Il giudice della corte di Preston ha giudicato colpevole Daniele Sciusco, senza collegare però la sua azione violenta a quella che ha colpito Sean Cox - il 53enne tifoso dei Reds gravemente ferito - e condannato per disordini violenti
A quattro mesi di distanza dalla gara d’andata della semifinale tra Liverpool e Roma giocata ad Anfield Road, è giunto al termine il dibattimento di fronte al giudice Mark Brown, chiamato a valutare le azioni e i comportamenti tenuti da Daniele Sciusco, il 29enne che già in una prima fase del processo era riuscito a dimostrare la sua estraneità rispetto all’aggressione nei confronti di Sean Cox; il 53enne irlandese tifoso dei Reds colpito ripetutamente con la cinta prima del calcio d’inizio della sfida. Episodi che macchiarono quel 24 aprile con una serie ripetuta scontri a cui parteciparono circa 25 ultras e a cui prese parte anche Sciusco per sua stessa ammissione. Una versione accolta dalla Preston Crown Court che infatti lo ha chiamato a rispondere di disordini violenti, senza imputargli l’aggressione a Cox. A Liverpool c’erano anche i suoi genitori a presenziare durante la sentenza, al termine della quale è arrivata una condanna di due anni e mezzo; la metà rispetto al massimo della pena previsto per casi del genere, nonostante nella sentenza si parli di “schiaffo in faccia all’ospitalità offerta dalla popolazione di Liverpool” da parte dei facinorosi arrivati dall’Italia. Nel rendere meno pesante la pena per Sciusco il giudice ha tenuto conto del contesto di “violenza generalizzata” in cui gli episodi sono maturati e della richiesta di clemenza arrivata dopo le scuse da parte del ragazzo.
Le condizioni di Cox, uscito dal coma lo scorso luglio
L’8 ottobre invece è previsto il processo per Filippo Lombardi, l’altro ultras arrestato dopo gli scontri e imputato per lesioni gravissime (inizialmente accusato anche di tentato omicidio, decaduta però qualche ora dopo il fermo). Il 21enne dovrà rispondere dell’aggressione all’inerme Cox, finito per due mesi in coma e ancora oggi in condizioni critiche. A raccontare del suo miglioramento fu la società elettrica per la quale il 53enne irlandese lavorava, che volle rendere nota e festeggiare la buona notizia della ripresa del tifoso Reds; ancora oggi però non del tutto fuori pericolo. Quello fu l'episodio culminante di un pomeriggio drammatico a Liverpool, concluso con l'arresto dei due facinorosi che sin da subito hanno protestato la loro estraneità rispetto all'aggressione di Cox.
La Roma prese le distanze dall'aggressione. Le numerose iniziative dei tifosi giallorossi
La società in quei giorni si strinse vicino alla famiglia dell'aggredito e anche grazie al clima di vicinanza tra le squadre si riuscirono a evitare ulteriori problemi nella partita di ritorno dell'Olimpico. A tal punto che i giocatori romanisti vestirono una maglia da riscaldamento proprio per incoraggiare lo sfortunato tifoso del Liverpool. Anche l'atteggiamento dei tifosi della Roma fu da rimarcare: tante le iniziative di solidarietà per Sean Cox e non ultima una raccolta fondi destinata, appunto, a raccogliere una somma per le cure che il tifoso dei Reds avrebbe dovuto sostenere dopo l'aggressione.