Valencia-Juventus, le chiavi tattiche della sfida

Champions League

Fabio Barcellona

Gli spunti e i principali temi dell'esordio in Champions League della Juventus, non certo in una partita semplice, al Mestalla contro il solido Valencia di Marcelino

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La partita d’esordio del gruppo H della Champions League che si disputerà al Mestalla di Valencia metterà di fronte due squadre che hanno avuto un inizio di stagione molto diverso: se la Juventus ha fatto 12 punti nei primi 4 turni di serie A, i padroni di casa del Valencia non sono ancora riusciti a vincere neanche una partita, pareggiando 3 volte nelle prime 4 giornate di campionato. Un inizio timido e deludente che relega la squadra di Marcelino Garcìa Toral al terzultimo posto provvisorio nella classifica della Liga.

Fedele ai suoi principi, Marcelino è ripartito dal 4-4-2 con cui l’anno scorso ha portato in Valencia in Champions League, dopo la precedente stagione in cui il club aveva avuto 3 allenatori diversi e 3 cambi di panchina.  La campagna acquisti estiva ha regalato profondità alla rosa del Valencia: in difesa - a sostituire Joao Cancelo passato proprio la Juventus - è arrivato l’italiano Cristiano Piccini, reduce dalla positiva esperienza allo Sporting CP in Portogallo; dal Lione è stato preso il promettentissimo centrale difensivo Diakhaby, promosso titolare dopo l’infortunio occorso all’argentino Garay alla prima giornata.

In mezzo al campo è arrivato l’eclettico danese Daniel Waas, capace di giocare sia sull’esterno che in posizione centrale ed è stato acquistato definitivamente Geoffrey Kondogbia. La zona degli esterni offensivi è stata rinforzata con il russo Cheryshev, autore di un ottimo mondiale con la sua nazionale; inoltre, con uno sforzo costato 40 milioni di euro, il Valencia si è assicurato dal PSG Gonzalo Guedes, che aveva giocato la seconda parte di stagione in prestito nella squadra di Marcelino. Infine è stato rinforzato il reparto offensivo, dove, la partenza di Simone Zaza è stata ampiamente compensata dagli arrivi di Kevin Gameiro e Michy Batshuayi.

Come gioca Marcelino

Il 4-4-2 del Valencia si muove secondo i principi tanto cari al suo allenatore: per Marcelino è prioritario controllare lo spazio e per questo in fase di non possesso la sua squadra prova a muoversi come un blocco compatto, con le linee di difesa e centrocampo vicine e grande densità in zona palla. Partendo dal controllo dello spazio e riducendo l’importanza del possesso palla, il Valencia tenta di sviluppare un calcio offensivo verticale, sia in transizione positiva che nelle fasi offensive più ragionate.

Nel primo caso, dopo la riconquista del pallone, la squadra di Marcelino si appoggia direttamente sulle punte o prova a sfruttare le fasce, immediatamente attaccate dagli esterni. Quando invece deve gestire il possesso, il Valencia si affida a un regista come Dani Parejo mentre i due esterni restano piuttosto aperti, anche per isolare il più possibile le due punte contro i centrali avversari.

Le direttrici principali di gioco passano per le giocate delle ali o per i movimenti coordinati delle due punte: in generale il Valencia di Marcelino è una squadra che predilige lasciare il possesso palla agli avversari, schierare le sue linee a protezione della porta ed attaccare in ripartenza in maniera veloce e diretta. È un calcio che richiede grossa attenzione difensiva, spirito di abnegazione e intensità atletica: si deve curare con precisione le distanze tra le linee e quelle tra i componenti delle stesse e, vista l’enfasi posta alla densità in zona palla, scorrere velocemente orizzontalmente sugli spostamenti del pallone da un lato all’altro del campo della squadra avversaria.

Ma l’intensità è necessaria al Valencia anche quando attacca, con gli esterni alti e aperti sulla linea degli attaccanti e un gioco basato sulla ricerca delle punte e sulle combinazioni sulle fasce tra esterni e terzini, altrimenti abbassando i ritmi rischia soffrire di prevedibilità e piattezza.

La pass-map del Valencia nell’ultima partita di campionato. Nel 4-4-2 di Marcelino gli esterni Ferran Torres e Cheryshev ricevono palla sulla stessa linea degli attaccanti.

In questo inizio di stagione, non tutti i pezzi del puzzle del tecnico asturiano sono ancora al loro posto. Tra i nuovi arrivi, Batshuayi non è mai partito titolare, mentre Gonzalo Guedes, in ritardo di condizione, ha esordito giocando 24 minuti solamente sabato scorso. Senza Garay, la linea difensiva ha mostrato qualche pecca nella difesa della profondità e anche la difesa del lato debole non è stata esente da errori. Più in generale, sul possesso palla avversario il Valencia non è parso compatto come il suo allenatore richiede. Ma è soprattutto la fase offensiva a preoccupare Marcelino: il Valencia ha spesso mostrato la sua sempre latente carenza di creatività e i soli due gol su azione realizzati testimoniano delle difficoltà in attacco degli spagnoli.

A che punto è l’inserimento di Cristiano Ronaldo?

L’inizio della stagione della Juventus è stato dominato dal tema della costruzione del migliore ambiente tattico attorno a Cristiano Ronaldo. Nella prima partita della stagione Allegri aveva schierato il portoghese come centravanti di un 4-2-3-1 puro, con Dybala, Cuadrado e Douglas Costa alle spalle di CR7. Nelle due partite successive, contro Lazio e Parma, la Juve è stata invece schierata con il 4-3-3 con Mandzukic e Ronaldo ad occupare alternativamente la fascia sinistra e il centro dell’attacco.

Infine, nell’ultimo match contro il Sassuolo, Allegri ha schierato Dybala insieme a Cristiano Ronaldo e Mandzukic, in un modulo fluido, in cui in fase offensiva lo schieramento della Juventus poteva essere assimilato a un 4-3-1-2 con l’argentino vertice alto di un rombo, mentre, in fase difensiva, i bianconeri alternavano un 4-3-3 e un 4-4-2 con Khedira a destra e uno tra Mandzukic o CR7 sulla fascia sinistra.

Sembra quindi che la scelta del tecnico della Juventus sia quella, prioritariamente, di affiancare Mandzukic a Cristiano Ronaldo, sfruttando la versatilità del croato per compensare le tracce del fuoriclasse portoghese e permettergli di muoversi liberamente lungo tutto il fronte d’attacco. Un’altra scelta di Allegri pare quella di utilizzare 3 centrocampisti di ruolo, schierando in campo Matuidi, per aumentare le qualità di interdizione della squadra e consentire alla formazione di transitare fluidamente in fase difensiva dal 4-3-3 al 4-4-2.

Il 4-3-3 della Juventus contro il Sassuolo. Le posizioni medie di Mandzukic e Cristiano Ronaldo sono sovrapposte, a testimonianza della complementarità dei loro movimenti.

L’acquisto di Bonucci e Joao Cancelo ha migliorato, e non di poco, la resistenza al pressing e la capacità di risalire il campo costruendo dal basso. Il centrale difensivo ha aggiunto pulizia tecnica e geometria all’avanzamento del pallone, mentre le iniziative del terzino portoghese, in dribbling e con passaggi sempre estremamente precisi, rappresentano già un fondamentale sbocco della manovra, anche in zone più avanzate di campo.

Più avanti, nella metà campo avversaria, la fluidità della manovra non è ancora ottimale. Lo schieramento con due mezzali di inserimento come Matuidi e Khedira tende ad allungare la squadra e a sguarnire la cruciale zona alle spalle del centrocampo avversario. Tuttavia, l’enorme qualità degli interpreti ha ampiamente sopperito, sino ad ora, a spaziature non ottimali e a una fase di rifinitura talvolta stagnante. La Juventus ha già realizzato 8 gol, ha una media di 2.5 xG per match e calcia 21.3 tiri a partita, seconda sola al Manchester City nei migliori 5 campionati in Europa.

È innegabile l’influenza di Ronaldo nelle statistiche: CR7 è ampiamente il giocatore d’Europa che calcia di più in porta, ben 8 tiri a partita, e domina la classifica degli xG di serie A con quasi 1 xG ogni 90 minuti. Di contro, gli scricchiolii difensivi che alla prima giornata avevano preoccupato Allegri, suggerendogli l’inserimento in pianta stabile di Matuidi tra i titolari, non sembrano scomparsi.

La Juventus ha già subito 4 gol in soli 4 turni di campionato e, sebbene il campione statistico sia ancora troppo piccolo per trarne conclusioni certe, subisce 2 tiri in porta di media a partita in più dell’anno scorso e ha peggiorato il dato degli xG subiti a partita.

Il dribbling e la tecnica di passaggio di Cancelo consentono alla Juventus di superare il pressing del Sassuolo gettando le basi di un’azione pericolosa.

Che partita sarà

Non è difficile immaginare che il Valencia cederà volentieri il possesso palla alla Juventus provando a rendersi pericoloso con veloci blitz successivi alla riconquista della palla. È probabile che l’esordio casalingo in Champions possa donare alla squadra di Marcelino l’entusiasmo necessario ad aumentare l’intensità del proprio gioco per renderlo davvero efficiente e all’altezza dell’avversario che dovrà affrontare.

Sarà assente, per l’infortunio alla caviglia rimediato sabato scorso, Kondogbia, la cui forza fisica è importante per dare efficacia alla fase difensiva del 4-4-2 della squadra. A sostituirlo sarà, con ogni probabilità, Waas che ha però caratteristiche diverse. Più contese sono le maglie da titolare nei ruoli di esterno offensivo e quella del compagno di reparto di Rodrigo in attacco. Chissà che Marcelino non premi la qualità e l’esperienza internazionale schierando tra gli XI, per la prima volta in stagione, Gonzalo Guedes sulla fascia e Batshuayi in attacco.

La Juventus dovrà trovare la maniera di scardinare il 4-4-2 avversario, senza prestare il fianco alle ripartenze avversarie. Allegri ben difficilmente rinuncerà a schierare 3 centrocampisti, mandando in campo Pjanic, Khedira e Matuidi, mentre, in attacco, la presenza di Mandzukic al fianco di Ronaldo appare anch’essa quasi sicura. Rimane pertanto aperta la caccia a una maglia da titolare in attacco, contesa tra Bernardeschi, Cuadrado, Douglas Costa e Dybala. La scelta di Allegri potrebbe dare indizi sul tipo di strategia offensiva che la Juventus proverà ad adottare per scardinare la difesa avversaria. La presenza in campo di due giocatori che amano giocare sull’esterno come Cuadrado o Douglas Costa suggerirebbe la volontà di non forzare il blocco stretto del Valencia, accettando di giocare principalmente sull’esterno, dove la squadra di Marcelino prova ad indirizzare gli avversari, e provando a rifinire con cross, magari verso la zona meno protetta del secondo palo.

In quest’ottica sarebbero importanti i movimenti in area di Mandzukic e Ronaldo e gli inserimenti di Matuidi e Khedira. La presenza in campo di Bernardeschi e, ancora di più, di Dybala, due giocatori che amano venire dentro al campo e giocare alle spalle del centrocampo avversario, sarebbe indicativa della scelta di provare ad attaccare disordinando del 4-4-2 tramite ricezioni tra le linee.

In fase di transizione difensiva sarà fondamentale della Juve la cura della marcature preventive e l’attenzione dei due centrali ai movimenti delle due punte del Valencia, da affrontare in situazioni di parità numerica.

La passata stagione una Juve ancora impreparata tatticamente perse malamente all’esordio in Champions League contro il Barcellona, in una partita che si rivelò a posteriori decisiva per condannare i bianconeri al secondo posto nel girone e a un sorteggio difficile agli ottavi. Anche per questo, e per non complicare il proprio cammino, sarà fondamentale per la squadra di Allegri cominciare bene la propria Champions League, quest’anno più che mai, obiettivo dichiarato della Juventus.