mai rimontato partendo da uno 0-3 nella storia delle Coppe e che il Real è stato eliminato una sola volta su 32 dopo aver vinto in trasferta la gara di andata. Stiamo dunque parlando di scarsissime possibilità di rimonta. L’impresa della Roma con il Barça è una mazzata per la legge dei grandi numeri (possono accadere due eventi così simili in appena 24 ore?), ma dà forza e morale a Buffon e compagni. Lo scorso anno gli stessi blaugrana ribaltarono il PSG dopo un 4-0 incassato a Parigi. Senza dimenticare poi la finale Milan-Liverpool di Istanbul (da 0-3 al trionfo ai rigori), Olimpia Milano-Aris Salonicco della Coppa Campioni di basket (da -31 al successo), la Coppa America di vela vinta da Oracle (sotto 1-8 e vittoria per 9-8) e il Tour vinto da Bartali nel 1948 (21’ di ritardo recuperati in due tappe). Lo sport è pieno di miracoli, insomma: basta crederci. Cristiano Ronaldo permettendo, naturalmente...